Benvenuti nel Blog di Claudio Martinotti Doria, blogger dal 1996


"Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam", motto dell'Ordine dei Cavalieri Templari, Pauperes commilitones Christi templique Salomonis

"Ciò che insegui ti sfugge, ciò cui sfuggi ti insegue" (aneddotica orientale, paragonabile alla nostra "chi ha pane non ha denti e chi ha denti non ha pane")

"Quello che mi ha sorpreso di più negli uomini dell'Occidente è che perdono la salute per fare soldi. E poi perdono i soldi per recuperare la salute. Pensano tanto al futuro che dimenticano di vivere il presente in tale maniera che non riescono a vivere nè il presente nè il futuro. Sono come se non dovessero morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto."
(Dalai Lama)

"A l'è mei mangè pan e siuli, putòst che vendsi a quaicadun" (Primo Doria, detto "il Principe")

"Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono. Poi vinci." Mahatma Gandhi

L'Italia non è una nazione ma un continente in miniatura con una straordinaria biodiversità e pluralità antropologica (Claudio Martinotti Doria)

Il proprio punto di vista, spesso è una visuale parziale e sfocata di un pertugio che da su un vicolo dove girano una fiction ... Molti credono sia la realtà ed i più motivati si mettono pure ad insegnare qualche tecnica per meglio osservare dal pertugio (Claudio Martinotti Doria)

Lo scopo primario della vita è semplicemente di sperimentare l'amore in tutte le sue molteplici modalità di manifestazione e di evolverci spiritualmente come individui e collettivamente (È “l'Amor che move il sole e le altre stelle”, scriveva Dante Alighieri, "un'unica Forza unisce infiniti mondi e li rende vivi", scriveva Giordano Bruno. )

La leadership politica occidentale è talmente poco dotata intellettualmente, culturalmente e spiritualmente, priva di qualsiasi perspicacia e lungimiranza, che finirà per portarci alla rovina, ponendo fine alla nostra civiltà. Claudio Martinotti Doria

PER CONTATTI: claudio@gc-colibri.com

Se preferite comunicare telefonicamente potete inviare un sms al 3485243182 lasciando il proprio recapito telefonico (fisso o mobile) per essere richiamati. Non rispondo al cellulare ai numeri sconosciuti per evitare le proposte commerciali sempre più assillanti

Questo blog ha adottato Creative Commons

Licenza Creative Commons
Blog personale by Claudio Martinotti Doria is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.
Based on a work at www.cavalieredimonferrato.it.
Permissions beyond the scope of this license may be available at www.cavalieredimonferrato.it.


Patriă Montisferrati

Patriă Montisferrati
Cliccando sullo stemma del Monferrato potrete seguire su Casale News la rubrica di Storia Locale "Patriă Montisferrati", curata da Claudio Martinotti Doria in collaborazione con Manfredi Lanza, discendente aleramico del marchesi del Vasto - Busca - Lancia, principi di Trabia

Come valorizzare il Monferrato Storico

La Storia, così come il territorio e le sue genti che l’hanno vissuta e ne sono spesso ignoti ed anonimi protagonisti, meritano il massimo rispetto, occorre pertanto accostarsi ad essa con umiltà e desiderio di apprendere e servire. In questo caso si tratta di servire il Monferrato, come priorità rispetto a qualsiasi altra istanza (personale o di campanile), riconoscendo il valore di chi ci ha preceduti e di coloro che hanno contribuito a valorizzarlo, coinvolgendo senza preclusioni tutte le comunità insediate sul territorio del Monferrato Storico, affinché ognuna faccia la sua parte con una visione d’insieme ed un’unica coesa identità storico-culturale condivisa. Se ci si limita a piccole porzioni del Monferrato, per quanto significative, si è perdenti e dispersivi in partenza.

Sarà un percorso lungo e lento ma è l’unico percorribile se si vuole agire veramente per favorire il Monferrato Storico e proporlo con successo come un’unica entità territoriale turistico culturale ed economica …

UN esaustivo articolo che sintetizza quanto riferito da me in tutti questi anni con qualche idea aggiuntiva ...

La morte delle banche e il futuro del denaro 

Fonte: L'Indipendenza, Quotidiano on line http://www.lindipendenza.com 

di DETLEV SCHLICHTER

Il Cancelliere Inglese George Osborne ed il Governatore della Banca d’Inghilterra Mervin King hanno annunciato la settimana scorsa un altro round di misure di stimolo fiscale e monetario, comprese misure per facilitare il finanziamento delle banche e consentire loro di estendere più prestiti. Se con queste misure si sperava di infondere fiducia, esse devono essere classificate come un fallimento. Abbiamo finora vissuto diversi anni con politiche monetarie espansionistiche persistenti e senza precedenti, e giri occasionali di QE, e dubito che ancora un’altra dose della stessa medicina causerà grande eccitazione. Inoltre, gli osservatori devono essere piuttosto confusi su quali sono i nostri problemi più urgenti. Non abbiamo avuto una vera crisi bancaria nel Regno Unito nel 2008 perché le banche erano troppo estese e in disperato bisogno di risanamento dei bilanci? Non è urgente ed inevitabile un periodo di sdebitamento e di ricostruzione dei coefficienti patrimoniali? Non dimentichiamo che il governo è ancora un proprietario di maggioranza di RBS e detiene una larga fetta di Lloyds-TSB. Se le banche sono ancora tenute artificialmente in vita grazie ai contribuenti ed alla banca centrale, è saggio spronarle ad espandere di nuovo i propri bilanci e creare più credito per “stimolare” la crescita?
La stessa confusione esiste in materia di politica fiscale. La crisi della Grecia non è un duro avvertimento a tutti gli altri mutuatari sovrani là fuori, che sono ugualmente e senza eccezioni su un pendio scivoloso verso l’Armageddon fiscale, che è giunto il momento di una drastica riduzione della spesa e di una fondamentale riforma fiscale? Se la Banca d’Inghilterra o il governo si assumono il rischio di credito nelle ultime misure aggiuntive, allora il contribuente è in una situazione difficile. Niente di tutto questo infonderà fiducia, non nell’economia e non nelle banche, e certamente non nella politica. Il quotidiano Britannico “The Independent” titolava: “King preme il pulsante del panico,” cosa che io considero una descrizione piuttosto appropriata.
Le banche sono dinosauri parastatali
Una cosa è ormai chiara anche all’osservatore più distratto: le banche non sono imprese capitalistiche. Nella loro attuale incarnazione hanno poco a che fare con il libero mercato e non c’è posto per questo. Oscillano costantemente tra due posizioni: Un momento sono un protettorato dello stato in disperato bisogno di sostegno da parte della stampa dello stato o dei fondi dei contribuenti illimitati, dove, in assenza di tale sostegno, ci troveremmo presumibilmente di fronte alla temuta ricaduta sociale di un totale collasso finanziario; un momento dopo sono un comodo strumento per la politica dello stato, affinché quest’ultimo venga alimentato con riserve bancarie ampie e con bassi tassi di interesse per creare ancora più credito a buon mercato e favorire la fabbricazione di una certa crescita artificiale. O le banche sono le regine permanenti del sistema monetario fiat, o sono leve convenienti per i pianificatori centrali macro-economici. In ogni caso, le imprese capitalistiche hanno un aspetto diverso. Le banche centrali e le moderne banche a denaro fiat sono semplicemente una macchia sul sistema capitalista. Affinché il capitalismo operi agevolmente devono, in ultima analisi, essere rimosse. Credo che la logica di fondo del capitalismo funzionerà in questa direzione. Personalmente, credo che il tentativo di “riformare” il sistema attuale è uno spreco di tempo e di energia. E’ particolarmente disdicevole per i libertari poiché corrono il rischio di essere infettati con i ceppi dello statalismo che corrono attraverso il sistema. Sostituiamo questo sistema con qualcosa di meglio. Con un sistema monetario basato sul mercato.
Quando e come esattamente il sistema attuale finirà, nessuno può dirlo. Credo che siamo nell’inning finale. In tutto il mondo, tutte le principali banche centrali hanno ora fissato i tassi di interesse a zero o vicino allo zero ed utilizzano i propri bilanci in un disperato tentativo di evitare che i loro sistemi bancari fortemente indebitati si contraggano o collassino potenzialmente. Se pensate che tutto questo è solo temporaneo e che passerà senza intoppi quando l’economia finalmente si “riprenderà”, allora siete probabilmente sotto farmaci, o avete dato ascolto per troppo tempo agli economisti mainstream che sono, nella maggior parte dei casi, felici di operare come apologeti del sistema attuale. Credo ancora nella possibilità che, ad un certo punto, qualcuno spingerà l’acceleratore monetario a tavoletta; l’ultimo QE che spingerà il sistema giù dal burrone. Questo sarà il momento in cui i banchieri centrali scopriranno – e lo scopriranno nel modo più difficile – che la loro capacità di stampare denaro fiat può anche essere illimitata, ma che la fiducia della popolazione in questa moneta fiat non lo è di certo. L’intero sistema salterà in aria come una palla di fuoco iperinflazionata, il che è stata la fine della maggior parte degli esperimenti precedenti con sistemi a denaro fiat totali, tutti gli altri si sono conclusi con un ritorno volontario alla moneta-merce prima che la popolazione perdesse la totale fiducia nel sistema. E la prospettiva di un ritorno volontario ed ufficiale ad un gold standard sembra minima al momento. Tuttavia, questo non è l’argomento di questo saggio.
Il futuro del denaro
Spesso mi viene chiesto, che cosa verrà dopo dopo che il sistema attuale sarà crollato? Dovremo tornare al baratto? – No. Ovviamente, una moderna economia capitalistica ha bisogno di un sistema monetario funzionante. La mia speranza è che dalle ceneri del sistema attuale sorga un nuovo sistema monetario che sia interamente privato e non gestito dagli stati – e che non abbia la diabolica alleanza stato-banca al suo interno, un’alleanza che esiste in opposizione a tutto ciò che il libero mercato rappresenta. Nessuno può dire di preciso a che cosa assomiglierà questo nuovo sistema. La sua forma e caratteristiche saranno alla fine decisi dal mercato. In questo campo, come in altri, ci sono pochi limiti alla capacità inventiva ed all’ingegno umano. Ma possiamo già porre alcuni punti concettuali su un tale sistema, e dovremmo contemplare la perfezione di tale sistema ora, mentre il vecchio sistema è in agonia.
Un gold “standard” privato
I sistemi monetari di libero mercato, in cui l’offerta di moneta è fuori dal controllo politico, è probabile che siano sistemi in cui il denaro è proprio una merce di quantità limitata e piuttosto anelastica. Sembra improbabile che un mercato completamente libero concederebbe a qualsiasi soggetto privato il diritto di produrre denaro (cartaceo o elettronico) secondo volontà e senza limiti. Il sistema attuale è insolito in questo senso e non è chiaramente una soluzione di libero mercato. Non è nemmeno sostenibile. I candidati più ovvi sono l’oro e l’argento, che hanno operato come denaro per migliaia di anni. Potremmo immaginare un moderno sistema al cui centro ci sono aziende private che offrono l’immagazzinamento di oro ed argento, probabilmente in una varietà di giurisdizioni (Zurigo, Londra, Hong Kong, Vancouver). Intorno a questo nucleo di metallo monetario immagazzinato, un sistema finanziario è costruito affinché utilizzi le ultime tecnologie di informazione e di pagamento per facilitare i trasferimenti di proprietà in questa base monetaria in modo facile, sicuro e conveniente tra chi sceglie di partecipare a questo sistema (Sì, ci sarebbero carte di credito, bonifici e pagamenti internet o con telefonia mobile. Non ci sarebbero, tuttavia, riunioni del FOMC, nessun governatore della Banca d’Inghilterra che scrive lettere al Cancelliere, e nessuna politica monetaria!). Queste compagnie che immagazzinano oro e argento sono imprese bancarie? — Beh, potrebbero diventare banche. In realtà, questo è come è iniziato il nostro sistema bancario attuale. Ma ci sono differenze importanti su cui dirò un paio di cose dopo. In ogni caso questo sarebbe denaro sonante, internazionale, privato ed apolitico. Sarebbe denaro capitalista.
O Bitcoin
Un’altra soluzione potrebbe essere private denaro virtuale, come ad esempio Bitcoin. Bitcoin è denaro immateriale, soldi su internet. Si tratta di un software. Bitcoin può essere pensato come una merce crittografata. I singoli Bitcoin possono essere creati attraverso un processo che si chiama “mining”. Coinvolge una certa potenza di calcolo, ed il complesso algoritmo al centro di Bitcoin rende la creazione di ulteriori Bitcon più difficile (e più costosa) più Bitcoin ci sono già in esistenza. L’offerta complessiva di Bitcoin è limitata a 21 milioni di unità. Di nuovo, ciò è fissato dall’algoritmo, che non può essere alterato. Così, la creazione di denaro Bitcoin è interamente privata, ma non gratuita e non è illimitata. La maggior parte delle persone, naturalmente, non “minerà” mai i Bitcoin, così come sotto il gold standard la maggior parte delle persone non minava l’oro. La gente acquisirà Bitcoin attraverso il commercio, attraverso lo scambio di beni e servizi per Bitcoin, quindi utilizzando i Bitcoin per le altre transazioni. Bitcoin è una moneta forte. La sua offerta è anelastica, e non sotto il controllo di un organismo emittente. E’ “denaro” veramente capitalista ed internazionale – ovviamente ciò presuppone che la popolazione sia disposta ad usarlo come moneta.
Ci sono naturalmente una serie di domande che circondano Bitcoin che non possono essere trattate in questo saggio: E’ sicuro? L’algoritmo può essere modificato o danneggiato ed i Bitcoin, quindi, essere contraffatti? I “wallet” virtuali in cui sono archiviati i Bitcoin sono sicuri? – Queste sono domande per un esperto di sicurezza informatica o un crittografo, ed io non sono nessuno dei due. La mia tesi è concettuale. Il mio obiettivo non è quello di analizzare Bitcoin in quanto tale ma di ragionare sulle conseguenze di una moneta merce virtuale, che ritengo fattibile in linea di principio, e suppongo semplicemente – per amore della discussione – che Bitcoin è già la soluzione. Se questo sia vero, non lo posso dire. Lo deve decidere – ancora una volta – il mercato.
Però c’è una domanda per l’economista: Bitcoin potrebbe essere ampiamente accettato come moneta? Ciò non contraddirebbe il teorema della regressione di Mises, in cui si afferma che nessuna forma di denaro può nascere come un mezzo di scambio pronto; che qualunque sia la sostanza monetaria (o non-sostanza), deve avere avuto un qualche altro uso come merce prima del suo primo utilizzo come moneta. Il mio contro-argomento qui è il seguente: l’analogia è la banconota, che è nata non come una merce ma come uno strumento di pagamento, vale a dire, un credito nei confronti del proprio denaro che era l’oro o l’argento, all’epoca. Le banconote vennero inizialmente utilizzate come un modo più conveniente per trasferire la proprietà in oro o argento. Una volta che le banconote iniziarono a circolare ampiamente e vennero generalmente accettate come mezzi di scambio nel commercio, la copertura dell’oro potè essere eliminata e le banconote ancora continuarono a circolare come moneta. Erano diventate denaro. Allo stesso modo, Bitcoin può essere pensato, inizialmente, come una tecnologia di pagamento, come un dispositivo comodo ed economico per trasferire la proprietà in denaro cartaceo dello stato. (I Bitcoin possono al momento essere scambiati per la cartamoneta a vari cambi.) Ma poiché l’offerta di Bitcoin è limitata mentre l’offerta di moneta cartacea dello stato si espande costantemente, il valore di cambio dei Bitcoin è destinato a salire. E ad un certo punto, i Bitcoin potrebbero iniziare ad essere commerciati come moneta.
Un sistema monetario costruito su denaro forte, internazionale ed apolitico, sia in forma di un sistema aureo privato sia in forma di Bitcoin, sarebbe un vero e proprio sistema capitalista, un sistema che facilita lo scambio libero e volontario tra soggetti privati e le imprese all’interno e attraverso le frontiere, un sistema che è stabile e fuori dal controllo politico. Ci sarebbero molti vantaggi per l’utente del denaro ma ci sarebbe un ruolo piccolo per le attuali banche, il che mostra in che misura le banche sono diventate una creatura dell’attuale sistema monetario fiat dello stato e di tutte le sue incongruenze.
Le banche traggono profitto dalla creazione di moneta
Le banche operano a riserva frazionaria bancaria (FRB), il che significa che prendono i depositi che dovrebbero essere sicuri e liquidi, e quindi pagano quel poco di interesse ai depositanti, e li usano per finanziare i prestiti che sono illiquidi e rischiosi, e quindi pagano alla banca un interesse elevato. Attraverso il processo della riserva frazionaria, le banche ampliano l’offerta di moneta nell’economia; diventano produttrici di denaro, il che è, ovviamente, redditizio. Molti economisti mainstream accolgono la FRB come un modo per espandere la moneta ed il credito e “stimolare” l’ulteriore crescita, ma come hanno argomentato in modo convincente la Scuola Valutaria in Gran Bretagna nel XIX secolo ed in particolare la Scuola Austriaca sotto Mises e Hayek nel XX secolo (e come spiego io in dettaglio su Paper Money Collapse – The Folly of Elastic Money and the Coming Monetary) questo processo non solo è rischioso per le banche individuali, è destabilizzante per l’economia nel suo complesso. Deve provocare cicli di boom-bust.
Non si può escludere che le banche potrebbero operare a FRB anche in un sistema aureo privato o con Bitcoin. Tuttavia, in assenza di un supporto mediante una banca centrale che funziona come prestatore di ultima istanza la FRB sarebbe molto limitata, in effetti. Sarebbe troppo pericoloso per le banche abbassare i loro coefficienti di riserva (almeno a livelli piuttosto bassi) poiché ciò aumenterebbe il rischio di una corsa agli sportelli bancari. A volte mi hanno detto che sono troppo critico nei confronti delle banche centrali e dello stato, e che dovrei dirigere la mia ira verso le banche “private” ed “avide”, perché sono le banche “private” che creano tutti i soldi attraverso la FRB. Certo. Ma la FRB è solo possibile sulla scala in cui è stato condotta negli ultimi decenni perché le banche sono supportate – ed anche attivamente incoraggiate – nelle loro attività a FRB da una banca centrale che funge da prestatore di ultima istanza, in particolare dato il fatto che la banca centrale ha oggi il pieno ed illimitato controllo sulle riserve di denaro fiat della banca. In un sistema di denaro forte (oro o Bitcoin), anche se le banche stesse hanno avviato la loro banca centrale che funge da prestatore di ultima istanza, tale entità non potrebbe creare maggiori riserve auree o riserve di Bitcoin e quindi fornire supporto illimitato alle banche.
La FRB è particolarmente improbabile che si sviluppi in un’economia Bitcoin, in quanto non vi è alcuna necessità di un deposito, di servizi per la custodia e per il deposito, e di tutti i servizi che comportano il trasferimento delle materie prime del sistema monetario (siano esse oro o biglietti cartacei statali) in altre forme più convenienti di mezzi di scambio, come il denaro elettronico in grado di facilitare le transazioni a grandi distanze. Il proprietario dei Bitcoin ha un account che sia simile al suo account di posta elettronica. Egli lo gestisce da se ed immagazzina i suoi stessi Bitcoin. E Bitcoin è denaro che è già pronto all’utilizzo per qualsiasi operazione, in qualsiasi parte del mondo, semplicemente via internet. La banca come intermediario può essere bypassata. L’utente Bitcoin assume il controllo diretto del suo denaro. Può accedere ai propri Bitcoin ovunque, semplicemente tramite la carta SIM nel suo smartphone.
L’enorme crescita della FRB è stata resa possibile dalla difficoltà di trasferire in modo sicuro su lunghe distanze l’oro fisico o i biglietti cartacei fisici. Questo ha creato un potente incentivo a mettere il denaro fisico nelle banche, e una volta il denaro fisico era nelle banche diventava “riserve” da utilizzare per la creazione di ulteriori asset monetari. La canalizzazione dei risparmi verso gli investimenti reali è molto importante, ma ricordate che la FRB è qualcosa di completamente diverso. Essa prevede la creazione di moneta e di credito senza alcun risparmio reale e volontario a sostenerli. La FRB non solo è inutile, è destabilizzante per l’economia nel suo complesso. Sotto il gold standard, ha creato cicli economici. Sotto il sistema di denaro fiat illimitato e delle banche centrali che fungono da prestatori di ultima istanza, ha creato il super-ciclo, che ora è nel suo doloroso stadio finale.
Le banche fanno soldi dai sistemi di pagamento
Quando di recente ho preso accordi per un viaggio in Africa ho trattato direttamente con gli operatori turistici locali, cosa che, oggi, può essere fatta facilmente ed economicamente con l’aiuto della posta elettronica, di internet e di skype. Eppure, quando si trattava di pagare i tour operator Africani ho dovuto passare attraverso un processo che non è cambiato molto dal 1950. Non solo erano coinvolte le banche Inglesi ed Africane, ma anche le banche di corrispondenza a New York. Questo ha richiesto tempo e, naturalmente, è costato denaro in forma di costi aggiuntivi. Immaginate avremmo potuto usare l’oro o Bitcoin! Il pagamento sarebbe stato così facile e veloce come tutte le e-mail. Non ci sarebbe stato nessun tasso di cambio, e piccole commissioni (forse nel caso dell’oro) o nessuna commissione (nel caso di Bitcoin).
Un altro esempio: L’anno scorso ho dato un webinar al Ludwig von Mises Institute (LvMI). Il LvMI si trova ad Auburn, Alabama, ho condotto il seminario da casa mia a Londra, l’addetto tecnologico del LvMI sedeva a Taiwan, ed i partecipanti al seminario si trovavano in tutto il mondo. Tutto questo è ora possibile – a buon mercato, rapido e conveniente – grazie alla tecnologia. Eppure, quando il LvMI mi ha pagato l’onorario doveva passare attraverso alcune banche – di nuovo, banche di corrispondenza a New York – c’è voluto un po’ di tempo e costi aggiuntivi. E l’onorario dal LvMI è stato pagato in una valuta che non posso utilizzare direttamente nel mio paese.
Le banche fanno i soldi col nazionalismo monetario
Gli storici d’economia futuri avranno pietà di noi per aver lavorato in un mosaico globale strano ed inefficiente di valute cartacee locali – e per aver ingenuamente creduto che questo rappresentava l’apice del capitalismo moderno. Oggi, ogni governo vuole avere la propria moneta cartacea locale e la propria banca centrale locale, e gestire la propria politica monetaria (ovviamente, sulla base di monete fiat locali perfettamente elastiche). Questo è naturalmente un grande impedimento al commercio internazionale ed al libero flusso dei capitali. Se voglio spendere i soldi che ho ottenuto dal LvMI e spenderli dove vivo (in Inghilterra), devo scambiare i dollari del LvMI per sterline. Posso farlo solo se trovo qualcuno che è disposto a prendere il lato opposto di tale operazione, qualcuno che è disposto a vendere sterline per dollari. L’esistenza di numerose monete re-introduce necessariamente un elemento di parziale baratto nel commercio basato sul denaro. Certo, il mercato fx giornaliero e multi-biliardario può fare al caso mio, ed in modo rapido ed economico, ma questo mercato è solo una soluzione di ripiego, un servizio molto sviluppato per affrontare nel miglior modo possibile le inefficienze del nazionalismo monetario. La soluzione migliore, più efficace e capitalista sarebbe quella di utilizzare lo stesso mezzo di scambio in tutto il mondo. Il gold standard era un sistema monetario molto superiore in questo senso. Passare dal gold standard internazionale ad un sistema con una moltitudine di valute cartacee gestite dallo stato significava regressione economica, non progresso.
Cento anni fa, si poteva prendere il treno da Londra a Mosca ed usare le stesse monete d’oro per tutto il percorso per il pagamento. Non c’era bisogno di cambiare i propri soldi nemmeno una volta. (Per inciso, non si aveva bisogno nemmeno di un passaporto!) Il concetto di “economia nazionale” che ha bisogno di una “moneta nazionale” è sempre una finzione. Così anche l’idea che le economie funzionano meglio se il denaro, i tassi di interesse ed i tassi di cambio sono accuratamente manipolati dai burocrati locali. (Questa finzione è ancora diffusa da molti economisti che si guadagnano da vivere con questo sistema.) Il problema più grande con la politica monetaria è che non esiste una cosa come la politica monetaria. Ma nel mondo di oggi sempre più globalizzato, queste finzioni sono del tutto insostenibili. Il capitalismo trascende i confini, e quello di cui ha bisogno per prosperare è semplicemente denaro forte, apolitico e quindi internazionale. Denaro come strumento adatto all’interazione umana volontaria ed alla cooperazione, e non uno strumento per la politica. Le banche traggono beneficio dall’attuale segregazione monetaria. Traggono costantemente profitto dal cambio di una moneta cartacea per un’altra e dai cambi in valuta estera. Le compagnie non finanziarie che operano a livello internazionale sono inevitabilmente costrette a speculare sui mercati valutari o a pagare per costose strategie di copertura (pagando di nuovo le banche per fornirli).
Le banche fanno i soldi con la speculazione
Non c’è, naturalmente, nulla di sbagliato con la speculazione in un libero mercato. Tuttavia, in un mercato veramente libero ci sarebbero poche possibilità di speculazione. Oggi il forte coinvolgimento dello stato nei mercati finanziari, l’esistenza di numerose monete di carta, il tutto gestito per uso domestico a fini politici, e la volatilità costante che viene generata dalla politica monetaria e fiscale creano grandi opportunità per la speculazione. Inoltre, il denaro facile che le banche centrali forniscono generosamente per sostenere la loro FRB sovra-estesa è utilizzato da molte banche per speculare negli asset finanziari, spesso anticipando la mossa successiva delle autorità monetarie con cui queste banche hanno un rapporto stretto. E in misura considerevole, le banche passano il denaro a basso costo dalle banche centrali ai clienti dei loro fondi speculativi. Ricordate che subito dopo il crollo della Lehman, le banche d’investimento Goldman Sachs e Morgan Stanley, che in precedenza avevano evitato i depositi ed i servizi bancari al dettaglio ma erano sempre state pesantemente coinvolte nel commercio dei titoli, ottennero rapidamente le autorizzazioni bancarie al fine di beneficiare dalla rete di sicurezza che lo stato fornisce alle proprie banche.
Le banche canalizzano i risparmi negli investimenti
Sì, in qualche modo continuano a fare questo, e questa è davvero una funzione importante di intermediari finanziari. Tuttavia, gli asset manager possono fare la stessa cosa, e lo fanno senza mescolare questi servizi con la FRB e la creazione di denaro. In generale, il settore della gestione patrimoniale è molto più trasparente su come si alloca gli asset dei suoi clienti, ha una chiara responsabilità fiduciaria di questi asset, e non può usarli come “riserve”. Nell’economia aurea o di Bitcoin del futuro, sarete, ovviamente, liberi di destinare alcuni dei vostri soldi ad asset manager che gesticono gli investimenti per voi.
Conclusione
Sono stato troppo duro con le banche? – Forse. I banchieri, in loro difesa, diranno che non sono la fonte di tutte queste inefficienze, che semplicemente aiutano i loro clienti ad affrontare le inefficienze di un sistema monetario progettato e politicizzato dallo stato – e che raccolgono i risultati legittimi per l’aiuto fornito. – Va bene. In una certa misura, possono avere ragione. Ma è molto chiaro che la dimensione, i modelli di business, le fonti di redditività, ed i problemi delle banche moderne sono unicamente ed intimamente legati all’attuale sistema monetario cartaceo completamente elastico. Come ho cercato di mostrare, anche se il sistema monetario cartaceo fosse stato destinato a durare – e certamente non è così – le forze del capitalismo, la ricerca costante di soluzioni migliori, più efficienti e durature, insieme al progresso tecnologico, avrebbero posto enormi pressioni del mercato sull’attuale settore bancario negli anni successivi, in ogni caso. Ma dato che il nostro sistema attuale non è il risultato delle forze di mercato tanto per cominciare, che un sistema di monete elastiche e locali non è necessario, che è sub-ottimale, inefficiente, instabile, e insostenibile, e che è già nel suo stadio finale, ho pochi dubbi sul fatto che le banche moderne faranno la fine del dodo. Saranno nei prossimi decenni ciò che le industrie del carbone e dell’acciaio sono state nei decenni dal 1960 al 1990. Sono dinosauri parastatali, unite fino al midollo con la burocrazia e la politica, gonfie e dipendenti dal denaro a basso costo e dai contributi statali. Sono mature per la mietitura.
La fine del sistema monetario cartaceo offrirà grandi opportunità ad una nuova generazione di imprenditori moentari. In questo ruolo, potrei vedere imprese di immagazzinamento d’oro, aziende tecnologiche, fornitori di servizi di pagamento con Bitcoin e società di gestione degli asset. Se alcuni di questi uniscono le forze, le opportunità saranno grandi. Il mondo è pronto per un sistema monetario alternativo, e quando l’attuale sistema collasserà sotto il peso delle sue contraddizioni, ci sarà qualcosa lì che prenderà il suo posto. L’attuale economia a denaro fiat è matura per una certa “distruzione creativa” Schumpeteriana. Nel frattempo, la svalutazione della cartamoneta continua.
FONTE: http://johnnycloaca.blogspot.it/
(traduzione di Franco Simoncelli) 

Questa non è solo una crisi epocale ma la fine di un sistema economico fallimentare

Qualche passaggio e tono dell'articolo che vi propongo non è condivisibile, ma l'essenza lo è.
Questa non è solo una crisi epocale, ma la fine di un sistema economico che conteneva in sé il germe della sua distruzione, anche se l'autore non affronta il problema primario, che non è solo la sovrapproduzione di merci ed il consumismo eccessivo (che sono conseguenze e non cause), ma è la moneta fiat, cioè creata dal nulla ed a corso forzoso, che non può che indurre MALINVESTIMENTI e quindi consumismo dannoso.
Nulla avviene per caso, le origini più recenti stanno nella costituzione della FED nel 1913 ed ancora più recentemente nell'eliminazione di ogni residuo di Gold Standard il 15 agosto del '71 da parte del presidente USA Nixon.
A livello invece di consumismo di massa, le origini sono più difficili da segnalare, ma non trascurerei le responsabilità della figlia di Freud, Anna, artefice della psicologia di massa manipolata ai fini politici e delle corporation.  Forse soffriva della "Sindrome della Missionaria", in quanto riteneva con caparbietà che dovesse portare avanti la dottrina del padre applicandola alle masse per controllarne le emozioni e creare cittadini (meglio sarebbe definirli "sudditi") apparentemente felici … Si dedicò con perseveranza e con esiti fallimentari, ai figli di una sua amica (che fungevano da cavie dei suoi esperimenti sociali), psicanalizzandoli per tutta la vita, cercando di aumentare l'autostima dell'Ego a scopo di consenso sociale, conformismo ed appiattimento convenzionale, frustrando talenti e vocazioni. Era convinta in buona fede che in tal modo si riducesse l'aggressività ed il lato irrazionale e spaventoso insito nella natura umana, incanalandolo verso attività accettate socialmente e di gruppo.
Tra coloro che si sono ispirati ad Anna Freud, si deve annoverare il nipote di Freud, Edward Bernays, che si dovrebbe considerare il padre della psicologia di massa (o della folla) a scopo persuasivo, manipolativo e di controllo, che si è posto al servizio delle corporation e dei politici dispotici o falsamente democratici, per massimizzare i risultati di controllo e mercificare ed assogettare le popolazioni.
Fu uno dei primi a vender dei metodi per utilizzare la psicologia del subcosciente al fine di manipolare l'opinione pubblica. A lui si devono le locuzioni "mente collettiva" e "fabbrica del consenso", concetti importanti nel lavoro pratico della propaganda.  ALUI SI ISPIRO' GOEBBLES per fondare la propaganda nazista E' ritenuto il fondatore delle PUBBLICHE RELAZIONI di cui si fece grande ricorso nelle attività politiche e commerciali e della pubblicità inconscia e subliminale,
Fu un grande mistificatore e fu lui ed Ernest Dichter (fondatore di centri di ricerca motivazionali e di studio dei desideri dei consumatori)  ad avviare il consumismo negli USA e poi in tutto il mondo.
Ma negli articoli complottistici ma anche giornalistici in genere, raramente se ne trova traccia, perché fare ricerche ed elaborare correlazioni e fare controlli incrociati è faticoso … meglio saltare subito alle conclusioni senza uno sputo di documentazione, traccia oggettiva e proposta alternativa.
Claudio Martinotti Doria


Anna Freud   Edward Bernays

QUESTA NON E’ UNA CRISI, MA LA FINE DEL MONDO!

Fonte: Stampa Libera http://www.stampalibera.com

Autore Gianni Tirelli

La gente in mancanza di risorse, sta riducendo i consumi all’essenziale e, parallelamente, prende coscienza dell’inutilità e inefficacia di tutti quei beni che acquistava meccanicamente al mercato del Grande Malfattore, in virtù di un sistematico lavaggio del cervello indotto dalla propaganda di regime. “E tu che lavori per produrli, li devi anche acquistare – altrimenti la fabbrica chiude e tu vai a spasso”.

Le varie ricette e strategie, che i cervelloni dell’economia e della politica mettono in campo, immaginando di contrastare gli effetti di quella che persistono a definire, una “crisi”, non sono che un mucchio di fesserie prodotte da menti malate prive del più remoto senso della realtà. Quelle poche persone, ancora oggi, dotate di buon senso, di logica e di consapevolezza e in grado di interpretare gli avvenimenti, concordano con la tesi che non si tratta di una comune crisi fisiologica ad un meccanismo perfettibile, ma l’apice di un Sistema che si è trovato a sbattere il testa contro il muro di una realtà volutamente rimossa – un sistema che si riteneva invulnerabile e refrattario ad ogni pericolo esterno ed interno ad esso e che oggi, nonostante il fallimento evidente e conclamato, persiste in maniera diabolica a decantare gli straordinari risultati e benefici prodotti, rigettando ogni accusa e negando l’evidenza dei fatti e degli effetti catastrofici sulla società. Ergo, definire tutto questo “UNA CRISI” é un maldestro esercizio di contraffazione. Ciò che sta accadendo, in verità, è la fine di un sistema, la fine di un’epoca: la fine del mondo.

Oggi il Sistema è saturo; bloccato. Ogni tentativo di rianimarlo, immettendo sul mercato nuova mercanzia, non fa che peggiorare il suo stato. Sarebbe come se un medico, per curare una pericolosa indigestione, costringesse il suo paziente ad una solenne abbuffata. Il Sistema, come il paziente indigesto, in preda a crampi, conati e nausee, sarà più propenso a vomitare, per liberarsi dalla schiavitù di un disagio non più sopportabile, e dal rischio di collassare. L’indigestione, in questo caso, è simbolica di un consumismo sfrenato, selvaggio e senza regole che ha congestionato ogni settore della nostra società. Nel bisogno di espellere per liberarsi, possiamo individuare l’ineludibile necessità di fare ritorno ad un passato, regolato dall’impianto etico originario; dalla consapevolezza, dalla conoscenza e dalla ragionevolezza.

Milioni di lavoratori e di famiglie dei paesi industrializzati, per decenni sono sopravvissuti acquistando e consumando tutti quei beni che la stessa classe operaia ha concorso a produrre in totale solitudine, al chiuso di caotiche e maleodoranti fabbriche fumanti. Un perverso meccanismo (circolo vizioso), in virtù del quale, se intendi mantenere il lavoro, devi acquistare ciò che hai contribuito a produrre per assicurarti il salario o lo stipendio – risultato ultimo di una condizione delirante di moderna schiavitù a piede libero, che ha defraudato l’individuo del suo sacrosanto tempo libero e di una vita degna, omologandolo all’idea dominante di sfruttamento sistematico, imposta dal Sistema Padrone Schiavista.
Partendo dal televisore, lavatrice, frigorifero, play station e cellulare, passando per tutto quel luna park di tecnologia ludica e infantile, fino all’ultimo più schifosissimo yogurt snellente e cremina rassodante, rappresentano tutti quanti insieme, il frutto velenoso di un lavoro sporco derivante da un’occupazione che ha privato l’uomo di ogni barlume di dignità e di prospettiva culturale, trasfigurandolo in una macchina che respira, senza un’anima e una logica!


Se non fosse la stessa “massa” (tutti noi) ad avere alimentato per decenni gli stomaci senza fondo “dell’imprenditoria dell’effimero”, le fabbriche avrebbero già chiuso da tempo e l’economia derivante dalla catena di montaggio, non sarebbe mai divenuta. Il risparmio dei cittadini che oggi, agli occhi del Sistema é visto come una sciagura planetaria, è stato per millenni il vero punto di forza di ogni società sensata e civile che, in ragione di questo, proiettava nel futuro la sua continuità.

Il Sistema dunque non si è auto/generato ma è cresciuto e si è sviluppato fino a questo punto, perché sistematicamente e metodicamente alimentato dall’insensatezza complice dei nostri comportamenti individuali e quotidiani.

Nel frattempo gli imprenditori delocalizzano le loro fabbrichette di merda nei paesi poveri, per incrementare i loro profitti speculando sui bisogni primari e ineludibili della gente. Il tasso di disoccupazione nazionale sale di ora in ora e molto presto, quando la cassa di integrazione, la mobilità, i sussidi assistenziali e ammortizzatori sociali, avranno prosciugato le ultime speranze di sopravvivenza dei lavoratori, il Sistema Bestia dichiarerà candidamente che il lavoro è un ritorno al passato, e la morte per inedia, il futuro.

Per tanto, quando sento ancora parlare di crescita e di sviluppo come i soli strumenti idonei per combattere la crisi del capitalismo, mi vengono i brividi e, ancora di più, prendo coscienza di quanto, le “conquiste” di questo secolo, siano state nefaste per tutta l’umanità.
Oggi abbiamo toccato il picco massimo di ogni bene prodotto e più fantasiosa aberrazione, e qualsiasi tentativo a proseguire e perseverare in questa direzione, si è reso impraticabile e suicida. La nostra relativa salvezza, diversamente, sta nella “decrescita”: una riduzione netta e pragmatica dell’attività economica industriale e tecnologica, fino al suo azzeramento.

Tornare al passato, dunque, è il percorso più praticabile e meno utopico, contrariamente del perseverare in questa direzione. Solo con un radicale intervento di riconversione del Sistema, potremo limitare i danni di una tragedia annunciata dai contorni apocalittici! Alla disoccupazione dilagante del comparto industriale, dobbiamo rispondere con un ritorno, alla terra. Altre soluzioni non ce ne sono e, “chi tardi arriva, male alloggia”.