Francia all’assalto dei risparmi degli italiani: ecco come Parigi mette le mani nelle nostre tasche

Pubblicato il 25/09/2023 16:22
Crédit Agricole Amundi Anima

C’è una partita in corso che sta sfuggendo all’attenzione dei più ma che è cruciale. Una partita che può sembrare solo finanziaria ma che è in realtà tutta politica. Il secondo polo italiano sta per diventare francese. Secondo un retroscena de La Stampa, Crédit Agricole – colosso bancario transalpino – sta continuando la sua scalata per controllare tutto il risparmio gestito. Dopo aver incassato Pioneer adesso ha messo nel mirino Anima. Anima è infatti il più grande Gruppo indipendente del risparmio gestito in Italia, con un patrimonio complessivo in gestione di circa 177 miliardi di euro e più di un milione di clienti. Nasce da un percorso di aggregazione di più società, con specializzazioni differenti e complementari, e conta oggi su più di 300 professionisti, in Italia. La Francia, tramite Amundi, è dunque pronta a mettere le mani sui risparmi degli italiani. Ma spieghiamo come.

Crédit Agricole Amundi Anima

Anima realizza e gestisce soluzioni di investimento per investitori istituzionali (gruppi assicurativi e finanziari, fondi pensione, casse di previdenza), imprese o privati. La capogruppo Anima Holding è una public company quotata alla Borsa di Milano dal 2014, che controlla la società operativa ANIMA Sgr e la società focalizzata sugli investimenti di private market Anima Alternative Sgr, creata nel 2020. Nel 2023 Anima Holding ha finalizzato l’acquisizione dell’80% del capitale di Castello SGR S.p.a., società leader nella promozione e gestione di prodotti di investimento alternativi prevalentemente real estate. Già nel maggio 2022, ricorda La Stampa, Crédit Agricole dopo essersi aggiudicata il 9% di Banco Bpm era anche salita al 5,2% di Anima attraverso Amundi. “Un passaggio allora derubricato come tecnico”, spiega la Stampa, ma “la sensazione che però il colosso francese potesse nutrire un interesse per Anima non ha mai del tutto abbandonato le conversazioni dei salotti della finanza”. E ora?