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"Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam", motto dell'Ordine dei Cavalieri Templari, Pauperes commilitones Christi templique Salomonis

"Ciò che insegui ti sfugge, ciò cui sfuggi ti insegue" (aneddotica orientale, paragonabile alla nostra "chi ha pane non ha denti e chi ha denti non ha pane")

"Quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell'Occidente è che perdono la salute per fare soldi. E poi perdono i soldi per recuperare la salute. Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera che non riescono a vivere nè il presente nè il futuro. Sono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto."
(Dalai Lama)

"A l'è mei mangè pan e siuli, putòst che vendsi a quaicadun" (Primo Doria, detto "il Principe")

"Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci." Mahatma Gandhi

L'Italia non è una nazione ma un continente in miniatura con una straordinaria biodiversità e pluralità antropologica (Claudio Martinotti Doria)

Il proprio punto di vista, spesso è una visuale parziale e sfocata di un pertugio che da su un vicolo dove girano una fiction ... Molti credono sia la realtà ed i più motivati si mettono pure ad insegnare qualche tecnica per meglio osservare dal pertugio (Claudio Martinotti Doria)

Lo scopo primario della vita è semplicemente di sperimentare l'amore in tutte le sue molteplici modalità di manifestazione e di evolverci spiritualmente come individui e collettivamente (È “l'Amor che move il sole e le altre stelle”, scriveva Dante Alighieri, "un'unica Forza unisce infiniti mondi e li rende vivi", scriveva Giordano Bruno. )

La leadership politica occidentale è talmente poco dotata intellettualmente, culturalmente e spiritualmente, priva di qualsiasi perspicacia e lungimiranza, che finirà per portarci alla rovina, ponendo fine alla nostra civiltà. Claudio Martinotti Doria

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Patriă Montisferrati

Patriă Montisferrati
Cliccando sullo stemma del Monferrato potrete seguire su Casale News la rubrica di Storia Locale "Patriă Montisferrati", curata da Claudio Martinotti Doria in collaborazione con Manfredi Lanza, discendente aleramico del marchesi del Vasto - Busca - Lancia, principi di Trabia

Come valorizzare il Monferrato Storico

La Storia, così come il territorio e le sue genti che l’hanno vissuta e ne sono spesso ignoti ed anonimi protagonisti, meritano il massimo rispetto, occorre pertanto accostarsi ad essa con umiltà e desiderio di apprendere e servire. In questo caso si tratta di servire il Monferrato, come priorità rispetto a qualsiasi altra istanza (personale o di campanile), riconoscendo il valore di chi ci ha preceduti e di coloro che hanno contribuito a valorizzarlo, coinvolgendo senza preclusioni tutte le comunità insediate sul territorio del Monferrato Storico, affinché ognuna faccia la sua parte con una visione d’insieme ed un’unica coesa identità storico-culturale condivisa. Se ci si limita a piccole porzioni del Monferrato, per quanto significative, si è perdenti e dispersivi in partenza.

Sarà un percorso lungo e lento ma è l’unico percorribile se si vuole agire veramente per favorire il Monferrato Storico e proporlo con successo come un’unica entità territoriale turistico culturale ed economica …

Addio 2008. E' stato un anno bisestile economicamente nefasto, nel quale sono emersi problemi di una economia mondiale drogata di credito facile

Addio 2008. E' stato un anno bisestile economicamente nefasto, nel quale sono emersi parte dei problemi di una economia mondiale drogata di credito facile
Fonte: Associazione Culturale Usemlab di Torino, http://www.usemlab.com
di Francesco Carbone
Poco più di 24 ore e il 2008 ci lascerà. Chi non ne vedeva l'ora? E' stato un anno bisestile economicamente nefasto. L'anno in cui sono venuti al pettine gran parte dei problemi di una economia mondiale drogata di credito facile per troppi anni. Con conseguenze più o meno visibili e palpabili per tutti quanti. Ma ancora serpeggianti. Nessuna vera bastonata in capo.
Le borse chiudono con ribassi tra il 40% e il 50% e lanciano un segnale inequivocabile, ma solo a chi le segue da vicino. Non molti. La maggior parte si sentono al sicuro nei titoli di stato. E così in questo dicembre non sembra essersi visto niente di eccezionale rispetto alle feste natalizie degli anni precedenti. Qualche negozio che più furbamente ha anticipato i saldi di un mese, forse qualche soldo in meno speso ancora meno allegramente, ma in fin dei conti nelle strade italiane non si è visto molto di diverso rispetto al passato. Strano, ancora molto strano.
La medicina fornita dai supereroi che pensano di poter pianificare le vite della gente (verso la rovina totale), è stata ovviamente sempre la stessa, in salsa appena diversa ma in dose più massiccia di sempre. Non più credito facile, che non serve più a nessuno e a questo punto possono goderne solo in pochi. Invece tanto ma proprio tanto nuovo denaro facile, fresco di stampa, purtroppo a favore delle prime vittime della crisi: sistema finanziario e mutuatari colposi della bolla immobiliare.
Chi ha sbagliato non paga, anzi ne beneficia per primo. Se qualcuno chiama questo sistema capitalismo si sbaglia di grosso. Il capitalismo dovrebbe punire chi sbaglia, non premiarlo. Anzi che stampare soldi per tutti (nell'illusione che possa servire a qualcosa), si stampa sempre per chi sbaglia o sta all'inizio della catena di produzione del denaro. Gli altri, soprattutto i risparmiatori, pagano per tutti. Ma ancora non lo sanno. Forse lo capiranno nel 2009. O nel 2010.
I soldi che escono dalla stampante monetaria impiegano sempre qualche mese o anno prima di far emergere i nuovi danni. Quelli emersi nel 2008 sono l'effetto della politica monetaria degli anni 2001-2003. Quelli frutto delle politiche monetarie di quest'anno si materializzeranno in pieno forse tra un paio d'anni. Il ciclo è sempre più corto. L'onda si restringe nelle sue oscillazioni ma si carica sempre più di potenza per arrivare alla staffilata finale con la violenza di uno tsunami. Che non è certo quello arrivato quest'anno. Piuttosto quest'anno, con il rafforzamento del dollaro, il crollo del petrolio e di altre materie prime, si è assistito a qualcosa che assomiglia più al mare che si ritira. Per caricare l'onda finale.
Le cure raffazzonate da chi non sa più che pesci prendere sono sempre più ridicole. I signori banchieri centrali sono oramai entrati ufficialmente nel loro esperimento economico. Così diceva il Wall Street Journal qualche settimana fa per bocca di un ex-FED e co-autore con Bernanke di diversi articoli accademici: "siamo al grande esperimento economico". Noi lo avevamo detto e scritto nel 2002. Si legga il libro, articolo del 2002, pag 116: il grande esperimento economico. Sei anni e qualche mese di anticipo sul WSJ. Not bad!
Poveri banchieri centrali incaricati della gestione di un denaro basato sul nulla: non sanno neanche più coordinarsi bene. Tagliano i tassi, prevedibile troppo prevedibile, ma in maniera confusa, creando ulteriori sconvolgimenti e quasi panico nei mercati valutari. Come se non bastassero i movimenti naturali dei coriandoli di ogni colore e forma, che oramai dietro le decisioni dei banchieri centrali si muovono tra di loro come impazziti.
Altro che guardiani della stabilità. I banchieri centrali sono i principali fautori delle maggiori instabilità di un sistema capitalistico basato su false premesse. Sono i guardiani del caos e della confusione.
Per chi ha vissuto tanti anni a Londra il movimento più sconvolgente nel mercato valutario è forse quello della sterlina che è precipitata in questo fine anno 2008 verso la parità con l'euro. Era un movimento da noi atteso. La spinta fino a 0.90 era nei grafici da diversi anni. Sempre rimandata e ritardata. Lo abbiamo sempre temuto quando vivevamo a Londra e risparmiavamo in sterline, prontamente convertite in neuri, o ancora meglio in lingotti d'oro e argento.
Ma vedere, di fatto, che quella bella banconota da 20 pounds con la faccia della regina abbia oggi lo stesso potere di acquisto dei nostri bruttissimi venti euro colpisce veramente anche il senso estetico ancora prima che quello economico. E fa ancora più senso sapere che nel giro di un anno e qualche mese si può comprare, tra svalutazione sterlina e calo dei prezzi, un appartamento nella capitale inglese alla metà del valore rispetto a quello di un anno fa. Viene voglia di prendere il primo aereo e andarsi a cercare un bell'appartamento a Londra. Magari con calma nel 2009. Mai avere fretta di comprare. Nei periodi di crisi le opportunità non mancheranno.
Auguriamo a tutti quanti un anno nuovo migliore di quello appena passato. Non possiamo sapere se il cuscinetto fornito dai tassi di interesse, decisi arbitrariamente dai banchieri centrali, e oramai appiattiti sullo zero per cento, riuscirà a mettere la pezza giusta per dare vita a un altro miniciclo di un anno o due. Oppure se la rabbia di un mercato strapazzato dal pianificatore centrale si ribellerà senza pausa ai propri goffi manipolatori. Lo capiremo man mano già dalle prime settimane di gennaio. Per ora godiamoci questo capodanno. Addio 2008 e auguri di un felice 2009 a tutti quanti.

IL CASO MADOFF, ovvero come hanno spregiudicatamente fagocitato ricchezza sociale e continuino impunemente a farlo, ricorrendo a disinformazione e mis

IL CASO MADOFF, ovvero come hanno spregiudicatamente fagocitato ricchezza sociale e continuino impunemente a farlo, ricorrendo a disinformazione e mistificazione ...
Fonte: Movimento Libertario, http://www.movimentolibertario.it/home.php
Di Llewellyn H. Rockwell, Jr.
Il mistero di Bernard Madoff tra cento anni sarà leggenda. Come il più grande criminale finanziario della storia, ha preso un semplice imbroglio da dilettanti – lo schema di Ponzi – e lo ha trasformato in un impero globale da circa 50 miliardi di dollari.
Un ingrediente base è stato l'intelligenza finanziaria. Madoff ne possedeva a secchi. All'inizio della sua carriera, era un genio, un vero innovatore. Ha unito questo con una stupefacente assenza di coscienza, dato che il suo raggiro era basato fondamentalmente sulla menzogne e sul furto. La differenza fra lui e tutti quelli che l'hanno preceduto è stata la sua dimensione grandiosa, la più grandiosa dimensione immaginabile.
C'è un detto nel mondo dell'economia austriaca sul ciclo economico. La sfida non è di spiegare i fallimenti aziendali. Essi fanno parte del normale corso della vita e sono il segno di un'economia sana. La sfida è di spiegare “il grappolo di errori” che si verifica all'inizio di una recessione. Come potrebbero così tanti sbagliare così tanto tutti all'incirca nello stesso momento? Il ciclo economico è un fallimento sistemico, non soltanto un errato giudizio di pochi.
Così è con lo schema di Madoff. Il mistero non è come una persona abbia potuto imbrogliare poche altre. Lo schema in cui gli “investitori” di ieri sono pagati con i soldi delle nuove vittime è noto ovunque e probabilmente da sempre – e sempre va a gambe all'aria fino al disonore totale del suo creatore. È un esempio classico di come le leggi morali siano auto-imposte nel mondo dell'economia.
La differenza critica questa volta è che Madoff ha messo in atto il suo schema durante un boom economico, un periodo in cui il normale senso d'incredulità della gente è relegato in soffitta. Ciò fa parte della grave distorsione culturale introdotta dal denaro allegro. Il denaro è il bene più ampiamente richiesto nella società e la Fed ne produce nuove quantità non come riflesso di una nuova ricchezza reale, ma puramente per decreto amministrativo.
In un certo senso il denaro allegro fa letteralmente impazzire tutti, conducendo a ciò che talvolta viene chiamato “follia delle folle.” Guido Hulsmann spiega tutto ciò nel suo nuovo libro notevolmente attuale e rivelatore: The Ethics of Money Production. Con lo stimolo artificiale della macchina del credito, le moltitudini sono disposte a credere in qualcosa che non potrebbe mai essere vero. Nel caso di Madoff, che avrebbe potuto, anche con i mercati in calo, guadagnare il 15-20% l'anno senza rischio.
Perché no? Quasi tutti hanno creduto in una certa versione del mito. Abbiamo creduto che i prezzi delle case sarebbero aumentati sempre di più malgrado la realtà che le case sono cose fisiche che si deteriorano a partire dall'instante in cui sono finite, proprio come le automobili o i computer o qualsiasi altra cosa. Perché abbiamo creduto questo delle case? Di nuovo, dovete guardare al sistema monetario fraudolento per capire il perché.
E abbiamo creduto di poter diventare tutti milionari mettendo i nostri soldi nelle azioni di aziende che in realtà non stavano guadagnando o pagando i dividendi, aziende la cui ricchezza era interamente basata sulle infusioni di contanti dal mercato azionario che a loro volta erano basate sulla convinzione che altri avrebbero comprato le azioni ecc. Cioè abbiamo creduto che ottenere qualcosa dal nulla fosse possibile e che chiunque non lo credeva fosse un fesso. È esattamente ciò che la gente ha creduto durante le altre grandi inflazioni della storia.
Peggio ancora, abbiamo creduto che comprare quelle azioni non costituisse un consumo, ma un risparmio per il futuro. Infatti, la gente ha attaccato regolarmente i dati ufficiali sul risparmio perché non includevano quel che la gente stava “risparmiando” nei termini dei loro portafogli azionari. In modo simile, la gente misurava la nostra ricchezza nazionale non in termini di capitale accumulato, ma piuttosto con i dati del consumo, come se i ripiani da cucina in granito in case più grandi fossero una misura di ricchezza anziché l'opposto: un consumo della ricchezza.
La sinistra è brava ad attaccare gli stipendi delle banche d'investimento ed essi erano effettivamente fuori dal mondo. Ma anche questi non rappresentavano un problema unico, ma un'ulteriore prova di una finanza inflazionistica. In un'economia di bolla, i soldi inseguono cos'è più di moda e i servizi finanziari lo erano. Così gli stipendi erano mercato. Ad essere sfrenatamente distorto era il mercato in sé.
Parliamo ora della finanza governativa durante questi anni. Il mercato ha provato a correggersi a partire dal 1999-2001, ma il governo non lo avrebbe tollerato. Al contrario, ha usato ogni segno di discesa come giustificazione per mantenere l'illusione, creando miliardi e miliardi di nuovi dollari. La Fed ha abbassato sempre più i tassi di interesse malgrado l'inesistenza di risparmio disponibile che li giustificasse.
(I tassi a basso interesse in un sistema monetario sano sono un riflesso di capitale accumulato e consumo rinviato. Quando la Fed li abbassa durante un boom, sta creando un pericoloso miraggio.)
Si è fermato qualcuno a chiedersi dove il governo trovava tutti questi soldi per pompare il sistema? Sì, gli economisti austriaci ci avevano avvertiti. Le pagine di Mises.org e di LewRockwell.com erano piene di allarmi. Ma era qualcosa che la gente non voleva sapere. Stiamo parlando della natura umana: il desiderio di credere in cose che non esistono. Il governo era felice di alimentare questo desiderio perché dava alla Fed, alle sue industrie collegate ed allo stato più potere e denaro a breve termine.
Lo schema di Madoff ha sfruttato la credenza che non fosse necessario lavorare per ottenere la ricchezza, ma che bastasse progettarla. Che poteva essere creata giocandosi bene le proprie carte, agganciandosi nelle giuste reti e trovando i giusti “investimenti.” Le persone con le quali ha trattato avevano, così risulta, una qualche sensazione interna che ci fosse qualcosa un po' oscuro nell'intera operazione. Ma si sbarazzavano di questa sensazione all'arrivo dei grassi assegni e concludevano che qualunque cosa facesse funzionare questa macchina del moto perpetuo, funzionava.
Ma ascoltate: il governo sta ora usando la stessa tattica per convincervi che vi sta salvando dalla recessione. L'intero piano condivide quello stesso rifiuto della realtà che caratterizzava lo schema di Madoff. E non sto parlando solo della previdenza sociale, che è quasi una replica esatta della versione di Ponzi, salvo che almeno Charles Ponzi non obbligava la gente a dargli i soldi. Sto parlando di qualcosa di più vasto. L'intero sistema finanziario che sorretto dal Ministero del Tesoro e dalla Fed è basato sulla stessa idea: che ottenere qualcosa dal nulla sia possibile.
Così metteranno Madoff in galera. Wall Street lo frusterebbe se potesse. Per la storia sarà un disgraziato. Ma nel frattempo, i Bush, i Bernanke, i Paulson, gli Obama e tutti gli altri volano ancora alti, anche se il loro schema è ben più grande e pericoloso.
Alla maggior parte di noi piace credere che non siamo stati ingannati da Madoff. Ma non siete forse ingannati dalle élite che sostengono di poter far apparire come per incanto trilioni di dollari per stabilizzare la nostra economia pigiando alcuni tasti sulla tastiera di un computer? La maggior parte della gente lo è. Certamente la stampa sembra essersela bevuta. Molte persone sono state fregate da Madoff. Molte altre oggi vengono fregate dal governo e dalla sua banca centrale. E finirà tutto nel disonore e nel disastro, solo su una scala molto, molto più grande.

Siamo più umanitari, quindi meno umani. I nostri media traboccano di pietismo a buon mercato. La politica della pietà è una politica che fa pietà ...

Siamo più umanitari, quindi meno umani. I nostri media traboccano di pietismo a buon mercato, ipocrita e morboso. I vip si prestano continuamente come testimonial di pseudobeneficenza, e l'inganno collettivo si protrae. Mistificazione, buonismo e falsa compassione abbondano, così come l'imbecillità e l'egoismo mimetizzato. La politica della pietà è una politica che fa pietà ...
di Alain de Benoist - Fonte: www.alaindebenoist.­com
Tocqueville osservava che «raramente nei secoli democratici gli uomini si sacrificano l'uno per l'altro», mentre «mostrano una generica compassione per ogni essere umano» (La democrazia in America). Osservazione giustissima, ma è incerto se tale tendenza si possa attribuire alla democrazia e alla «parificazione delle condizioni» che per Tocqueville le è connessa. Qui meglio invocare il ruolo della borghesia, il cui avvento ha emarginato sia valori aristocratici, sia valori popolari, sostituendoli con ciò che ancora Tocqueville chiamava passioni «debilitanti»: ascesa dell'egoismo, ansia di benessere, desiderio di sicurezza. Il fatto è che negli ultimi decenni le passioni «debilitanti» sono cresciute, favorite dalla moda dell'ideologia dei diritti dell'uomo. Anche l'egoismo è presente, camuffato da umanitarismo, avvolto in un discorso che gronda piagnisteo, ottimismo, frasi fatte e buone intenzioni. Michel Maffesoli evoca nella République des bons sentiments (Editions du Rocher, 2008) la
«dittatura» di questi ultimi, che «ogni giorno si riversano come un niagara d'acqua tiepida sulle masse». Constatato che l'ideologia dei diritti dell'uomo si declina ormai in ogni tipo di devozione; che con sempre maggior fervore si gonfiano ectoplasmi rimbombanti sotto le stesse parole; che da questo humus fioriscono i nuovi benpensanti, Maffesoli chiede: «Oseremo dire che questo moralismo è l'origine del rimbecillimento contemporaneo?»­. Rimbecillimento di varie fonti. Una è l'incultura, crescente anch'essa, estesa a ogni livello e ambiente. Nella ragione commerciale, la pulsione di morte è sempre attiva, ma qui si tratta soprattutto di morte dello spirito. I ragazzi del maggio '68 erano in media più colti dei genitori, oggi è l'opposto.
La crisi dell'istituzione scolastica è così nota che non vale ricordarla: da tempola scuola non educa più e stenta sempre più a istruire. S'è diffusa l'idea che in fondo non serva imparare ciò che è senza uso pratico immediato e la sete di sapere s'è subito spenta. Nessuna curiosità, nessun interesse per ciò che è accaduto «quando io non ero ancora nato».
Perché sapere, del resto, se c'è Internet? Il neomoralismo è onnipresente. Nella campagna presidenziale del 1974, Valéry Giscard d'Estaing disse in tv: «Signor Mitterrand, lei non ha il monopolio del cuore!». Da allora tutti gareggiano nell'esibire il «cuore». Nell'ansia d'essere «quanto più vicini» alle «esigenze dei cittadini», gli uomini politici sanno che il loro marchio dipende dalla capacità di sembrar sensibili a ogni tipo di disgrazia personale, delle quali in realtà s'infischiano totalmente. Alla minima catastrofe che abbia un'eco mediatica, i politici si precipitano ormai a esprimere «emozione».
Di colpo gli elettori li prendono come testimoni di qualsiasi difficoltà che capiti loro. Per Myriam Revault d'Allonnes, «negli studi tv il pubblico parla di problemi personali e ai candidati chiede empatia per preoccupazioni e miserie, sebbene extrapolitiche [...]. Ognuno espone lamentele personali e lo spazio pubblico non è più il luogo dove cristallizzare l'opinione, cioè l'attenzione dei cittadini che si mobiliti suproblemi giudicati essenziali per la comunità. È il luogo dove le singole esperienze si sommano e l'individualismo di massa trionfa».
L'invasione del campo politico a opera della compassione rivela anche che la sfera pubblica è sommersa dal privato. La generalizzazione dei buoni sentimenti accompagna e aggrava il ripiegamento sulla sfera personale. La vita politica passa così dalla parte di una «società civile» chiamata a partecipare alla «governance» attraverso «domande cittadine » senza più il minimo rapporto con l'esercizio politico della cittadinanza. L'attualità si concentra sui grandi eventi emotivi (morte di Lady Di, liberazione d'Ingrid Betancourt), trattando lacrimosamente ogni dramma del pianeta. Il minimo incidente della vita quotidiana (tempesta, treno guasto, incidente stradale, violenza a scuola,ecc.) è pretesto per irruzioni di «unità di sostegno», che permettano ai «coinvolti» di non cadere in «depressione», di «elaborare il lutto» e «rialzarsi» in tempo minimo. La parola d'ordine generale è compassione. Dal Telethon alle «marce per l'Alzheimer» sono innumerevoli le manifestazioni di «solidarietà» che sfociano
regolarmente in sagre festose, un modo economico per avere una buona coscienza. Ci si diverte a un concerto rock? Lo si fa per i malati di Aids. Anche buone cause come rispetto della natura e degli animali finiscono così travolte dall'idiozia. I polli in batteria e gli animali d'allevamento sono trattati come cose da un'industria agro-alimentare dove la produttività è la regola, ma gli animali da compagnia, a partire da cani e gatti, sono oggetto d'attenzioni e agghindati (gioielli, profumi, perfino psicoterapia) in un modo che la dice lunga, più che sui loro bisogni reali, sui loro padroni. Non si compra più nemmeno un golf senza trovarci un'etichetta a garanzia che diritti dell'uomo (e del bambino) sono stati rispettati fabbricandolo.
Beninteso, l'uomo compassionevole non è necessariamente uomo che compatisce, come la moralina non è la morale e la sensibilità affettata non è sensibilità. Per avere amore (agapè) verso tutti, alla fine non se ne ha verso nessuno: ciò che si acquista in intensità si perde in estensione. Si cade allora nella posa vantaggiosa o nella petizione di principio. Nell'alibi e nella buona coscienza.
L'amore indifferenziato deriva surrettiziamente dalla preoccupazione di sé. Deriva da una forma d'«altruismo» che è solo egoismo camuffato. Maffesoli nota ancora: «Meno umanità c'è, più umanitarismo benpensante spinge la canzonetta di un umanismo meschino e sclerotizzato»­. Nel Saggio sulla rivoluzione, Hannah Arendt faceva una critica devastante della «politica della pietà», mostrando soprattutto che essa era il contrario di una politica sociale, anzi, semplicemente di una politica. Per Myriam Revault d'Allonnes, «con la politica della pietà il concetto di popolo cambia profondamente accezione e, per la Arendt, addirittura si snatura. Il popolo cittadino - quello che partecipa all'agire insieme, al potere in comune - diventa il popolo sofferente, quello degli infelici e delle vittime». Tale «popolo» non cerca più dimostrarsi come potenza politicamente sovrana, ma gareggia in vittimismo piagnone. Con la politica della pietà, è la politica che fa pietà. (Traduzione di Maurizio Cabona)

L'Ultima Bolla. Ovvero come il parassitismo strutturato a sistema mondiale stia implodendo senza alcuna consapevolezza ed assunzione di responsabilità

L'Ultima Bolla. Ovvero come il parassitismo strutturato a sistema mondiale stia implodendo senza alcuna consapevolezza ed assunzione di responsabilità
Autore: Francesco Carbone
Fonte: Associazione Usemlab di Torino, http://www.usemlab.com/index.php?option=com_frontpage&Itemid=1
Oramai è chiaro. Lo avevamo intuito, tra perplessità e timori, qualche settimana fa. L'ultima bolla da gonfiare rimasta era quella dei titoli di stato. Si sta gonfiando che è una meraviglia. Una bolla che sta tirando nel pentolone tutti quelli che cercano una via d'uscita a questa situazione. E che non hanno altre vie d'uscita. In questo mondo di carta con regole ben precise dettate da chi la carta la stampa e la impone per legge, non rimane infatti altro da fare che provare a salvarsi saltando dalla padella alla brace. I signori che comandano hanno spianato la strada. Con tutti i loro trucchi degni dei signori delle tre carte (dalla propaganda deflazionistica, alla "gestione" dei prezzi delle materie prime via strumenti derivati, etc etc) rendono quel saltino il più facile e comodo possibile.
Prendiamo una compagnia di assicurazioni, che abbia condotto finora una gestione prudente (caso limite che va bene per il nostro esempio, come andrebbe bene anche il caso di un fondo pensione). Una società del genere incassa oggi dei premi dagli assicurati, che necessariamente deve "investire", e che serviranno un domani per poter rispondere alle obbligazioni assunte verso i clienti (il pagamento dell'assicurazione appunto, o il pagamento della pensione).
Qualunque assicurazione, per quanto prudente, in passato ha allocato parte del capitale in azioni e obbligazioni societarie. Per quanto minima, questa quota di capitale investito ha portato a delle perdite considerevoli. Ad oggi, quindi, il capitale dalla società di assicurazioni ne ha risentito (e il titolo in borsa di conseguenza, per quanto prudente sia stata la gestione, come nel caso limite ipotizzato).
Oggi, di fronte a uno scenario confuso, per non dire disastroso, come si comporta la società appena descritta (e a maggior ragione tutte quelle che hanno condotto una gestione meno prudente)? Cerca di evitare nuove trappole e nuovi rischi, andando ad allocare le risorse di cui dispone anticipatamente in strumenti finanziari con il profilo di rischio più basso (e un rendimento più basso).
E quali sono gli strumenti con il profilo di rischio più basso? Non certo l'oro, una "materia prima" che oscilla anche del 5% al giorno, magari al ribasso, come oggi. Sono invece gli strumenti liquidi, cosiddetti "monetari", ma che oramai offrono rendimenti prossimi all'1% o 2%, oppure... titoli di stato a lungo termine! Il titolo free risk per eccellenza al quale abbiamo dedicato una parte del nostro libro.
Ecco perchè stanno salendo i prezzi dei titoli di stato che oggi hanno toccato altri massimi (mentre tutto il resto precipitava ancora una volta). Investitori terrorizzati che non hanno nessuna idea di come funzioni l'economia, né tantomeno il mercato finanziario e i processi di mercato, accompagnati a braccetto dalle società come quelle assicurative che devono allocare il capitale nei titoli con basso profilo di rischio, si stanno gettando da oltre un mese a comprare titoli di stato, i cui rendimenti sono scesi sotto i livelli del 2003.
Siamo a un 2.88% per il decennale del governo americano, quello in termini assoluti e anche relativi più indebitato di tutti quanti. Un 3.15% per il governo tedesco. Governi che hanno già speso e dovranno spendere l'impossibile per salvare l'economia, o per provare a "farla crescere" nuovamente. Governi che nel 2009 dovranno chiedere agli investitori altre migliaia di miliardi per finanziare i nuovi buchi di bilancio. Governi che sono sempre costantemente in rosso, in profondo rosso, che se fossero società private sarebbero già falliti da tanto tempo.
Invece non falliscono perchè sono le uniche entità su questa terra che hanno il diritto di depredare qualcuno "per legge". O la borsa o la vita. Possono farlo solo loro. Nessun altro. Tranne le organizzazioni criminali, ovviamente.
Tuttavia anche questo gioco (per niente divertente) di aggredire e depredare i propri cittadini del reddito da loro prodotto, in maniera sempre più pesante e progressiva, oramai è destinato a terminare: nella peggiore delle ipotesi con il corpo che muore anche il parassita fa la stessa fine.
Peccato perchè l'unica speranza sarebbe stata quella di vedere il corpo ribellarsi. Ricorrere a qualunque antiparassitario per debellare la zecca che se lo sta divorando. E invece il corpo è lì che paradossalmente chiede alla zecca di muoversi, di fare qualcosa ancora, di inscenare l'ultimo spettacolino, ignaro che il parassita si muove solo succhiando sangue, quel poco che è rimasto adesso, e tutto quello che verrà prodotto in futuro.
Non c'è via d'uscita a questo circolo vizioso. Una ci sarebbe e l'abbiamo proposta nel libro. Ma è inaccettabile da una mentalità anticapitalista e antiliberale come quella che domina le teste del 99,9% della gente (anche di quelli che si ritengono liberali e capitalisti). Quei corpi che ragionano come se fossero loro ad essere i parassiti, convinti di avere tutto il sacrosanto diritto, istituito per legge, di poter parassitare a spese della stessa zecca o di qualche corpo vicino. Povera illusione. Su di essa il mondo si incarta intorno all'ultima bolla.
Bastiat quasi 200 anni fa scrisse "lo stato è quella grande FINZIONE in virtù della quale tutti cercano di vivere alle spalle di tutti gli altri". Se oggi fosse vivo scriverebbe "lo stato è quella grande REALTA' in virtù della quale, FINORA, tutti sono riusciti a vivere alle spalle di tutti gli altri". Forse, scoppiata l'ultima bolla, finalmente qualche lampadina si accenderà, per comprendere sia la seconda che la prima frase. Ma allora, forse, sarà troppo tardi.