Cile, 11 settembre 1973: attualità di un golpe
di Manlio Dinucci - 26/09/2023
https://www.ariannaeditrice.it/articoli/cile-11-settembre-1973-attualita-di-un-golpe
Fonte: Franco Cardini
MA COME ABBIAMO POTUTO?…
Premessa a Dinucci, col quale
non sono d’accordo proprio su tutto (Giovanni Paolo II, come capo di una
Chiesa universale e di uno stato, non poteva agire altrimenti di come
agì), ma a suo tempo come hanno potuto quei giovani o semigiovani di
allora, che avevano già individuato il pericolo neoliberista e
neoimperialista della politica statunitense, restare talmente
condizionati dal fascino sinistro della Guerra Fredda al punto da
preferire – sia pure tappandosi montanellianamente il naso – Pinochet ad
Allende? E come fa qualcuno di quei giovani o semigiovani di allora,
ormai ultraottantenne, a perseverare nel medesimo errore, del quale io
personalmente mi vergogno e faccio ammenda quotidiana? (Franco Cardini)
CILE, 11 SETTEMBRE 1973: ATTUALITÀ DI UN GOLPE
di Manlio Dinucci
Cinquant’anni
fa, l’11 settembre 1973, avveniva il colpo di stato in Cile. Anche se è
passato mezzo secolo, esso conserva una drammatica attualità. Questa,
in sintesi, è la storia.
Nel novembre 1970 diviene Presidente del
Cile Salvador Allende, eletto da una coalizione di forze democratiche
con un programma di progresso sociale e sovranità nazionale. Due mesi
prima, in settembre, il presidente Nixon ordina alla CIA di preparare un
piano per impedire che Allende realizzi il suo programma. Il primo
obiettivo di Washington è quello di “far saltare l’economia cilena”.
Quando
il presidente Allende nazionalizza le miniere cilene di rame, fino a
quel momento in mano a multinazionali statunitensi, Washington crea una
task force federale che, operando sui mercati finanziari, fa crollare il
prezzo mondiale del rame per colpire l’economia cilena. Mentre viene
privato della principale fonte di reddito del suo export, il Cile viene
sottoposto dagli USA a un ferreo embargo che gli impedisce di importare
generi essenziali di prima necessità. Contemporaneamente la CIA blocca
per 40 giorni i trasporti interni, finanziando con milioni di dollari
uno sciopero dei camionisti.
Viene così preparato il terreno al colpo
di stato organizzato dalla CIA e attuato dalla giunta militare
capeggiata da Augusto Pinochet. L’11 settembre 1973 il golpe inizia con
l’attacco al palazzo presidenziale, l’uccisione di Salvador Allende e
degli uomini della sua scorta che decidono di rimanere con lui fino
all’ultimo. Decine di migliaia di cileni vengono rinchiusi negli stadi e
altri luoghi di detenzione, torturati nei modi più atroci e
assassinati. Le tecniche del golpe, delle torture e uccisioni sono
quelle della “Scuola delle Americhe” creata dal Pentagono per addestrare
i militari latinoamericani sotto suo comando.
Con la connivenza di
Washington, il regime di Pinochet, “presidente” del Cile dal 1974 al
1990, prosegue la sua catena di crimini, assassinando gli oppositori sia
all’interno che all’estero e reprimendo nel sangue le manifestazioni
popolari. Ciò non impedisce a Giovanni Paolo II, in visita ufficiale in
Cile il 2 aprile 1987, di affacciarsi di fronte alla folla plaudente,
dal balcone del palazzo della Moneda, a fianco di Augusto Pinochet,
colui che quattordici anni prima aveva assassinato a La Moneda il
Presidente Salvador Allende.
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