Quale traguardo per il Servizio Sanitario Nazionale?
Milioni di persone, viste le precarie condizioni economiche, saranno costrette a subire sulla loro pelle la discesa vertiginosa della qualità e del tempo di risposta dei servizi sanitari pubblici, in quanto non possono permettersi di rivolgersi alla sanità privata…sempre più presente e, diciamolo, indispensabile se si vuole essere curati per tempo!
La violenta accelerazione allo scontento generale del Servizio
Sanitario Nazionale, che in primis vede coinvolti sanitari e pazienti,
pone la domanda su quale sia il futuro della Sanità Pubblica secondo una
politica certo non pianificata nelle ultime ore! La discesa progressiva
dei servizi, che mortifica medici e malati, non può essere un errore. I
camici bianchi non credo fuggano solo per i soldi; prima di
semplificare le affermazioni forse dovremmo capire meglio la situazione
reale e cosa spinga il personale ospedaliero all’abbandono di un posto
sicuro! Ora, è certo, che oltre le rispettive e legittime motivazioni i
camici bianchi non scalfiranno il tenore della loro vita, mentre i
malati rimangono le vere vittime sacrificali di un rito che non permette
loro di scegliere come invece, seppur scontenti, possono fare i medici.
Nel senso che milioni di persone, viste le precarie condizioni
economiche, saranno costrette a subire sulla loro pelle la discesa
vertiginosa della qualità e del tempo di risposta dei servizi sanitari
pubblici, in quanto non possono permettersi di rivolgersi alla sanità
privata…sempre più presente e, diciamolo, indispensabile se si vuole
essere curati per tempo! Infatti, le liste di attesa per gli indigenti
si sono allungate all’infinito e le visite specialistiche sono diventate
una lotteria. A difesa del medico dico che certamente esiste anche un
aspetto economico retributivo non soddisfacente tra le motivazioni che
spingono molti di loro a lasciare il pubblico impiego per approdare al
privato, se non a trasferirsi all’estero dove attualmente il
riconoscimento professionale, le progressioni di carriera, e le
prospettive economiche sono migliori. Inoltre, contano molto anche le
condizioni di lavoro, la situazione degli organici, la possibilità di
una normale vita privata e la percezione stessa della professione da
parte dei cittadini. A questo si aggiunge il senso di abbandono delle
istituzioni per cui il medico anziché essere una risorsa ed un
patrimonio da difendere e valorizzare, è diventato un memorandum che sta
a ricordare l’ormai prossimo crollo del nostro Sistema Sanitario
Nazionale. A difesa dei pazienti, invece, ritengo sia eticamente
indispensabile che siano messi al corrente con parole comprensibili sul
prossimo futuro: compatibilmente con il traguardo prefissato da quella
Sanità Pubblica che già negli anni Settanta aveva ricevuto il plauso dei
Paesi d’Occidente. Anche se, con qualche scetticismo, molte Nazioni
avevano espresso perplessità sulla durata di un sistema gratuito che
dalle loro previsioni ritenevano non potesse durare nei decenni come
oggi puntualmente accaduto. Dunque, le responsabilità.
Beh, mi pare
che oggi, come ieri, siano da attribuire alla politica che non paga mai
il conto…ma solo perché siamo noi elettori che cristianamente perdoniamo
ogni peccato. In questo caso una Sanità Pubblica che ha imboccato una
discesa consapevole di non avere più i freni. Gli unici che non sono
consapevoli siamo noi che ancora speriamo nei miracoli senza porci mai
domande come: quale traguardo per il SSN?
Angelo Santoro
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