Ucraina: guerra persa, ma non si può dire
di Italo Cipriani - 27/10/2023
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Fonte: Italo Cipriani
L’elezione di Mike Johnson a presidente della Camera degli
Stati Uniti, dopo la sconfitta seriale di altri candidati, rimette la
guerra ucraina sotto i riflettori perché ritorna il tema dei
finanziamenti a Kiev, che l’amministrazione Biden ha associato a quelli
in favore di Israele. I media americani ricordano come Johnson abbia più
volte votato contro gli aiuti all’Ucraina, ma ora tutto è diverso.
Fino all’ultimo ucraino
Legare
gli aiuti all’Ucraina a quelli verso Israele, di cui Johnson – e
l’ultra-destra del partito repubblicane che rappresenta – è acceso
sostenitore, rende tutto più complesso ed è da presumere che la
risoluzione verrà approvata.
Anche perché, se non accadesse, la
guerra ucraina sarebbe sic et simpliciter finita. E non sembra che
l’America sia pronta a chiudere la partita.
L’approvazione di nuovi
aiuti prolungherà ulteriormente l’agonia dell’Ucraina, costretta dalla
sua leadership e dai Paesi anglosassoni a proseguire fino all’ultimo
uomo un conflitto che non può vincere, così da tenere impegnata la
Russia per disturbarne l’azione nel più ampio agone globale.
La
guerra è persa e lo sanno tutti, in Ucraina e nel mondo, ma gli schiavi
ucraini devono continuare a immolarsi a maggior gloria dell’Impero
d’Occidente.
Se tale esito era evidente in precedenza ora lo è diventato ancora di più. Tanti, infatti, i segnali in tal senso.
Anzitutto
l’offensiva russa su Avdiivka, fronte orientale, vicino Bakmut,
diventata focus recente degli scontri, è ormai prossima a essere
completata. L’ex consigliere dell’ufficio presidenziale Aleksey
Arestovich ha dichiarato: “La mia analisi è triste: sono sicuro che
perderemo Avdiivka”.
La caduta della città “sarà uno shock”, ha
aggiunto e suonerà come un verdetto per il sistema ucraina, dal momento
che proseguendo nello stesso “schema stiamo perdendo la settima città
consecutiva”.
Incenerito il sogno della controffensiva ucraina
Non
solo, tale sviluppo pone definitivamente fine al sogno, che in realtà
non ha mai avuto alcuna consistenza, di un’offensiva di successo sul
fronte meridionale, tale da riuscire a tagliare la linea di collegamento
tra la Crimea e la Russia, obiettivo dichiarato della controffensiva
ucraina.
“La situazione è tragica – ha infatti dichiarato Arestovich
-Tutti i militari sanno che le truppe del fronte meridionale sono state
trasferite ad Avdiivka. Ciò significa addio all’offensiva sul fronte
meridionale”.
Una disfatta dal punto di vista strategico, ma anche
dal punto di vista delle risorse, con l’esercito ucraino sempre più
degradato. Così recita Strana: “La situazione al fronte sta diventando
sempre meno trionfale per le forze armate ucraine [eufemismo forzato
ndr]. E la motivazione della popolazione per combattere sta diminuendo.
Lo si può vedere dai video dei soldati ucraini indignati per le
‘retrovie rilassate’, parlano di grandi perdite e che sono necessari
nuovi soldati al fronte”.
Tanto che la leadership ucraina, non paga
della macelleria alla quale ha sottoposto la popolazione, reputa
necessaria una nuova e più allargata coscrizione, forse addirittura una
mobilitazione generale, estremo che però Strana giudica di difficile
attuazione a causa del “tacito contratto sociale” che vige nel Paese, la
cui essenza è “noi non ti disturbiamo e tu non disturbi noi”.
Nuovi
finanziamenti, nuove armi, non cambieranno tale situazione, ma daranno
certamente nuovo ossigeno alla propaganda, che non smette di parlare di
vittoria. Ciò nonostante il degrado delle forze armate e l’evidente
divario sul piano degli armamenti.
Le armi magiche hanno perduto la loro magia
Le
ultime armi magiche consegnate all’Ucraina, i missili a lungo raggio
ATACMS, che avevano galvanizzato i sostenitori di Kiev, hanno già perso
la loro magia. Di ieri l’annuncio che la Russia ne ha intercettati due,
segno che ha trovato le contromisure in tempi record.
Scrivevamo in
altre note che l’introduzione nel teatro di guerra di tali missili
riecheggiava l’ingresso in campo delle V2 alla fine della Seconda guerra
mondiale, che pur incrementando il volume di fuoco della Germania
nazista non mutò il destino del conflitto.
Articolo di PN del 16
giugno 2023Non solo i missili, anche l’aviazione ucraina, almeno quel
che ne restava, sta subendo perdite catastrofiche. Riportiamo, sempre da
Strana: il ministro della Difesa “Shoigu ha affermato che negli ultimi
cinque giorni la Federazione Russa avrebbe abbattuto 24 aerei ucraini
utilizzando ‘nuovi sistemi’. I media russi chiariscono che stiamo
parlando dei complessi S-400, che operano in tandem con gli aerei di
rilevamento radar a lungo raggio A-50”, che riescono a rendere
invisibili i missili lanciati contro gli aerei nemici.
Kiev,
riferisce Strana, ovviamente non ha confermato, ma non ha nemmeno
smentito. Un silenzio assenso più che significativo. Tale innovazione va
a frustrare anche le speranze suscitate dalla prossima arma magica, gli
F-16 promessi dalla Nato, il cui arrivo nel teatro di guerra è stato
via via posticipato.
Guerra persa e Stato fallito, ma non si può dire
Dopo
tale sviluppo, la NATO ci penserà ancora di più prima di inviare gli
F-16: non può rischiare di vedere i suoi magici jet abbattuti come
mosche. Ne va del suo prestigio e della commercializzazione dei
velivoli.
Resta, infine, il nodo munizioni, che da tempo scarseggiano
negli arsenali NATO e di conseguenza a Kiev. Con la necessità di
stornare verso Israele parte degli aiuti promessi all’Ucraina,
scarseggeranno ancora di più.
Insomma, le prospettive perché Kiev
realizzi i suoi annunci trionfalistici sono zero. E anzi, deve fare i
conti con una realtà sempre più degradata, che fa dell’Ucraina uno Stato
fallito. Una situazione dalla quale non si riprenderà per i decenni a
venire.
Tale il destino al quale l’ha consegnata la strategia neocon
di farne la punta di diamante del confronto tra gli Stati Uniti e Mosca e
la cieca sudditanza a tale disegno della sua dissennata leadership.
La
guerra è persa, ma non si può dire. Gli Stati Uniti non potranno
ammetterlo, non in campagna elettorale. Da qui la spinta per altri
inutili aiuti, che, se approvati, saranno salutati dall’usuale stolida
esultanza di quanti hanno mandato allegramente al macello un intero
popolo. Per salvare il salvabile servirebbe aprire un negoziato con la
Russia, ma ciò non è ancora all’orizzonte.
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