“186 miliardi in fumo”. Così le multinazionali “fregano” l’Italia: lo studio choc, cifre da capogiro
Paradisi
fiscali che spingono i ricchi di tutto il mondo e le multinazionali a
portare lì i propri risparmi. Provocando danni economici ingenti ai
Paesi che si vedono sottrarre preziose risorse, sotto forma di tasse,
che non riceveranno mai. Uno schema noto e che finisce per danneggiare, e
parecchio, anche l’Italia, come spiegato da Luigi Grassi sulle pagine della Stampa. Il giornalista ha citato un rapporto Oxfam secondo
il quale la ricchezza spostata al di là delle frontiere delle nazioni
dove viene prodotta ha raggiunto quota 12.000 miliardi nel corso del
2022, un tristissimo record destinato probabilmente a crescere ancora.
Calcolatrice alla mano, si tratta di una somma pari al 12% del Pil
dell’intero pianeta.
Per quanto riguarda l’Italia, il valore è di 186 miliardi di euro, quasi il 10% del Pil del Paese. Un totale nel quale è compresa sia l’evasione fiscale al di là della frontiera, quindi ovviamente illecita, sia forme di elusione che invece formalmente non violano le leggi, basate sullo sfruttamento delle debolezze dei sistemi legali e tributari. I dati emergono dal rapporto Global Tax Evasion Report, pubblicato dall’Osservatorio Fiscale europeo e diffuso da Oxfam. (Continua a leggere dopo la foto)
In
apparenza, norme sempre più stringenti nel corso degli ultimi 10 anni
hanno ridotto la vera e propria evasione fiscale. Ma è sul fronte
dell’elusione che, invece, i numeri si sono fatti decisamente più
pesanti nel recente passato: gli utili delle multinazionali trasferiti
dalla giurisdizione a tassazione d’impresa medio-alta verso paradisi
fiscali sono arrivati all’astronomica cifra di 1.000 miliardi di
dollari, privando i Paesi di risorse equivalenti al 10% del gettito complessivo dell’imposta sul reddito delle società.
Secondo Oxfam, tra i problemi c’è anche la riduzione della “global minum tax” sulle multinazionali, scesa al di sotto degli standard previsti: “La nuova versione della norma dimezza, da 270 a 136 miliardi di dollari l’anno, gli introiti attesi, su scala globale”.
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