Benvenuti nel Blog di Claudio Martinotti Doria, blogger dal 1996


"Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam", motto dell'Ordine dei Cavalieri Templari, Pauperes commilitones Christi templique Salomonis

"Ciò che insegui ti sfugge, ciò cui sfuggi ti insegue" (aneddotica orientale, paragonabile alla nostra "chi ha pane non ha denti e chi ha denti non ha pane")

"Quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell'Occidente è che perdono la salute per fare soldi. E poi perdono i soldi per recuperare la salute. Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera che non riescono a vivere nè il presente nè il futuro. Sono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto."
(Dalai Lama)

"A l'è mei mangè pan e siuli, putòst che vendsi a quaicadun" (Primo Doria, detto "il Principe")

"Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci." Mahatma Gandhi

L'Italia non è una nazione ma un continente in miniatura con una straordinaria biodiversità e pluralità antropologica (Claudio Martinotti Doria)

Il proprio punto di vista, spesso è una visuale parziale e sfocata di un pertugio che da su un vicolo dove girano una fiction ... Molti credono sia la realtà ed i più motivati si mettono pure ad insegnare qualche tecnica per meglio osservare dal pertugio (Claudio Martinotti Doria)

Lo scopo primario della vita è semplicemente di sperimentare l'amore in tutte le sue molteplici modalità di manifestazione e di evolverci spiritualmente come individui e collettivamente (È “l'Amor che move il sole e le altre stelle”, scriveva Dante Alighieri, "un'unica Forza unisce infiniti mondi e li rende vivi", scriveva Giordano Bruno. )

La leadership politica occidentale è talmente poco dotata intellettualmente, culturalmente e spiritualmente, priva di qualsiasi perspicacia e lungimiranza, che finirà per portarci alla rovina, ponendo fine alla nostra civiltà. Claudio Martinotti Doria

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Patriă Montisferrati

Patriă Montisferrati
Cliccando sullo stemma del Monferrato potrete seguire su Casale News la rubrica di Storia Locale "Patriă Montisferrati", curata da Claudio Martinotti Doria in collaborazione con Manfredi Lanza, discendente aleramico del marchesi del Vasto - Busca - Lancia, principi di Trabia

Come valorizzare il Monferrato Storico

La Storia, così come il territorio e le sue genti che l’hanno vissuta e ne sono spesso ignoti ed anonimi protagonisti, meritano il massimo rispetto, occorre pertanto accostarsi ad essa con umiltà e desiderio di apprendere e servire. In questo caso si tratta di servire il Monferrato, come priorità rispetto a qualsiasi altra istanza (personale o di campanile), riconoscendo il valore di chi ci ha preceduti e di coloro che hanno contribuito a valorizzarlo, coinvolgendo senza preclusioni tutte le comunità insediate sul territorio del Monferrato Storico, affinché ognuna faccia la sua parte con una visione d’insieme ed un’unica coesa identità storico-culturale condivisa. Se ci si limita a piccole porzioni del Monferrato, per quanto significative, si è perdenti e dispersivi in partenza.

Sarà un percorso lungo e lento ma è l’unico percorribile se si vuole agire veramente per favorire il Monferrato Storico e proporlo con successo come un’unica entità territoriale turistico culturale ed economica …

Difficoltà gravose per chi si accolla un famigliare anziano e/o malato cronico.

Si fanno tante chiacchiere e propaganda, nel solito politichese, sul sostegno alla famiglia, ma poi alla prova dei fatti, come al solito ipocritamente si scarica ogni onere e responsabilità effettiva sulle famiglie … Nel migliore dei casi e dopo severi accertamenti, riconoscono un'assegno di cosiddetto "accompagnamento all'invalidità", col quale le famiglie coprono si e non un quarto delle spese mensili che devono sostenere … Così oltre ai sacrifici che comporta la scelta di responsabilità e di civiltà di non voler abbandonare un famigliare invalido in una struttura pubblica, sacrifici che permangono ogni giorno per 365 giorni all'anno (sabati e domeniche compresi), oltre allo stress ed alle conseguenze psicosomatiche sulla propria salute (dei famigliari che assistono l'invalido), si deve aggiungere oltre al danno anche la beffa di ricevere delle elemosine pubbliche (tra l'altro differenziate a seconda dei luoghi, perché il nostro Paese è praticamente diviso in feudi …).

Quindi dopo aver pagato tasse e contributi previdenziali per una intera vita lavorativa, nonostante il grande vantaggio che comporta per la pubblica amministrazione non doversi assumere l'onere di assistere l'invalido in una struttura pubblica specializzata, pare che quasi nessuna istituzione politico burocratica colga il motivo che dovrebbe indurre una saggia amministrazione pubblica a versare alla famiglia almeno una cospicua parte di quanto è stato risparmiato. Non come segno di civiltà ed evoluzione, ma di semplice utilitarismo e pragmatismo. Applicando cioè una equazione elementare: se la famiglia si fa carico dell'anziano e/o invalido, io Stato risparmio, quindi sostengo la famiglia per incentivarla a tale scelta. Ed invece si continua a ledere la dignità delle persone, mancando loro di rispetto, continuando a partecipare ai talk show tv per ripetere le stesse manfrine di basso profilo propagandistico per anni, mentre le persone soffrono veramente, e soffrono ancor di più mentre le ascoltano passivamente. Chissa perché ma danno proprio l'impressione che le famiglie per loro non siano alla base della società, ma siano il primo anello della catena dello "sfruttamento" ...
Claudio Martinotti

Difficoltà gravose per chi si accolla un famigliare anziano e/o malato cronico. Ostacoli dovuti alla burocrazia e spese ingenti per farmaci, badanti e ausili, che superano i 1.700 euro al mese
Fonte: Galileo, GIORNALE DI SCIENZA E PROBLEMI GLOBALI http://www.galileonet.it
Lotte estenuanti con la burocrazia e una spesa di oltre 1.700 euro al mese, tra badanti, farmaci e ausili, per sopperire alle carenze del Sistema sanitario nazionale. In Italia chi è affetto da patologie croniche o rare non ha una vita facile. A evidenziarlo è l’VIII Rapporto sulle politiche della cronicità, “Il prezzo dei diritti”, presentato lo scorso 12 febbraio dal Coordinamento nazionale delle associazioni dei malati cronici di Cittadinanzattiva, che raccoglie 140 organizzazioni di malati.
Le principali difficoltà che i malati devono affrontare dipendono da una burocrazia lenta e macchinosa, che compromette il rilascio e il rinnovo della certificazione di invalidità, nonché l’accesso ai farmaci, alle prestazioni sanitarie e a protesi e ausili, a causa di interminabili liste d’attesa. Tanto che spesso questi costi gravano sulle tasche dei malati. Si tratta di una spesa che supera i 400 euro a settimana. Oltre al costo dell’assistenza (quasi mille euro al mese a badante), vanno messi in conto i farmaci (420 euro in media per quelli indispensabili e 280 per quelli assunti in via preventiva o in seguito a complicazioni), gli ausili e le protesi. Nodo altrettanto problematico: le prestazioni socio-sanitarie garantite variano sensibilmente persino tra Asl di una stessa regione. Il sostegno psicologico a pazienti e familiari, inoltre, è ancora una chimera.
Secondo i dati Istat del 2008, gli italiani che soffrono di almeno un disturbo incurabile sono oltre 39 su 100. La percentuale cresce sensibilmente tra le fasce più anziane della popolazione: l’87 per cento degli over 75 anni ha una malattia cronica, e l'68 per cento ha più di un disturbo. A colpire con maggior frequenza sono l’artrite e l’artrosi (18%), l’ipertensione (16%) e le malattie allergiche (11%). Seguono osteoporosi, malattie ai bronchi e diabete. (l.d.p.)

Una malata grave di MCS e affetta anche da Elettrosensibilità si è tolta la vita. Evitiamo che anche questo ennesimo episodio passi nell'indifferenza

Abbiamo ricevuto un comunicato che ci ha angosciato, in quanto riguarda il caso di una persona affetta da MCS (Sensibilità Chimica Multipla) ed Elettrosensibilità (ES, intolleranza ai campi elettromagnetici) che si è suicidata, avendo probabilmente raggiunto quel livello di esasperazione causato dal grave malessere invalidante, dalla percezione di isolamento ed abbandono, dalla sfiducia nelle possibilità di miglioramento, ecc., che l'hanno privata dell'indispensabile speranza, che sostiene in questi frangenti e che deriva anche dalla presenza e cura delle persone che prendono a cuore la persona sofferente e si dedicano con amore, famigliari e volontariato.
Noi del Gruppo Gevam Onlus partecipiamo in modo particolare al lutto dei famigliari e di tutti coloro che hanno preso a cuore la situazione di questa persona sofferente, in quanto fin dagli albori della nostra presenza in Internet abbiamo per primi e con perseveranza, tra le associazioni ambientaliste, denunciato questo dramma (MCS) che si stava consumando in Italia nel silenzio dei media e della classe politica e sanitaria italiana, che colpisce decine di migliaia di persone ogni anno ... perché si diventa sensibili ed intolleranti alle sostanze chimiche ed ai campi elettromagnetici sia gradualmente che improvvisamente, e tale patologia invalidante che può rendere la vita un inferno, è stata inizialmente derisa come un problema psichiatrico e sottovalutata nella sua gravità, aggiungendo al danno la beffa. Nei casi più gravi le persone affette da MCS (Sensibilità Chimica Multipla) ed ES (Elettrosensibilità) sono costrette al più totale isolamento in luoghi idonei (sempre che si trovino e possano permetterseli finanziariamente), con tutti gli oneri a loro carico, e con l'invalidità che ne deriva che ti priva della possibilità di un lavoro, diventando di conseguenza un peso per la famiglia ...
Noi del Gruppo Gevam Onlus ci siamo sempre battuti perché sia riconosciuta la dignità di queste persone sofferenti, non solo perché il sistema socio-sanitario se ne prendesse cura interamente, ma soprattutto perché il sistema politico ne affronti le cause rimuovendole (leggasi soprattutto come fonti di inquinamento). L'indifferenza e la sottovalutazione può soltanto aggravare la situazione, fino alle estreme conseguenze. Si è soliti affermare, a livello di cinica saggezza popolare, che in Italia occorre che ci scappi il morto prima che la politica intervenga su un problema, in molti casi non è sufficiente neppure questo. Facciamo in modo che non sia sempre così.
Un saluto triste ma pur sempre caloroso
Claudio Martinotti
Presidente Gruppo Gevam Onlus


Si invia il comunicato stampa relativo ad una storia di una malata grave affetta anche da Elettrosensibilità che si è tolta la vita. 
Restiamo a disposizione per qualsiasi approfondimento e salutiamo cordialmente.
 
Silvia Bigeschi e Francesca Romana Orlando
Vice Presidente di A.M.I.C.A.
Associazione per le Malattie da Intossicazione Cronica e/o Ambientale
Casella Postale 3131 - 00121 Roma  

amica@infoamica.it  - www.infoamica.it e www.sensibilitachimica.it
Tel. 0572-767884
Anna Zucchero
medico e Presidente dell'Associazione Italiana Elettrosensibili
via Cadorna n°5  35123 Padova
presidente@elettrosensibili.it - www.elettrosensibili.it
Tel. 041.908951

 
Elettrosensibilità: la solitudine di una malattia negata

Pistoia, 15 febbraio 2009 – Si toglie la vita, nella notte tra il 14 e il 15 febbraio M., una quarantottenne di Pistoia, gravemente elettrosensibile: la sofferenza fisica, la perdita di autonomia e il grave isolamento causato dalla malattia erano insostenibili e l'aiuto di persone amiche e delle associazioni non è stato sufficiente a darle fiducia.
M. aveva da anni pesanti problemi di salute e da alcuni mesi lamentava anche sintomi di intolleranza ai campi elettromagnetici e a certe sostanze chimiche come i detersivi. Aveva bruciore alla testa e in tutto il corpo, ronzii alle orecchie, sensazione di soffocamento al contatto con un tessuto lavato di fresco oppure in prossimità di un computer, di un cellulare o di apparecchiature elettriche. Non poteva neanche usare il telefono perché le causava bruciore alla testa, tutti sintomi molto comuni per chi è affetto da Elettrosensibilità (ES), una condizione che colpisce a vari livelli, secondo stime mediche, dall’1 all’8% della popolazione.
M. era in contatto con l’Associazione per le Malattie da Intossicazione Cronica e/o Ambientale (A.M.I.C.A.) e con l’Associazione Italiana Elettrosensibili (A.I.E.) che da mesi cercavano di aiutarla come possibile e le avevano fornito documentazione scientifica da portare ai suoi medici.
“Sappiamo che aveva in programma di trasferirsi in montagna, lontano da ripetitori dei cellulari e da cavi dell’alta tensione – commenta Silvia Bigeschi, Vice Presidente e Responsabile per la Toscana di A.M.I.C.A..”
La signora aveva iniziato a non sopportare più i campi elettromagnetici presenti nella vita quotidiana dallo scorso aprile, subito dopo aver fatto un ciclo di terapia con stimolazione elettromagnetica, e si chiedeva se questa poteva essere stata la causa del suo aggravamento. 
“M. era portatrice di placche metalliche che possono aumentare l'assorbimento di campi elettromagnetici fino a centinaia di volte e, secondo alcuni studi scientifici (Irvine N. 2004), rappresentano un fattore di rischio per la Elettrosensibilità - ha dichiarato Anna Zucchero, medico e Presidente dell’Associazione Italiana Elettrosensibili.
“Le linee guida ICNIRP (International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection) precisano di non garantire limiti di sicurezza per la popolazione portatrice di protesi metalliche e da 10 anni attendiamo che l'Ente preposto CENELEC (Comitato Europeo per la Standardizzazione Elettrotecnica), stabilisca quali limiti di campi elettromagnetici siano compatibili per tali soggetti”, aggiunge la dottoressa Zucchero.
“Numerosi scienziati, inoltre, denunciano da anni che gli standard attuali non proteggono la salute dei cittadini[1] e lo stesso Parlamento Europeo[2]  ha raccomandato lo scorso settembre di rivedere i limiti di esposizione ai campi elettromagnetici dell'ICNIRP proprio a causa dell’emergenza di patologie come la Elettrosensibilità e la Sensibilità Chimica Multipla”, commenta Francesca Romana Orlando, Vice Presidente di A.M.I.C.A.
La Elettrosensibilità è riconosciuta come invalidità in Svezia, dove ci sono interventi per superare le barriere elettriche così da garantire a chi ne è affetto una vita normale e, allo stesso modo, negli Stati Uniti e in Germania la Sensibilità Chimica Multipla è riconosciuta al pari di una invalidità motoria. Sulle Alpi Francesi è nato da pochi mesi il primo villaggio per elettrosensibili: www.zoneblanche.fr.
Secondo associazioni internazionali, come www.next-up.org o www.microwavenews.com, il mancato riconoscimento di questa condizione in tutto il mondo sarebbe da imputare ai pesanti conflitti di interessi che avevano i responsabili del gruppo di studio sui campi elettromagnetici dell’OMS.
A.M.I.C.A. e A.I.E. ritengono che la mancanza di iniziative concrete da parte delle istituzioni e della politica per tutelare chi è affetto da patologie ambientali, come la Sensibilità Chimica Multipla e la Elettrosensibilità, possa rappresentare una vera e propria omissione di soccorso e stanno valutando l’ipotesi di adire le vie legali.
“L'unico investimento dal Ministero della Salute all'ISS viene utilizzato per studiare e modificare la percezione del rischio da campi elettromagnetici (progetto CAMELET),  contrariamente a quanto previsto dalla legge che suggerisce di studiare l'impatto sulla salute”, denuncia la Presidente dell’Associazione Italiana Elettrosensibili - e i nostri associati, invece, si autotassano per finanziare studi scientifici indipendenti sul loro problema”.
“M. amava la verità, l'onestà intellettuale e affettiva, l'impegno sociale: invitiamo tutti ad ascoltare quello che ci dice con la sua morte affinché altri non abbiano a soffrire come lei”, conclude la dr.ssa Zucchero.

Contatti per la Stampa:
 
Silvia Bigeschi e Francesca Romana Orlando
Vice Presidente di A.M.I.C.A.
Associazione per le Malattie da Intossicazione Cronica e/o Ambientale
Casella Postale 3131 - 00121 Roma  
amica@infoamica.it  - www.infoamica.it e www.sensibilitachimica.it
Tel. 0572-767884

Anna Zucchero
medico e Presidente dell'Associazione Italiana Elettrosensibili
via Cadorna n°5  35123 Padova
presidente@elettrosensibili.it - www.elettrosensibili.it
Tel. 041.908951

IL COSTOSO CONSENSO DEGLI ITALIANI. Ovvero i costi reali della pseudodemocrazia in cui viviamo, analisi impietosa della situazione politica e sociale

IL COSTOSO CONSENSO DEGLI ITALIANI
Fonte: Trucioli Savonesi http://www.truciolisavonesi.it
di Marco Della Luna
L’avvicinarsi delle tornate elettorali ripropone il tema della credibilità del regime.
Da una parte Antonio Di Pietro e aggregati attaccano il caimano Berlusconi accusandolo degli affari torbidi del suo passato imprenditoriale e politico, nonché di usare governo e parlamento per farsi leggi di comodo con cui sottrarsi alla giustizia.
Dall’altra parte, la stampa amica del premier contrattacca scoprendo altarini affaristici di casa Di Pietro e del suo Partito dei Valori "Immobiliari". Le mutue accuse sono, in sostanza, di usare il partito e la politica per fare soldi illegalmente. Di esser proprietari di partiti-azienda che non rappresentano i cittadini e i loro interessi, bensì interessi di famiglia dei rispettivi proprietari. Ma oggi, ormai, si è capito che tutti i partiti sono aziende, che mirano al guadagno, e che sono di proprietà dei loro capi. E’ fondamentale capire come, negli ultimi vent’anni circa, la politica ha subito un enorme aumento dei costi che i partiti devono sostenere per la raccolta del consenso, e che ciò comporta un drastico e inevitabile peggioramento del governo e dell’amministrazione del paese, a tutti i livelli.
Nelle organizzazioni stabili basate su una fede (politica o religiosa che sia) il vertice (i proprietari dell’organizzazione) ottiene consensi,appoggi, denaro, voti, lavoro, etc. dalla base in cambio di stimoli e gratificazioni ideali, carismatici.
Ossia, ottiene utilità di valore pratico ed economico ‘pagandole’ con qualcosa che il vertice stesso produce a costo zero o pressoché zero.
Il vertice ha bisogno pagare con valori economici solo un limitato numero di sostenitori e collaboratori di livello superiore:professionisti, politici, intellettuali, imprenditori – che sono consapevoli della dimensione aziendale e non sono interessati a pagamenti ‘ideali’.
Il grosso, la base, collabora gratis, per fede e passione.
La forza, l’efficienza e il profitto delle organizzazioni basate sulla fede sta proprio nel fatto che riescono a procurarsi la gran parte dei mezzi (compresi i voti, quindi le cariche elettorali) di cui abbisognano a costo pressoché nullo, sicché per prendersi un valore netto di 100 dal paese pagano un costo basso (diciamo 15) per l’acquisto del consenso e della collaborazione necessari a tale operazione.
Poiché tale costo viene pagato con denari pubblici, il costo sociale di un partito così è 115. Se invece, a seguito della perdita dell’elettorato idealista, fedele, quel partito deve pagare il consenso e la collaborazione di cui ha bisogno per prendersi 100 non più 15, ma 100 o 200, allora il costo sociale del partito in questione sarà molto maggiore, quindi il danno della casta politica verso il paese, in termini di costi e, ancor più, di mala gestione, sarà molto superiore. Del risparmio legato all’idealismo della base elettorale beneficiavano i partiti ideologici di potere: il PCI-PDS e, in minor misura, la DC.
Il sistema-paese da loro strutturato e governato era basato su tre livelli di consenso e voto:
a) un largo consenso e appoggio di base gratuito, ideologico, morale: i fedeli;
b) un’ampia platea di consensi ottenuti elargendo privilegi miseri (pensioni di falsa invalidità, pensioni baby, posti di lavoro inutili, equo canone, scala mobile, etc.) a spese delle generazioni a venire (indebitamento pubblico, inefficienza sistemica);
c) una ristretta cerchia di beneficiari di privilegi veri (come il sistema di tangentopoli, più bancopoli, che deve ancora uscire), in grado di sostenere o affondare le maggioranze a livello locale o nazionale.
Oggi la componente popolare di base a) è svanita perché la gente ha iniziato ad aprire gli occhi;
la componente b) si sta dissolvendo perché non ci sono più i soldi per pagare i privilegi miseri;
la componente c) si è concentrata in potentati finanziari sovrannazionali che, dall’alto di istituzioni non elettive (BCE, WTO, FMI), dettano ai politici direttive per riforme sempre più impopolari se non antisociali a sostegno dei loro interessi e disegni geostrategici.
In questa situazione, procurarsi consenso e sostegno dal basso è sempre più difficile e costoso, sia per i singoli partiti politici che per il potere politico nel suo insieme. La gente, per collaborare, oggi vuole qualcosa in cambio. Qualcosa di economico, non di carismatico. Per darlo, i politici devono togliere alla cosa pubblica per distribuirlo in funzione di fidelizzazione clientelare. E quel togliere (rubare, direbbero alcuni) si traduce in una sempre peggiore amministrazione della cosa pubblica. Sempre più orientata alla spremitura di breve termine a misura che le prospettive del Paese peggiorano e che il suo declino accelera. Mordi e fuggi.
Questo orientamento è semplicemente il più conveniente, il più razionale, per l’uomo politico nella presente situazione di progressivo degrado del sistema paese, dovuta a fattori strutturali e non contingenti. In tale situazione, per il politico, sarebbe illogico impegnarsi in strategie virtuose, di medio o lungo termine, volte all’investimento e al miglioramento del sistema. Deve invece puntare all’incasso rapido. Ecco che la politica italiana si riduce a, anzi si disvela come una galassia di cordate, grappolate e comitati di affari rivolti a far profitto con ogni mezzo, a spese della collettività e del sistema – vedi, appunto, Alitalia e Malpensa. Questa chiave ci permette così di capire e prevedere sia l’inevitabilità dell’evidente peggioramento della gestione del paese a tutti i livelli, che le vicende dei partiti politici maggiori. Un grande partito popolare ideologico non può più vivere. La Democrazia Cristiana, al contrario di Cristo, non riesce a risorgere dalla morte. Il PCI-PDS-DS-PD ha avuto un bel trasformarsi, ma si è consumato, spezzato, e ora,nonostante le molte alchimie, muore ingloriosamente. Prima ha perso il suo modello teorico, ossia il comunismo, che i fatti hanno screditato. Allora i suoi dirigenti, penosamente inadeguati, hanno pensato di sostituire quel modello col modello global-liberista, che è fallito in pochi anni. Nell’URSS, dove un partito unico e ideologico è fallito, la nomenklatura di quel partito non si è dissolta assieme alla teoria politica del partito stesso: si è trasformata in uno stato-mafia in mano a gerarchi ex comunisti organizzati in comitati di affari che continuano ad esercitare il potere per il profitto abusando dei pubblici poteri e senza più mascherature ideologiche. Analogamente, in Italia, caduta la sovrastruttura ideologica e morale del PCI-PDS-DS-PD, rimane la sua infrastruttura aziendale, ossia i comitati d’affari, che, indipendenti dal vertice del partito, controllano la spesa pubblica e i poteri di molti enti locali (appalti, assunzioni, carriere, sussidi, etc.) in funzione del profitto e del potere.
Un’infrastruttura che però è sempre stata lì, è sempre stata la sua realtà "infra" – ossia sotto le vesti ideologiche. Solo che adesso affiora, è venuta alla luce del giorno. E che ora, non ricevendo più vantaggi dal partito centrale, si autogoverna e gli disobbedisce.
Anche la Chiesa la Chiesa cattolica romana pare ben inoltrata su questa linea involutiva: a misura che declina la sua presa religiosa, il numero dei praticanti e dei seminaristi, il suo prestigio culturale, da un lato deve importare preti dai paesi della fame, e dall’altra, attraverso le ormai consunte vesti sacrali, traspare la sottostante, possente struttura immobiliare e finanziaria.
Ma, tolti i partiti-briciola, quale partito politico non è azienda? Quale non è proprietà della sua segreteria?
Quale è democratico e rappresentativo della base? Quale può essere e funzionare diversamente?
Un partito come il PDL è in grado di pagare il consenso di base con la moderazione fiscale a cui il suo elettorato è assai sensibile – ma in tempi di recessione e depressione economiche non riuscirà (salvo riformare la contabilità bancaria per portare alla luce e tassare il signoraggio occulto) a mantenere l’impegno di non attaccare redditi e risparmi: già si è parlato di una possibile tassa patrimoniale nonché di un’uscita dall’Euro, che svaluterebbe i risparmi in Euro del 30-40%.
La Lega è messa molto meglio del PDL, perché combina in sinergia le motivazioni ideali, identitarie e utilitarie: tutela della civiltà occidentale contro l’Islam, delle virtù e dei redditi settentrionali contro i difetti e il parassitismo di Roma e del Sud. Tiene inoltre viva l’opzione o la promessa secessionista. In tal modo, la Lega può disporre gratis di militanti, collaboratori e consenso. Antonio di Pietro, aiutato dalla ‘giustizialità’ della sua figura di PM, è messo forse ancora meglio: anche se le ideologie politiche non fanno più presa, non producono quasi più consensi gratuiti, vi sono surrogati di esse, ossia altre chiavi emotigene, che possono produrli anche oggi, sempre gratis, come ai bei tempi:
- l’invidia, soprattutto verso chi ha avuto successo: un sentimento molto diffuso e radicato nella società italiana, e molto coltivato e sfruttato, nella sua storia, dal PCI;
- il gusto scandalistico, la bramosia di screditare, infangare, smascherare, proiettare sugli altri i propri vizi (cultura del sospetto);
- la vendicatività, il bisogno di semplificare e personalizzare in capri espiatori definiti mali che in realtà sono complessi, impersonali e sistemici;
- un desiderio di ‘giustizia’, in parte rettamente intesa, ma perlopiù ambita come giustizia-spettacolo, giustizia-gogna mediatica, intrisa di rivalsa.
Ovvio quindi che l’Italia dei Valori assorba consensi dal morente PD. E, se i suoi potenziali elettori non lo vedranno come un partito d’affari quali sono gli altri, lo farà sempre di più, a misura che, con l’arrivo della parte dura della recessione, la frustrazione popolare e la brama di vendetta e i capri espiatori monteranno.
Marco Della Luna - Mantova, 29.01.09