Il mondo non è come vi appare
di Pierluigi Fagan - 21/09/2023
https://www.ariannaeditrice.it/articoli/il-mondo-non-e-come-vi-appare
Fonte: Pierluigi Fagan
L'articolo è rivolto alle anime belle, quelle che la
mattina si svegliano ignare del mondo, leggono alcune notizie terribili
su ciò che accade nel mondo (altre no perché non vengono date) ma non
distinguono notizie da giudizi, assumono entrambi come il cappuccino con
la brioche.
Caricati di verità sul mondo, sono pronti a far lezione
di etica e morale per la quale quelli della loro parte sono in bene e
gli altri il male, hanno avuto la loro esaltazione urlante ed isterica
le prime settimane del conflitto russo-ucraino. Sono loro che permettono
le atrocità del mondo poiché illuminando gli angoli bui della politica
internazionale e capendo almeno il minimo dovuto di ciò che succede nel
mondo, il mondo sarebbe diverso, almeno un po’.
A questi ciechi
chiacchieroni sentenziosi farebbe bene spendere pochi minuti per capire
quanto il male del mondo dipende anche dalla loro ignoranza supponente.
Ma figurati se ai pasdaran del Bene, interessa scoprire che invece
militano a fianco delle file del Male.
Parliamo del breve conflitto o
meglio dell’invasione manu militari della ragione Nagorno-Karabakh
abitata e rivendicata dall’Armenia pur stando in territorio
dell’Azerbaijan, da parte appunto degli azeri. Per ora si lamentano
"solo" duecento morti ma si prospetta una pulizia etnica profonda visto
che la regione è abitata per tre quarti da armeni che ne erano gli unici
abitanti un secolo fa.
Impossibile qui risalire alla storia del
conflitto che è complessissima e, come spesso accade, alla fine basata
su ragioni di contesa valide da tutti i punti di vista e quindi priva di
una verità unica, passibile solo di mediazione, aggiustamento,
composizione. Ci provarono quelli dell’OSCE di Minsk (Organizzazione per
la cooperazione e la sicurezza in Europa, istituzione multilaterale in
condominio coi russi, ora bloccata dalle vicende ucraine), già noti per i
due protocolli di pacificazione sulle questioni del Donbass tra ucraini
e russi, benedetti dalla mediazione europea che un secondo dopo la
firma si è disinteressata della loro applicazione. Motivo per il quale
l’attuale conflitto ucraino si sarebbe potuto evitare, ma evidentemente
non c’era alcun interesse ad evitarlo o meglio c’era interesse palese a
lasciar andasse come è andata.
Sulla faccenda del N-G, si stabilì
un accordo, poi venne rotto, poi si ridiscusse, poi si litigò di nuovo,
poi -nei fatti- nessuno più, soprattutto gli azeri, hanno dato minima
attenzione a questo ruolo mediatore esso stesso poco convinto di sé
stesso.
I giornali di stamane, giubilano a riferire di
manifestazioni armene contro il governo locale ma soprattutto contro i
russi che dovevano esser loro protettori. Giorni fa giubilavano per
esercitazioni armate congiunte tra armeni ed americani, un accenno di
tradimento di allineamento poiché l’Armenia è parte del CSTO e della EEC
russa (Lavrov, tra l’altro, è anche di origini armene).
Quindi, gli
azeri invadono la regione contesa, tale ritenuta nel diritto
internazionale, protetta da accordi, la colpa è dei russi che non
l’hanno protetta. Se l’avessero protetta sarebbero stati accusati di
imperialismo fuori dei loro confini e ne sarebbe nata una nuova guerra
per il Bene. Duecento morti, accordi internazionali calpestati, pulizia
etnica in arrivo? Nessun problema, il radicalismo etico spacciato a
piene mani per farci sentire “giusti” oggi non si applica, si applica il
“crudo realismo”, un altro fallimento russo. Vedi che tenerli sotto
pressione in Ucraina li sta indebolendo?
L’Azerbaijan è la classica
pedina ambigua piazzata nel fianco del nemico. Sciti amici di Erdogan,
di antica origine iranico-caucasica (gli armeni sono invece cristiani
indoeuropei caucasici) sono il nostro miglior amico della strategica
regione, anche se ce ne vergogniamo un po’ e non diamo pubblicità al
fatto. Decine i casi di violazione dei diritti umani, noti livelli
stratosferici di corruzione politica e finanziaria, tortura attestata di
prigionieri politici. L’Armenia è invece un paese civile e democratico
(secondo i nostri standard di democrazia).
Viaggi, regali, soldi,
sostanze e corpi disponibili pagati dal governo azero per la “diplomazia
del caviale”, come venne denominata la loro disponibilità verso
politici e funzionari occidentali. Ripagati anche dandogli l’improbabile
Gran Premio di F1 che dal 2017 romba per le strade di Baku, oltreché
chiudendo entrambi gli occhi su quelle effrazioni etico-morali che in
altri casi valgono una guerra per "i diritti umani". Ma ci sono umani ed
umani, dipende da dove abitano per la nostra geo-etica.
L’Azerbaijan
è il terminale di pompaggio e trasmissione dell’oleodotto promosso per
darci una alternativa alle forniture russe, gestito da British Petroleum
(ovviamente gli inglesi altrimenti irremovibili sui diritti umani e gli
standard democratici, qui fanno eccezione, si sa il petrolio ed il gas
rendono l’etica scivolosa ed aeriforme per contagio) e di cui noi
italiani siamo i principali clienti. Noi diamo bei soldi a questa gente
qua. Chissà se Mentana troverà tempo di farci una puntata del suo serial
“qui c’è un aggredito ed un aggressore”, dubito. O forse Gramellini
dirà che "no, non è la stessa cosa dell'Ucraina, qui la cosa è più
"complessa".
Ma sull’Azerbaijan ci sono anche progetti più ampi,
come passaggio del gasdotto che partirebbe dal Turkmenistan, paese di
area d’influenza russa corteggiato affinché defezioni e ci dia energia a
basso costo. Così da un bel po’, con gli azeri ogni tanto ci facciamo
colloqui per stabilire relazioni strette con l’UE anche se certo non
possiamo farli entrare dalla porta principale perché impresentabili.
Poiché la geografia li rende strategici, gli azeri ogni tanto fanno
finta di avere buoni rapporti coi russi per farci sganciare qualcosa di
più per trattenerli dalla nostra parte. Lo stesso fanno in tono minore
con l’Iran. Ricattano, detto altrimenti. In Relazioni Internazionali, si
dice "si bilanciano".
L’Azerbaijan fu uno dei pochi paesi ad
aprire lo spazio aereo per il transito dell’aviazione americana nella
guerra contro Saddam, ma il loro ruolo più strategico e particolarmente
scabroso è nella guerra in Afghanistan. Washington Post sosteneva in un
articolo del 2016, che lì facevano tappa di trasferimento volumi di
almeno un terzo di cibo, vestiti, attrezzature ed ovviamente armi, per
le truppe americane in Afghanistan. Ma, come per l’Ucraina, un bel po’
di armi e non pochi soldi, hanno preso altre vie. Ultimamente, Zelensky,
ha il suo bel da fare a licenziare capi amministrativi e militari che
tramite oligarchi si rivendono le nostre armi inviate lì per la
"resistenza". Poi, tra un po', ci accorgeremo a chi le hanno vendute,
non certo alla camorra o la ndrangheta.
Mi interessai del caso a
proposito della giornalista maltese saltata in aria una mattina mettendo
in moto l’auto per andare al lavoro. Daphne Caruana aveva messo troppo
il naso in un potente traffico d’armi che coinvolgeva banche maltesi
(anglo-maltesi spesso), il locale potere politico ed armi che
provenivano dall’Azerbaijan, armi NATO. Se ne era accorta anche una
giovane giornalista bulgara che indagava in Siria, quando trovò in un
covo ISIS appena conquistato e mostrato ai giornalisti, parecchie casse
di armi con scritte in bulgaro, domandandosi cosa mai ci facessero lì e
risalendo a quelli che ufficialmente dovevano esser flussi NATO per
l’Afghanistan, via Azerbaijan. Sappiamo tutti che c’erano grossi flussi
di armi NATO in favore dell’ISIS, ma guai a dirlo.
Sulla pagina wiki
della Caruana trovate la lista di più di una cinquantina di “awards and
honours” dati dagli europei per il suo indomito coraggio investigativo.
Dopo che è morta e per altro senza definitiva verità su chi l’ha
ammazzata e perché (del resto Malta è UE, UE è bene, quindi Malta è
bene, siamo per la potenza delle deduzioni noi razionalisti). Siamo
così, con una mano prendiamo, con l’altra diamo, la prima è invisibile,
la seconda ci rassicura che siamo quelli dalla parte giusta della
storia. Ci sarebbe da scrivere non un post ma un intero libro sulla
faccenda dei traffici d’armi NATO via Azerbaijan, basta leggere il
minimo e senza poi frequentare chissà quali fonti bizzarre, è tutto
abbastanza a portata di onesto interesse, ad averci il tempo.
Ma le
anime belle non hanno il tempo, hanno solo fretta di far vedere che sono
informati sul mondo e sanno dare giudizi moralmente alti, cappuccino,
brioche e che inizi un nuovo giorno nel dorato stile di vita
occidentale, il modo giusto di stare al mondo, se non ti piace vai a
vivere in Russia! Io vivo qui e ne sono contento per molti aspetti e
molto meno per altri, solo, preferirei non doverlo fare accanto a loro.
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