Italia: un Paese che cadrà a pezzi.
https://www.francescocarrino.com/italia-un-paese-che-cadra-a-pezzi/di Francesco Carrino
Facciamo parlare i dati.
In Italia il calo annuo di prestiti alle aziende è arrivato al 6,9% a settembre.
Il dato peggiore di sempre che non è stato raggiunto neanche durante la crisi del debito sovrano.
C’è da aggiungere che il calo dei prestiti ad agosto registrava un -6,4%.
La flessione dei prestiti alle famiglie e persone fisiche continua a tenere botta, -1,6%, ma questa non è ugualmente una buona notizia visto che i tassi di interesse per prendere un prestito sono arrivati al 7%. Tienilo a mente.
La frenata del credito fa parte della strategia della Bce per frenare l’inflazione. Strategia che non funzionerà in quanto stanno per arrivare aumenti fuori misura delle materie prime come petrolio e gas a causa delle fibrillazioni geopolitiche in Medio oriente che si sommano a quelle russo-ucraine.
Ancora dati, che restano la cosa più oggettiva del momento.
Siamo di fronte alla stretta monetaria più forte e più rapida nella storia dell’euro, avviata da luglio 2022, che ha portato a un aumento dei tassi di 450 punti base e a una riduzione del bilancio di 1.800 miliardi. Mica bruscolini.
Con questi numeri l’economia si appresta ad entrare in una abbondante recessione. Tradotto: alcuni perderanno il lavoro, le aziende fattureranno meno. Chi perde il lavoro e fattura meno non riuscirà a pagare finanziamenti e mutui che nel frattempo saranno rinegoziati a “tassi di interesse da usura” e infine, non incassando i crediti per le Banche saranno dolori.
Infatti dal lato dell’offerta di denaro il peggioramento economico è legato alla minore tolleranza al rischio da parte delle banche che tenderanno a prestare a chi ha gia soldi in banca e non a chi ha realmente bisogno di rilanciarsi. Morale: le banche che hanno registrato forti utili grazie al rialzo dei tassi ora potrebbero risentire della riduzione dei prestiti e dell’aumento delle perdite su credito, che presto si trasformerà in deteriorato, ergo spazzatura.
Meno soldi dati in prestito vuol dire anche meno consumi, non solo meno investimenti. Meno consumi vuol dire meno incassi per p.iva e negozianti. Il circolo vizioso è appena iniziato. Lo scenario è cambiato. E saranno dolori per i tanti che fino ad oggi hanno vissuto al di sopra delle loro reali possibilità.
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