Il presidente Usa Joe Biden avrebbe mentito al popolo americano e al mondo intero quando ha dichiarato, il 31 maggio scorso, un giorno dopo la condanna di Donald Trump, che Israele avrebbe presentato un piano di pace per Gaza. Dopo aver elogiato il sistema giudiziario che aveva appena condannato il suo avversario politico, Biden ha dichiarato che, negli ultimi mesi, il suo team di diplomatici e della comunità d’intelligence “si sono concentrati incessantemente non solo su un cessate il fuoco” a Gaza che sarebbe stato “inevitabilmente fragile e temporaneo”, ma “su una fine duratura della guerra. Questo è stato l’obiettivo: una fine duratura a questa guerra” ha detto Biden.
Il presidente Usa ha dunque invocato “una soluzione che riporti a casa tutti gli ostaggi, garantisca la sicurezza di Israele, crei un day after migliore a Gaza senza Hamas al potere e ponga le basi per una soluzione politica che offra un futuro migliore sia per israeliani sia per palestinesi”. Ora, “dopo un’intensa azione diplomatica portata avanti dal mio team e le mie numerose conversazioni con i leader di Israele, Qatar, Egitto e altri Paesi del Medio Oriente, Israele ha ora offerto una nuova proposta globale. È una tabella di marcia verso un cessate il fuoco duraturo e il rilascio di tutti gli ostaggi. Questa proposta è stata trasmessa dal Qatar a Hamas” ha affermato l’inquilino della Casa Bianca. Ma è davvero andata così? Pare di no.
Il giallo del piano di pace di Biden
Peccato che, come svelato su Substack dal giornalista investigativo Premio Pulitzer Seymour Hersh, tale proposta non sia mai stata presentata da Israele. “Il discorso sembrava grandioso e ha fatto molto parlare”osserva Hersh. “Ma, come ho appreso parlando con un funzionario americano ben informato, si trattava anche di una pura baggianata. Non c’era alcuna nuova offerta di pace da parte di Israele e il Primo Ministro Benjamin Netanyahu e altri leader di Tel Aviv, come avrebbero chiarito nei giorni successivi, non avevano idea di che cosa stesse dicendo il presidente Biden”. Un’analista dell’intelligence che fa parte del team che si occupa del dossier Gaza avrebbe inviato un cablogramma infuocato in cui afferma che lui e i suoi colleghi “non sono mai stati informati del piano, ma ne hanno sentito parlare dal governo del Qatar”.
Insomma, se è vero quanto riportato da Hersh si tratta di una vera (gravissima) menzogna per tentare di ripulirsi un’immagine pesantemente danneggiata non solo dall’età avanzata e dalle continue (e imbarazzanti) gaffe, ma da un sostegno incondizionato a Israele della Casa Bianca che la maggioranza degli americani – dalle minoranze agli studenti nei campus – non condivide affatto mentre la conta delle vittime civili nella Striscia di Gaza infrange nuovi e drammatici record. Nessuna delle presunte “linee rosse” invocate da Joe Biden dall’ottobre scorso ad oggi è stata minimamente rispettata o presa in considerazione da Benjamin Netanyahu, che ha continuato a perseguire l’operazione militare senza batter ciglio. Tant’è vero che la Casa Bianca non ha preso alcun reale provvedimento contro Israele: anzi, il Congresso ha addirittura votato a favore delle sanzioni contro la Corte Penale Internazionale (ICC) dopo che quest’ultima ha deciso di perseguire Netanyahu e Hamas per crimini di guerra. Non solo. Netanyahu è atteso a Washington, il prossimo 24 luglio, dove terrà un discorso al Congresso. E di certo Biden non si opporrà.
L’imbarazzo di Bibi
Nella prima fase della proposta di pace citata da Biden, della durata di sei settimane, sarebbe incluso un cessate il fuoco totale, il ritiro delle forze israeliane da tutte le aree popolate di Gaza e il rilascio di un certo numero di ostaggi – tra cui donne, anziani, feriti – in cambio del rilascio di centinaia di prigionieri palestinesi. Nella seconda fase, tutti gli ostaggi sarebbero tutti essere rilasciati mentre nella terza e ultima fase “inizierebbe un grande piano di ricostruzione per Gaza. E gli ultimi resti degli ostaggi uccisi saranno restituiti alle loro famiglie”.
La reazione della leadership israeliana è stata confusa, quasi spiazzata da quello che Joe Biden aveva tuttavia definito una “proposta di pace israeliana”. Il primo ministro Benjamin Netanyahu, osserva Hersh, che nei giorni immediatamente successivi alla proclamazione unilaterale di Biden non si è fatto trovare da nessuna parte, secondo il New York Times si è trovato di fronte a un “momento di crisi” a causa dell’annuncio di Biden. Come nota anche Al-Jazeera, “sebbene Biden abbia definito la proposta un piano di pace israeliano, la reazione della leadership israeliana non è stata chiara. Sembra che la coalizione di governo del Paese sia aspramente – e forse permanentemente – divisa”.
Infatti, i due membri di spicco della destra israeliana, il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich e il ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben-Gvir,
hanno respinto categoricamente la proposta e hanno minacciato di far
cadere il governo. Lo stesso Bibi si è dissociato dalla proposta
presentata da Biden: “Le condizioni poste da Israele per porre fine alla
guerra non sono cambiate: la distruzione delle capacità militari e di
governo di Hamas, la liberazione di tutti gli ostaggi e la garanzia che
Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele”, ha detto il premier
israeliano, in dichiarazioni che sembrano smentire Biden. Chi dei due
mente tra Biden e Netanyahu? Il primo, che ha così fatto la sua mossa in
chiave prettamente elettorale, o il secondo, che non ha informato i
colleghi di governo? Il giallo s’infittisce mentre il Qatar
minaccia di chiudere l’ufficio politico di Hamas nella capitale Doha se
l’organizzazione palestinese non accetterà l’accordo di cessate il
fuoco la cui origine, a questo punto, è tutt’altro che chiara.
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