Onestamente, verrebbe da dire alle cancellerie occidentali: ve lo meritate l’Israele di Netanyahu, ve lo meritate. Dopo le prime bombe sui caschi blu dell’Unifil, la forza di interposizione che l’Onu ha dispiegato nel Sud del Libano (sulla base delle risoluzioni 425 e 426 del Consiglio di sicurezza, e poi della 1701 dopo la guerra del 2006 e della 2749 che ne ha prolungato il mandato fino al 31 agosto del 2025), che è stata a lungo comandata da militari italiani e che vede impegnati più di mille dei nostri soldati, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha speso parole precise e importanti: “Un crimine di guerra”. Definizione tagliente, perché implica che Benjamin Netanyahu sia un criminale di guerra, che è poi ciò che sostiene il Procuratore capo del Tribunale penale internazionale, che proprio ipotizzando l’esistenza di crimini di guerra ha chiesto l’emissione di mandati di cattura a carico di Netanyahu e del ministro della Difesa Yoav Gallant per quanto riguarda Israele, e a carico di Yahya Sinwar e degli ora defunti Mohammed Deif e Ismail Haniyeh per Hamas.
Nelle scorse ore, poi, è arrivato il secondo colpo di Israele sugli uomini di Unifil. Altri feriti, anche gravi. L’Unione Europea, la bella addormentata della politica internazionale, ha sollevato una palpebra e per bocca del portavoce (i commissari non si sprecano con queste minuzie) per la politica Estera Peter Stano ha fatto sapere che le bombe israeliane sono una violazione del diritto internazionale e di quello umanitario. Chissà che impressione ha fatto questa dichiarazione a Netanyahu! Da notare che alla missione Unifil partecipano 16 ((sedici) Paesi europei. D’altra parte che avrebbe potuto dire Stano meno di così, dopo che il portavoce della missione stessa, Andrea Tenenti, aveva detto: “La situazione è chiara: se nei mesi passati ci sono stati scontri, in questo caso sembrano attacchi voluti e deliberati contro l’Unifil da parte dell’Idf, l’esercito israeliano. Noi… continueremo a rimanere qui. Perché siamo qui con un mandato del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, e non è pensabile che un membro dell’Onu possa prevalere sul Consiglio stesso. Attaccare una missione di pace è una violazione chiara del diritto internazionale e umanitario”.
Ora, ci sia permessa una domanda: primi ministri, ministri, commissari, ma voi dov’eravate mentre Israele sterminava 42 mila (quarantaduemila) civili palestinesi per dare la caccia ai terroristi di Hamas? Lì crimini di guerra niente? Diritto umanitario tutto a posto? E sai che bell’esempio di diritto internazionale gli 800 morti in un anno in Cisgiordania, ammazzati non solo dai soldati israeliani ma anche dai coloni, opportunamente armati alla bisogna.
E dei 2.000 (duemila) libanesi morti nell’ultimo anno, vogliamo dire qualcosa? O pensiamo di soprassedere in nome di un “diritto a difendersi” che a quanto pare non ha limiti?
Dov’eravate e cosa avete detto quando Netanyahu insultava tutta l’Onu, definendola “una palude di antisemiti”? Parlava anche di voi, se non l’aveste notato. E in fondo, se l’Onu è piena di antisemiti, sparare su caschi blu non è un gran peccato, dal suoi punto di vista.
In queste ore drammatiche abbiamo assistito (finalmente!) a un parziale e più dignitoso cambio di rotta. Forse adesso hanno capito che cosa cerca Netanyahu: prendere a calcio i caschi blu per farli andar via e fare del Sud del Libano terra bruciata per uomini e cose come ha già fatto a Gaza. Sarebbe la realizzazione, nel sangue e nella morte, del Grande Israele di cui fu paladino il maestro politico di Netanyahu, quell’Yitzhak Shamir che guidò il Likud prima di lui e che da giovane era stato un esponente importante tra i terroristi della Banda Stern.
Forse, diciamo forse, adesso hanno capito. Perché adesso Israele ha toccato i nostri soldati. Prima facevate finta di niente. Ma ora avete il dovere di mantenere dritta la schiena che avete improvvisamente drizzato. Avete idea di che cosa vorrebbe dire permettere la mortificazione dell’Onu da parte di Netanyahu? E se l’Onu vi pare un’entità astratta (anche a noi pare spesso tale), pensate che ogni singolo Paese che partecipa a Unifil ne uscirebbe umiliato, l’Italia per prima, viste le risorse di uomini e mezzi che da molti anni investe nella missione. Non si possono prendere ordini da Netanyahu, come ha giustamente detto il ministro Crosetto. Provate a non dimenticarlo. E difendete, per favore, quella porzione di dignità nazionale che abbiamo ritrovato.
Fulvio Scaglione
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