Stato italiano, sempre peggio: oro, contante, carte prepagate ed altro nel mirino della Dogana
di LEONARDO FACCO
Dentro “Elogio del contante“, un mio libro edito nel 2009, riporto questa frase: «Il controllo, ed i controllori, si insinuano subdolamente e con affermazioni all’apparenza plausibili, rassicuranti. Provate a porvi, però, questa domanda: “Immaginate uno Stato dove non esista il contante e, in questo ipotetico Stato, immaginate un manifestante, un anti-conformista, particolarmente scomodo. A costui, dopo aver controllato ogni sua spesa, dopo aver saputo di lui ogni interesse, gli si potrebbe sequestrare il conto corrente impedendogli persino di mangiare. È lì che vogliamo arrivare”?».
In Grecia, dopo la crisi Lehman Brothers, han fatto prove tecniche in tal senso. Scriveva Wall Street Italia: “In Grecia i contribuenti saranno costretti a dichiarare tutto il denaro in loro possesso – sia le banconote nascoste “sotto il materasso” sia quelle depositate in cassette di sicurezza – che superi i 15 mila euro di valore, nonché i gioielli e le pietre preziose (oro compreso) del valore superiore ai 30 mila euro”.
In Canada, l’insulso governo Trudeau ha bloccato i conti dei camionisti che protestavano contro le restrizioni pandemiche, non uno scherzo, ma la riedizione di quel che fece Roosevelt nell’aprile del 1933, che con il decreto presidenziale n. 6102 decise il sequestro di tutto l’oro (contante insomma) detenuto da privati cittadini, vietandone il commercio, pena la prigione e l’obbligo a cedere il proprio oro alla Federal Reserve. Sintetizzo: l’idea di una confisca completa degli averi dei greci, già operata dai governi insolventi in passato, è alle porte in Europa.
Orbene, chi mi legge da tempo sa che la “lotta al contante” da parte del potere politico non ha mai termine, anzi. Ovviamente, anche i “piccoli Goebbels” italiani (la sinistra in primis, ma anche questo patetico governo libbberal-fascioconservatore) vogliono controllare e controllarci, esattamente come proponeva qualche decennio fa quel rifiuto umano sessantottino che è Mario Capanna.
Vediamo, allora, cosa ha adottato l’esecutivo Meloni col nuovo decreto legislativo, recentemente approvato dal Consiglio dei ministri, che introduce una stretta significativa sulle esportazioni e importazioni di valuta in qualsiasi forma, in recepimento dell’infame regolamento UE 1672/2018. In primis, il nuovo provvedimento conferma che non si può esportare o importare valuta per un valore superiore a 10.000 euro. Dopodiché, aggiorna la definizione di “denaro contante” a cui applicare i limiti di trasferimento. Ergo, oltre alla valuta rientrano tutti gli strumenti negoziabili al portatore:
- Beni utilizzati come riserve altamente liquide di valore;
- Carte prepagate
- Assegni turistici (o traveller’s cheque)
- Assegni
- Vaglia cambiari
- Ordini di pagamento emessi al portatore, firmati ma privi del nome del beneficiario, girati senza restrizioni, a favore di un beneficiario fittizio, ovvero emessi altrimenti in forma tale che il relativo titolo passi all’atto della consegna.
E l’oro? “Il decreto legislativo introduce anche modifiche alla normativa riguardante l’oro e le operazioni in oro comprendono diversi aspetti importanti che mirano a rafforzare il controllo e la regolamentazione nel settore. In particolare viene ampliata la nozione di Oro da Investimento, includendo quello destinato a successiva lavorazione. Questo significa che anche l’oro che non è immediatamente acquistato come investimento ma è destinato a trasformazioni future è considerato come oro da investimento. Inoltre le definizioni di «materiale d’oro» vengono ridefinite per includere una gamma più ampia di beni e operazioni in oro”.
Il provvedimento di cui sopra prevede che l’importo minimo per cui le operazioni in oro devono essere dichiarate all’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) viene abbassato da 12.500 euro a 10.000 euro. Questo significa che ora è richiesto di dichiarare operazioni in oro anche per importi minori. L’obbligo di dichiarazione si estende anche a operazioni che non prevedono la consegna fisica dell’oro. Inoltre, per operazioni con la stessa controparte effettuate nel corso di un mese solare, è necessario dichiarare singolarmente operazioni pari o superiori a 2.500 euro, se complessivamente ammontano a 10.000 euro o più.
E cosa si rischia? Senza una dichiarazione, che è obbligatoria e deve essere fatta presso l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli entro 30 giorni dall’entrata o uscita dalla Ue, lo Stato procederà al sequestro del denaro nella misura pari al 50% dell’importo eccedente la soglia fino a 20.000 euro, al 70% dell’importo eccedente fino a 100.000 euro e infine al 100% dell’importo eccedente per somme superiori a 100.000 euro. In caso di informazioni inesatte o incomplete invece si rischia il 25% dell’importo eccedente fino a 10.000 euro, il 35% fino a 30.000 euro, il 70% fino a 100.000 euro e il 100% oltre 100.000 euro.
Credo non basti più la disapprovazione generale per biasimare il parassitismo arrogante dei governanti italo-europei, veri e aguzzini fiscali.
Pierre Joseph Proudhon aveva capito tutto, e affermava: “Essere governato significa essere guardato a vista, ispezionato, spiato, diretto, regolamentato, schedato, registrato, indottrinato, catechizzato, controllato, esaminato, valutato, censurato, comandato, da parte di esseri che non hanno né il diritto, né la saggezza, né la virtù per poterlo fare. Essere governato vuol dire, in ogni azione o transazione, essere annotato, catalogato, censito, iscritto, tassato, bollato, giudicato, enumerato, valutato, autorizzato, ammonito, proibito, riformato, corretto, punito. O ancora, in forza del pretesto dell’utilità pubblica, ed in nome dell’interesse generale, significa essere messo a tributo, educato, taglieggiato, sfruttato, monopolizzato, estorto, spremuto, mistificato, derubato; in seguito, alla minima resistenza, alla prima parola di lamento, vuol dire essere represso, sanzionato, dileggiato, vessato, calpestato, abusato, randellato, disarmato, strangolato, imprigionato, giudicato, condannato, fucilato, deportato, sacrificato, venduto, tradito; e per coronare il tutto, ciò postula l’essere schernito, ridicolizzato, oltraggiato, disonorato. Questo è lo Stato; questa la sua giustizia; questa la sua moralità”.
La strada che ha imboccato l’Occidente ci sta portando in direzione ostinatamente sbagliata. Se vi piace essere governati, è bene che vi abituiate ad essere espropriati e controllati! Solo una cosa: non chiedetemi, però, di essere comprensivo!
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