Tutti defunti tranne i morti
di Marco Travaglio - 27/09/2023
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Fonte: Il Fatto Quotidiano
Dal conto terrificante dei morti in Ucraina vanno
fortunatamente detratti i risorti. L’ultimo, stando al video diffuso da
Mosca che lo ritrae piuttosto vispo a una riunione di militari, è
l’ammiraglio Sokolov, capo della flotta russa nel Mar Nero, che Zelensky
e dunque la stampa italiana davano per deceduto nel bombardamento a
Sebastopoli. Il penultimo è il macellaio ceceno Kadyrov, trapassato per
insufficienza renale secondo Kiev e la stampa italiana prima a marzo,
poi dieci giorni fa, e ricomparso in un video mentre fa jogging; si era
detto che era un fake, ma ieri ha postato i suoi elogi al figlio che
picchia un detenuto: sdegno unanime (e sacrosanto) sui social, anche da
chi s’è scordato di avvisare che è vivo (sennò di che minchia
s’indigna?). Il più celebre morto che parla resta Putin, affetto da una
trentina di cancri e da una settantina di altre patologie e sempre
dipinto come morente dai servizi occidentali. Finché a gennaio Zelensky
diede il lieto annuncio: “Non sono sicuro che sia vivo: quello che
vediamo può essere un sosia”. Eppure, per essere un cadavere, ha sempre
una discreta cera. In aprile toccò al ministro della Difesa: “Shoigu,
voci di infarto: ‘Avvelenato. Menomato per sempre’” (Giornale). Dopo tre
giorni risorse. A maggio schiattò il bielorusso Lukashenko, ma si
scordarono di avvisarlo e non se ne accorse neppure lui.
Poi c’è il
reparto avvelenati da Putin, affollatissimo. Il 28.3.’22 l’intera stampa
atlantista assicurò che Putin aveva fatto secco con armi chimiche
l’amico oligarca Abramovich. Che l’indomani riapparve in gran forma. Il
1.8.2022 Repubblica sparò: “Malore in Sardegna per Chubais, ex
fedelissimo di Putin: si teme avvelenamento… uno dei principali
strumenti degli apparati di Putin per disfarsi degli oppositori”. Cinque
giorni dopo, ferale notizia: “Chubais dimesso dall’ospedale di Olbia.
Sindrome Guillain-Barré, non veleno”. E pazienza. Già il giorno
dell’invasione fece il giro del mondo la notizia dei 13 soldati ucraini
sull’Isola dei Serpenti che, all’arrivo dei russi, li mandano
‘affanculo’ e vengono tutti sterminati. A Kiev furono celebrati come
“eroi”. Poi resuscitarono a uno a uno e furono liberati in uno scambio
di prigionieri. Il percorso inverso ha compiuto il pilota-eroe ucraino
Stepan Tarabalka, popolarissimo sui social come l’“inafferrabile
fantasma di Kiev” perché – stando ai media – fra marzo e aprile 2022
aveva abbattuto centinaia di unità russe (fino a 40 al giorno) senza
farsi prendere. Senonché il 2 maggio l’Aviazione ucraina ammise che i
suoi raid erano tutti inventati: i russi l’avevano abbattuto già a
marzo. Ma, al contrario di tanti defunti risorti, aveva continuato a
vivere e a colpire anche dopo la sua morte. Un po’ come l’informazione.
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