La relazione tra la Cina e il Messico è un esempio complesso di interazione tra due economie che, pur essendo strutturalmente in competizione, hanno trovato modo di integrarsi in vari settori. Il commercio bilaterale ha registrato una crescita impressionante dopo l’adesione della Cina all’Organizzazione Mondiale del Commercio nel 2001, passando da circa 4,55 miliardi di dollari a oltre 136,74 miliardi di dollari nel 2022. Questo squilibrio, tuttavia, riflette il dominio cinese sulle esportazioni verso il Messico, con il gigante asiatico che fornisce una vasta gamma di beni industriali e di consumo, mentre il Messico esporta principalmente risorse naturali e prodotti di valore relativamente inferiore. L’integrazione tra i due Paesi si è manifestata in vari settori chiave, tra cui le telecomunicazioni, le infrastrutture portuali e le energie rinnovabili.
A partire dai primi anni 2000, aziende cinesi come Hutchison Whampoa, Huawei e Lenovo hanno consolidato la loro presenza nel mercato messicano. Hutchison Whampoa, ad esempio, ha ottenuto concessioni per operare alcuni dei principali porti del Messico, tra cui quelli di Veracruz e Ensenada, consentendo alla Cina di stabilire una solida rete logistica vicino agli Stati Uniti. Anche Huawei, gigante delle telecomunicazioni, ha trovato nel Messico un mercato fertile per espandere i suoi servizi di infrastruttura cloud e fornire componenti per le reti di telecomunicazione locali. Nel 2021, Huawei ha giocato un ruolo cruciale nell’implementazione delle reti 5G in Messico, mentre l’azienda di sicurezza cinese Hikvision ha rafforzato la sua presenza nel settore della videosorveglianza attraverso l’acquisizione di Syscom, il più grande distributore di sistemi di sicurezza del Paese.
La crescente interdipendenza tra Cina e Messico è stata amplificata dalla cosiddetta strategia del nearshoring, in cui le aziende cinesi, sotto la pressione delle tensioni commerciali con gli Stati Uniti e delle interruzioni delle catene di approvvigionamento globali, hanno spostato parte della loro produzione in Messico per mantenere l’accesso preferenziale al mercato nordamericano. Tra il 2019 e il 2023, il numero di investimenti cinesi in Messico è triplicato, portando il valore totale degli investimenti diretti esteri cinesi (OFDI) nel paese a 22,5 miliardi di dollari, pari al 12% degli investimenti cinesi complessivi in America Latina e nei Caraibi. Questi investimenti si concentrano principalmente su settori come la produzione di componenti automobilistici, l’elettronica e le energie rinnovabili. Un esempio emblematico è l’acquisizione da parte di Lenovo di uno stabilimento a Monterrey, utilizzato per la produzione su larga scala di apparecchiature informatiche.
Il settore energetico rappresenta un’altra area chiave di interesse per la Cina in Messico. Sebbene gli sforzi di Pechino siano stati in parte ostacolati dalla politica nazionalista di AMLO, che ha privilegiato il controllo statale sulle risorse energetiche, le aziende cinesi hanno comunque trovato opportunità di espansione. La State Power Investment Corporation (SPIC) ha acquisito Zuma Energía, una delle più grandi aziende di energia rinnovabile in Messico, espandendo così la sua capacità di produzione di energia solare ed eolica. Anche la Cina ha cercato di entrare nel settore strategico del litio, con l’acquisizione da parte di Ganfeng del giacimento Bacanora nel 2021. Tuttavia, l’ambizione di sviluppare questo asset è stata temporaneamente ostacolata dalla decisione di AMLO di nazionalizzare il settore del litio nel 2022, costringendo Ganfeng a rinegoziare la sua posizione.
Con l’elezione di Claudia Sheinbaum, la prima presidente donna del Messico, si prevede un cambiamento nella gestione delle relazioni sino-messicane. Pur essendo una stretta alleata di AMLO, Sheinbaum ha dimostrato una maggiore apertura verso la cooperazione internazionale e una predisposizione a migliorare l’efficienza amministrativa, il che potrebbe favorire un’ulteriore espansione degli investimenti cinesi. Sheinbaum ha già annunciato la sua intenzione di accelerare la costruzione di infrastrutture necessarie per facilitare il nearshoring, come magazzini e impianti di produzione, in linea con la sua enfasi sullo sviluppo delle energie rinnovabili e della logistica. Progetti chiave come il treno turistico Maya, la modernizzazione della Linea 1 della metropolitana di Città del Messico e il corridoio transoceanico di Tehuantepec potrebbero offrire nuove opportunità alle imprese cinesi, rafforzando la loro posizione in settori strategici.
Tuttavia, questa crescente influenza cinese in Messico non manca di sollevare preoccupazioni a Washington, soprattutto in vista della revisione dell’accordo di libero scambio USMCA nel 2026. Gli Stati Uniti temono che le aziende cinesi possano sfruttare il Messico come piattaforma per aggirare le restrizioni commerciali imposte da Washington e mantenere l’accesso preferenziale al mercato nordamericano. Inoltre, l’espansione della Cina in settori come la tecnologia e le infrastrutture potrebbe portare a un aumento della concorrenza con le imprese statunitensi e minare la sicurezza economica degli Stati Uniti. Pertanto, sarà cruciale che il Governo statunitense mantenga un dialogo costruttivo con l’amministrazione Sheinbaum per garantire che l’espansione cinese non comprometta gli interessi strategici del Nord America.
In conclusione, la relazione tra Cina e Messico ha raggiunto un punto di svolta, con opportunità significative per entrambe le parti, ma anche con sfide politiche e geopolitiche da affrontare. La capacità della nuova amministrazione messicana di gestire queste dinamiche, bilanciando le relazioni con la Cina e gli Stati Uniti, sarà fondamentale per il futuro sviluppo economico del Messico e per la stabilità della regione.
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