Oltre 271mila armi scomparse dall’Ucraina in due anni e mezzo potrebbero aver alimentato il mercato nero a livello internazionale. Lo riporta Opendatabot, portale ucraino che analizza le problematiche connesse ai furti di fucili, pistole e altri assetti dagli arsenali del Paese che dal 24 febbraio 2022 combatte l’invasione su larga scala della Russia. Un fenomeno, quello della scomparsa di armi dai depositi, che secondo i dati si è quadruplicato in volume rispetto al periodo degli otto anni di conflitto nel Donbass.
Il dato è quantomeno impressionante, perché tutto questo racconta di una serie di problematiche che possono inficiare profondamente la capacità di resistenza del Paese. In pratica, un numero di armi sufficienti per equipaggiare l’intera prima linea del fronte ucraino attiva nel contenimento della Russia si è volatilizzata. E solo nei primi otto mesi nel 2024 si sono già superati i 78mila casi registrati nell’intero 2023.
Come riporta Ukranews, tra i vari assetti “i fucili da caccia (27,9%), i fucili d’assalto (27,8%) e le carabine (10,8%) sono quelli che vengono persi più spesso. E tra i modelli, il fucile d’assalto AK-74 è il leader – 51.008 unità (18,8%), così come le pistole PM (7,4%) e le carabine SKS (4,4%)”. Un quinto delle sparizioni avviene nell’oblast di Donetsk, vicino alla prima linea oggi investita dall’avanzata russa. Poco meno del 12% è scomparso a Zaporizhia, altra area di combattimenti, e il 10% a Kiev. Solo il 12% delle armi è dato per rubato ufficialmente, ma è estremamente plausibile che sia stata la sottrazione dai magazzini la prima causa del depauperamento degli arsenali ucraini.
A testimoniarlo tre indizi: la natura delle armi rubate, con fucili d’assalto e pistole in testa; la presenza di un aumento dei tassi di sottrazione all’avvicinarsi della linea del fronte; l’ampio numero di discussioni emerse in Ucraina sul nodo della corruzione nelle alte sfere della Difesa. La Global Initiative Against Transnational Organized Crime (GI-TOC) ricorda che “l’afflusso di armi in Ucraina dopo l’invasione su vasta scala della Russia nel febbraio 2022, sommato a una riserva di armi già ampia nel Paese (soprattutto dopo lo scoppio del conflitto nel 2014), ha destato preoccupazione per la diffusione di queste armi nelle mani di criminali nell’Europa occidentale e per il possibile effetto sulle attività della criminalità organizzata”. A maggior ragione se si pensa al fatto che l’ondata di conflitti latenti tra Medio Oriente, Africa e altre aree a rischio funge da calamita per nuove forniture d’armi tramite traffici illeciti. Che la porosità dell’Ucraina ha mostrato potersi alimentare nel teatro della maggior guerra oggi in corso in Europa.
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