Gli Ebrei stanno forse vendicando i loro prepuzi?
E non il "terrorismo di Hamas", l'Olocausto, l'antisemitismo, le espulsioni, la storia di Ester, l'Esodo e altri miti.
Kevin Barrett
kevinbarrett.substack.com
Mentre scrivo, l’autoproclamato Stato Ebraico sta compiendo una vendetta biblica sui goy di Gaza. L’IDF sta bombardando a tappeto i civili in quella che è ora la zona più densamente popolata della Terra. Più di 5.000 persone sono state uccise, tra cui oltre 2.000 bambini.
Gli israeliani non nascondono nemmeno che si tratta di vendetta, non di strategia. Sanno di non poter finire Hamas, perché l’intera regione dell’Asia occidentale e il mondo musulmano in generale sostengono Hamas e il resto della resistenza palestinese, e la sosterranno con ancora più fervore se gli attuali leader di Hamas moriranno come martiri durante un’orgia di vendetta ebraica. Come avrebbe detto Medgar Evers, “non si può uccidere un’idea”, soprattutto se condivisa da miliardi di persone.
La prima reazione di Netanyahu all’Operazione Al-Aqsa Storm è stata eloquente: “Ci vendicheremo con forza di questo giorno malvagio“. La “potente vendetta” di Bibi consiste nell’uccidere migliaia bambini veri in risposta agli omicidi immaginari di alcuni bambini ebrei. È ovviamente irrazionale. Le affermazioni secondo cui Hamas avrebbe “decapitato 40 bambini” e “violentato donne”, oltre ad altre luride leggende di atrocità, sono state rapidamente sfatate. È emerso che Hamas tratta i suoi prigionieri con gentilezza, e persino fonti ebraiche stanno ammettendo che l’IDF, non Hamas, aveva deliberatamente massacrato un gran numero di civili israeliani al festival musicale e nei kibbutz per evitare che diventassero ostaggi e risorse politiche di Hamas.
Ricordiamo che Hamas ha il diritto, secondo il diritto internazionale, di attaccare i “civili” se questi si qualificano come “coloni”. Tutto il mondo concorda sul fatto che gli israeliani che vivono sulle terre rubate nel 1967 sono coloni e quindi obiettivi legittimi. E più della metà del mondo, compresi essenzialmente tutti i vicini di Israele, considera tutti gli israeliani come coloni che occupano abusivamente la Palestina occupata, che è ovviamente il punto di vista di Hamas. Ma, nonostante il suo diritto legale di attaccare i coloni israeliani, il 7 ottobre Hamas ha agito con moderazione. Dalle prime riprese video e dalle dichiarazioni di Hamas è chiaro che Al-Aqsa Flood aveva come obiettivo principale l’esercito israeliano, mentre prendere in ostaggio dei coloni era solo un obiettivo secondario. E, se alcuni palestinesi hanno ucciso dei coloni, si trattava di bande non organizzate che si vendicavano per l’uccisione dei loro cari, non di soldati di Hamas.
Quindi, l’orgia di vendetta sanguinaria che sempre più spesso viene chiamata #GazaGenocide è irrazionale sotto due aspetti. In primo luogo, questa vendetta orribile e sanguinosa si basa su false testimonianze di fatti che non sono mai accaduti. In secondo luogo, il suo obiettivo annunciato – l’eradicazione di Hamas – è impossibile. E più bombe Israele sgancia su Gaza, più diventa impossibile.
Qual è la fonte di un comportamento così selvaggiamente irrazionale e, in definitiva, autodistruttivo?
Le origini del complesso ebraico di vendetta: riflessioni da Mellila
Di recente ho visitato il Museo delle Etnie di Melilla, in Spagna. Il museo celebra le “minoranze” colorate di Melilla: Ebrei, Berberi e Zingari. (I Musulmani di origine berbera sono, in realtà, la maggioranza a Melilla, ma, in teoria, non dovremmo saperlo).
La prima cosa che si vede entrando è una stanza piena di menorah, Torah, amuleti e altri oggetti che rappresentano la comunità ebraica di Melilla.
Melilla ospita la più antica comunità ebraica della Spagna, che risale alla fondazione della città, nel 1497. Anche se gli Ebrei erano stati espulsi dal resto della Spagna, erano sempre stati i benvenuti a Melilla, dove si ritiene che abbiano giocato un ruolo importante nella prosperità della città. Oggi qui rimangono circa 1.000 Ebrei.
Un altro oggetto in mostra è “La sedia di Elia”. Pensavo di conoscere l’ebraismo, avendo avuto numerosi amici e conoscenti ebrei, ma non ricordavo che ogni circoncisione viene eseguita accanto ad una sedia vuota, presumibilmente occupata dal profeta Elia.
La mia prima impressione, leggendo maldestramente la spiegazione in spagnolo fornita dal museo, è stata che il rabbino facesse sedere il bambino sulla sedia prima di tagliare la parte più sensibile della sua anatomia e succhiare il sangue da ciò che rimaneva del pene. Ma, alla fine, ho capito che la circoncisione viene eseguita accanto alla sedia, non su di essa. Quella sedia è riservata a Elia!
L’importanza della circoncisione infantile per l’identità ebraica è sottolineata dal fatto che la sedia di Elia è il primo oggetto esposto nella prima sala del Museo delle Etnie. Per tre millenni, gli Ebrei si sono considerati superiori ai goyim “impuri” (non circoncisi).
Nel corso del tempo, anche i Musulmani hanno iniziato ad imitarli stupidamente. I Musulmani, ad esempio, praticano generalmente la circoncisione in età matura (ma non in quella infantile). E circa il 75% dei non Ebrei americani fa circoncidere da un medico i propri figli appena nati.
Così, anche se la circoncisione non è più il marchio di eleggibilità di un tempo, gli Ebrei possono ancora guardare dall’alto in basso gli sciocchi Musulmani che aspettano che il bambino abbia quasi finito la scuola elementare, o gli americani non Ebrei che fanno fare gli onori di casa a un medico invece che a un rabbino.
I primi giorni, settimane e mesi di vita plasmano profondamente la personalità. Come avevo scritto altrove:
Gli studi sull’attaccamento hanno dimostrato che i bambini molto piccoli – i neonati, in realtà – sono estremamente vulnerabili ai traumi psicologici. Un’esperienza terribile all’ottavo mese di vita o anche prima è probabile che rovini la vita in un modo che un’esperienza molto peggiore in un’età più avanzata non potrebbe fare. Le esperienze traumatiche che danneggiano il legame madre-bambino, in particolare, sembrano essere responsabili di gran parte, se non della maggior parte, dell’infelicità del mondo. (Morale: per formare una persona felice e serena, tenete il bambino a contatto pelle a pelle con la madre e allattatelo a richiesta per i primi due anni di vita, come fanno molte culture tradizionali).
Quello che NON si vuole fare è strappare il bambino dalle braccia della madre e infliggergli torture indicibili incidendo con un coltello la parte più sensibile della sua anatomia. Questo distruggerà il legame madre-bambino a causa del tradimento percepito dalla madre nei confronti del figlio (e creerà un’eccessiva compensazione, come nel caso della sindrome della madre ebrea), mentre si formerà un ricordo inconscio di un orribile attacco da parte di un terrificante estraneo. Più avanti nella vita, il bambino sarà culturalmente condizionato a trasferire la sua paura e il suo disgusto sulla figura immaginaria di un nuovo terrificante estraneo: il goy malvagio che vuole ucciderci. È la formula perfetta per creare un’identità di gruppo profondamente nevrotica e fortemente etnocentrica.
La brama ebraica di una smisurata vendetta di sangue contro i goy è proverbiale. È stata immortalata ne Il mercante di Venezia, è visibile nelle reazioni degli Ebrei alla Seconda Guerra Mondiale in generale e, in particolare, in film come Inglorious Basterds ed è in mostra a Gaza proprio in questo momento.
Ogni festività ebraica, si dice, ripete lo stesso schema: “Hanno cercato di ucciderci, abbiamo vinto, mangiamo!” I miti dell’Esodo, della vendetta di Ester sui Persiani, della distruzione del Tempio e, più recentemente, dell’Olocausto, ritraggono tutti i nemici degli Ebrei che complottano e tramano per annientarli, e gli Ebrei che alla fine trionfano e compiono una vendetta orribile e appagante.
Questa peculiare miscela tribale di paranoia (“vogliono tutti ucciderci!”), rabbia vendicativa e totale mendacia a me sembra un disperato tentativo di soffocare la sindrome post traumatica provocata dalla circoncisione. Freud, che non aveva torto su tutto, noterebbe senza dubbio che il paziente (la tribù) proietta sui suoi nemici (tribali) crimini che, in realtà, sono stati commessi da lui stesso (la sua tribù) e da coloro che la rappresentano e la guidano.
Ed è per questo che “l’ebreo grida mentre ti colpisce“… Come sta facendo oggi, dal pulpito prepotente di quasi tutti i media mainstream occidentali, nel disperato tentativo di nascondere il fatto che è lui il cattivo, mostruoso, psicotico e genocida, mentre Hamas e il resto della resistenza palestinese sono gli eroi.
Kevin Barrett
Fonte: kevinbarrett.substack.com
Link: https://kevinbarrett.substack.com/p/are-jews-avenging-their-foreskins
25.10.2023
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org
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