Il sogno di Taiwan è finalmente diventato realtà. La “provincia ribelle”, come la definisce Pechino, potrà contare molto presto su un sottomarino “fatto in casa” da impiegare nel contenimento della Cina. Entro l’inizio del mese prossimo, i piani tenuti a lungo segreti di Taipei saranno resi noti al mondo intero, con la prima apparizione pubblica del mezzo nella città portuale meridionale di Kaohsiung. Ciò che non sarà ancora noto, dopo il suo debutto programmato, e supponendo che i primi test abbiano successo, riguarderà l’efficacia del programma.
“Avrà successo come deterrente anti cinese”, si è chiesta l’Asian Nikkei Review? Certo è che Taipei ha fatto di necessità virtù, e questo nonostante le pressioni di Pechino su altri Paesi per impedire il rifornimento di mezzi militari all’isola. Pare che il piano finale taiwanese includa un totale di otto sottomarini diesel-elettrici di produzione nazionale, dotati di siluri MK-48 antisommergibile e anti guerra di superficie realizzati dalla Lockheed Martin degli Stati Uniti, secondo l’ammiraglio Huang Shu-kuang, della National Submarine Task Force. Il primo veicolo sarebbe costato 1,54 miliardi di dollari, mentre ancora niente sappiamo dei prossimi: né quando sarebbero stati costruiti, né quanto sarebbero costati.
Il piano sottomarino di Taiwan
Considerata per la prima volta negli anni Novanta sotto l’allora presidente Lee Teng-hui, l’idea di creare una flotta sottomarina costruita a Taiwan – per implementare due vecchi sottomarini di fabbricazione olandese acquisiti negli anni Ottanta – è stata apprezzata dai successivi leader. Le recenti azioni della Cina hanno alimentato un senso di urgenza da parte dell’attuale presidente Tsai Ing-wen di svelare i risultati del programma sottomarino prima delle dimissioni previste per il prossimo maggio.
“Perché abbiamo bisogno di questi sottomarini? L’obiettivo è contrastare gli sforzi della Cina per circondare Taiwan per un’invasione o un blocco. Le forze armate cinesi vogliono isolare Taiwan se lanciano un attacco. I sottomarini negano la loro capacità di farlo e forniscono spazio o tempo per un intervento da parte degli Stati Uniti, del Giappone e di altri”, aveva spiegato qualche settimana fa lo stesso ammiraglio Huang.
Da quando Tsai ha assunto la carica di presidente, nel 2016, il programma Indigenous Defense Submarine (Ids) ha incassato il benestare da parte dei principali leader governativi e di tutti i partiti taiwanesi. La spesa militare dell’isola quest’anno raggiungerà i 18,2 miliardi di dollari. Resta da vedere, e capire, che tipo di deterrenza potrebbero fornire i suddetti sottomarini. Già, perché anche la Cina, nel frattempo, ha investito massicciamente nel proprio esercito, specialmente nel Mar Cinese Meridionale e vicino a Taiwan.
Deterrenza anti cinese
Partiamo da un presupposto: indipendentemente dalla loro efficacia, i sottomarini potrebbero segnare una pietra miliare in termini di produzione di difesa locale di Taiwan. Allo stesso tempo non è detto che il programma Ids sia sufficiente a far desistere Pechino dai suoi piani. In ogni caso, il primo mezzo effettuerà test di accettazione del porto il primo ottobre e test di accettazione del mare dal prossimo aprile in poi.
Alla domanda su come Taiwan sia riuscita a bypassare la pressione cinese sul progetto Ids, Huang, anche consulente senior del Consiglio di sicurezza nazionale di Taiwan, ha affermato di aver fatto affidamento su una rete di relazioni che raggiunge altre forze armate e società di difesa e sicurezza straniere. Detto altrimenti, si è affidato ai suoi contatti per avviare conversazioni e si è appoggiato a politici e legislatori eletti per fare pressione sui loro governi per non bloccare gli accordi.
“È una strategia legale e non ufficiale”, ha detto Huang, “e non è da governo a governo. Per ogni componente, abbiamo contattato tre fornitori perché alcuni ci avrebbero sceso. Fanno anche pagare un premio rispetto alle offerte ufficiali”. Nel frattempo cresce l’attesa per capire fino a dove potrà arrivare la difesa militare Made in Taiwan. E, soprattutto, se sarà sufficiente a bloccare l’appetito del Dragone.
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