Le imprese ingrassano i salari piangono
L’inflazione ha mangiato i salari mentre l’industria ha spinto l’aumento dei prezzi e ha fatto guadagni più che profumati.Per chiarire meglio la mostruosità di ciò che è avvenuto basti dire che da un lato, quello dei lavoratori, si parla di ciò che realmente si può comprare con la busta paga e dall’altro, quello delle imprese, ci si riferisce al risultato economico ottenuto sottraendo i costi, le tasse pagate e le spese sostenute dai ricavi totali. Non sarebbe sbagliato quindi ridistribuire la ricchezza tassando le imprese e detassando i lavoratori.Questo consentirebbe anche di non sottrarre le risorse necessarie per la sanità e la scuola.Ad esempio tagliando gli sprechi, ancora tanti, nelle spese di funzionamento dei ministeri e bloccando la crescita delle spese militari.Infine, la lotta all’evasione ancora scandalosa di oltre 100 miliardi potrebbe fornire risorse anche per venire incontro alle pensioni più povere.
Mentre l’industria ha aumentato utili e profitti, i salari sono diventati da miseria.
Le imprese sono ingrassate di un quinto e i lavoratori che hanno prodotto quella ricchezza hanno visto diminuire di altrettanto il potere d’acquisto delle loro buste paga.
Questa è la fotografia dell’andamento del 2022 effettuata dall’ufficio studi di Mediobanca, l’istituto finanziario cuore del capitalismo italiano, che conferma altre analisi effettuate sugli stessi temi.
Nel 2022 l’industria italiana ha avuto una crescita del fatturato nominale del 30,9% e di quello reale dello 0,6%, accompagnata da “performance decisamente positive” sul fronte della redditività, con utili cresciuti del 26,2%.
Invece i lavoratori risultano “la componente maggiormente penalizzata in termini di potere d’acquisto, con una perdita stimata intorno al 22%”.
L’inflazione ha mangiato i salari mentre l’industria ha spinto l’aumento dei prezzi e ha fatto guadagni più che profumati.Per chiarire meglio la mostruosità di ciò che è avvenuto basti dire che da un lato, quello dei lavoratori, si parla di ciò che realmente si può comprare con la busta paga e dall’altro, quello delle imprese, ci si riferisce al risultato economico ottenuto sottraendo i costi, le tasse pagate e le spese sostenute dai ricavi totali. Non sarebbe sbagliato quindi ridistribuire la ricchezza tassando le imprese e detassando i lavoratori.Questo consentirebbe anche di non sottrarre le risorse necessarie per la sanità e la scuola.Ad esempio tagliando gli sprechi, ancora tanti, nelle spese di funzionamento dei ministeri e bloccando la crescita delle spese militari.Infine, la lotta all’evasione ancora scandalosa di oltre 100 miliardi potrebbe fornire risorse anche per venire incontro alle pensioni più povere.
Una proposta di legge di bilancio per il 2024 così impostata sarebbe davvero alternativa a quella della destra e avrebbe contenuti chiari di giustizia sociale.
Enrico Rossi
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