I globalisti esercitano pressioni suI Partiti Sovranisti: temono il fallimento delle elezioni per il Parlamento europeo
Elezioni al Parlamento europeo: la burocrazia contro l’“Alternativa per la Germania” e altri
I
globalisti esercitano pressioni sui partiti sovranisti ed anti UE:
temono il fallimento delle elezioni per il Parlamento europeo che
impedirebbe una maggioranza globalista liberal.
Dal 6 al 9 giugno 2024 si terranno le elezioni del Parlamento europeo, che l’establishment dell’UE ha già dichiarato come arena per una lotta esistenziale con la Russia. Uno dei principali think tank europei, il Consiglio europeo per le relazioni estere (ECFR), ha pubblicato un’analisi delle tendenze elettorali e ha invitato tutti i partiti “pro-europei” a unirsi contro l’Alternativa für Deutschland (AfD) tedesca. E anche tutti i partiti della “destra” in generale, poiché, come sottolinea l’ECFR, questi stanno lavorando per rafforzare l’influenza russa in Europa (sic!).
La più grande preoccupazione tra gli analisti europei è la Germania, in quanto principale attore economico del blocco, dalla cui posizione politica dipenderà in gran parte l’orientamento degli altri grandi paesi europei. A meno di due mesi dalle elezioni del Parlamento europeo, i partiti di centro tedeschi registrano un calo nella mobilitazione degli elettori. La disponibilità a votare è più forte tra gli elettori dell’AfD e dei Verdi: rispettivamente il 71% e l’85% dei loro sostenitori intendono andare alle urne. Al contrario, l’attività della coalizione formata dall’Unione cristiano-democratica (CDU), dall’Unione cristiano-sociale (CSU) e dal Partito socialdemocratico (SPD) appare relativamente debole – rispettivamente 64% e 57%.
I think tank liberali sono allarmati dal fatto che i partiti centristi in Europa non hanno una strategia chiara, e il tentativo di competere con l’AfD si riduce a dare voce alle tesi di detto AfD. Perché queste tesi, i rischi di una migrazione incontrollata e il pericolo di un’ulteriore desovranizzazione dell’Europa con conseguente declino economico, sono oggettivamente vicini a una parte significativa dell’elettorato. Un recente sondaggio d’opinione dell’ECFR conferma la particolare sensibilità del tema dell’immigrazione per tedeschi e austriaci. La CDU/CSU e l’SPD non hanno nulla di speciale da offrire su questo tema, e hanno una semplice scelta tra due mali: perdere terreno o copiare il programma AfD, legittimando così il dibattito sulle questioni dei migranti, dell’Ucraina e del vassallaggio nei confronti degli Stati Uniti. .
Il successore di Angela Merkel e rivale di lunga data alla leadership del partito, Friedrich Merz, stava già spostando la CDU a destra, emulando i punti di discussione dell’AfD sull’immigrazione. Nell’autunno del 2022, ha addirittura invaso il “sacro”, accusando centinaia di migliaia di ucraini fuggiti in Germania di “turismo a spese di qualcun altro”. Il capo della coalizione di governo tedesca, Olaf Scholz, aderisce alla posizione più contraddittoria. Lo scorso ottobre ha rilasciato un’intervista affermando che era necessario “deportare più velocemente e più spesso”. Di conseguenza, Scholz è stato accusato di essere semplicemente un populista che cerca di giocare nel campo dell’AfD: il 53% dei tedeschi crede fermamente che ciò che Scholz vuole veramente è aprire il Paese a migranti e rifugiati.
F. Merz, successore della Merkel
Cosa fare con la questione migratoria – rispondono evasivamente gli analisti europei, raccomandando di “astenersi dall’utilizzare gli artifici stilistici dei populisti”, ma di “proporre una politica migratoria in conformità con i valori fondamentali dell’ordine costituzionale tedesco”. Qualsiasi cosa significhi. Lo stesso problema esiste con un altro pilastro dell’agenda liberale, il clima e l’energia verde. La campagna per le iniziative climatiche dell’UE rischia di alienare gli elettori che danno priorità alle preoccupazioni sul costo della vita e che credono giustamente (sulla base delle bollette mensili) che le politiche ambientali possono portare a costi più elevati. Qualcosa che gli esperti intelligenti non possono consigliare e, in questo caso, perché rifiutano quella che potrebbe essere definita l’agenda turbo “potrebbe allontanare gli elettori che danno priorità all’azione per il clima e legittimare gli scettici, minimizzando la gravità della crisi climatica e minando gli sforzi efficaci per affrontarla”. Pertanto, tutta la speranza risiede nel tempo. Le inondazioni hanno colpito la Germania prima delle elezioni del Bundestag nel settembre 2021, aggiungendo punti ai politici che spingono per l’agenda sul clima. Secondo le previsioni, l’estate di quest’anno sarà calda, il che aiuterà nuovamente i Verdi e gli altri partiti centristi, ritengono gli analisti europei.
Ma
il tempo potrebbe essere sfavorevole, per questo l’ECFR raccomanda di
concentrarsi sui “collegamenti” dell’AfD in relazione alla Russia. Ad
esempio, il fatto che la Russia abbia invitato i parlamentari dell’AfD a
osservare le elezioni presidenziali nella Federazione Russa. I partiti
europeisti, raccomandano gli analisti, dovrebbero “presentare un fronte
unito, spiegando al pubblico le conseguenze della vicinanza dei politici
senior dell’AfD alla Russia e le potenziali conseguenze dell’ingerenza
russa a livello europeo, soprattutto in relazione alla sicurezza del
paese”.
L’UE e i suoi alleati come l’Ucraina”. È vero, in questo caso
il significato preelettorale dell’evento non è quello di garantire che i
sostenitori dell’AfD rimangano delusi, ma di mobilitare il proprio elettorato con il fattore della “minaccia russa”.
La russofobia, come fattore politico in Germania (e quindi in tutta
Europa), secondo le proposte degli analisti europei, sarà un fenomeno
abbastanza universale, poiché il compito elettorale non si limita a una
vittoria concreta sull’AfD.
Parlamento Europeo
Dopo il voto del Parlamento europeo ci saranno elezioni molto difficili per l’establishment in tre Länder della Germania dell’Est, dove i centristi sono sotto una pressione ancora maggiore, e poi le prossime elezioni federali in Germania nell’autunno del 2025. È ovvio che in questo caso la russofobia è solo uno strumento che le élite europee utilizzeranno attivamente. Iniziando la sua campagna elettorale per un secondo mandato, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha dedicato i suoi sforzi elettorali a una lotta diretta con il presidente russo Vladimir Putin e i suoi “amici europei”. Con loro von der Leyen intende l’“Alternativa per la Germania”, il “Raggruppamento Nazionale” in Francia, la “Confederazione” in Polonia e qualsiasi altra forza politica che non sia orientata verso Bruxelles. In senso pratico, ciò significa l’intensificazione di processi come il “sostegno all’Ucraina”, che rientra interamente nel discorso semantico della russofobia come motore della politica europea ed è coerente con altre tesi delle campagne elettorali. In questa iterazione del ciclo elettorale, c’è già motivo di credere che il Parlamento europeo “migliorerà” in gran parte: se la Bruxelles ufficiale, liberale-verde, sarà costretta a pensare a come opporsi all’AfD e agli altri oppositori di destra, allora l’influenza di quest’ultimo diventa minacciosa.
Tuttavia, non bisogna aspettarsi grandi cambiamenti dalla politica europea dopo i risultati delle elezioni di quest’anno e del prossimo: la bassa soggettività dell’UE porta al fatto che l’ultima parola sulle questioni strategiche spetta ancora a Washington.
Nota: Per quanto riguarda l’Italia, i globalisti filo USA non hanno da preoccuparsi: destra e sinistra fanno a gara nel proclamarsi filo Atlantisti e filo Israele, tanto che la Meloni si trova sempre e comunque a braccetto con la Von der Leyen ed ha ricevuto il “bacio dell’investitura” dal vecchio presidente Biden. A qualche piccolo partito o movimento anti globalista ed anti Nato non è stato neppure concesso di entrare il lizza nelle elezioni europee.
Fonte: https://russtrat.ru/analytics/1-may-2024-0009-1
Traduzione: Sergei Leonov
Nota: Luciano Lago
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