L’Agnello si sente minacciato. E ha gran voglia di aggredire l’Iran…
Ministro dell’Economia israeliano: Se #Hezbollah decidesse di aprire un fronte al nord, attaccheremo anche l’Iran. “Il piano dell’Iran è di attaccare Israele su tutti i fronti. Se ci rendiamo conto che intendono attaccare Israele, non solo su tutti i nostri fronti, colpiremo anche la testa del serpente, l’Iran”. #Lebanon
“Fino ad arrivare a fomentare una grande guerra regionale, in cui la Russia verrà trascinata”.
di Eva Panina, Direttore dell’Istituto per le strategie politiche ed economiche internazionali – RUSSTRAT
IL PENTAGONO è PRONTO:
Gli Stati Uniti “non esiteranno” ad agire in caso di escalation del conflitto in Medio Oriente: Austin
https://twitter.com/TheInsiderPaper/status/1716093258630144144?s=20
Tel Aviv tramite la sua alleanza con Baku e la sua presenza di intelligence in Azerbaigian, è giunta “ai confini dell’Iran”. Per questo il conflitto di Gaza è così esplosivo (Roberto Jannuzzi)
E’ una occasione d’oro da non perdere per l’Agnello.
Il regime israeliano ha bombardato gli aeroporti internazionali siriani di Damasco e Aleppo. Ore fa, Israele ha anche bombardato una moschea nella città di Jenin, in Cisgiordania. Questi obiettivi civili non si trovano neanche lontanamente vicino a Gaza, ma le élite occidentali sosterranno ogni atrocità commessa dal regime dell’apartheid.
Israele bombarda per la seconda volta in 3 giorni l’aeroporto siriano di Aleppo
Gli scioperi sono scoppiati poche ore dopo la ripresa del servizio dell’aeroporto
Gli attacchi aerei israeliani hanno colpito l’aeroporto siriano di Aleppo per la seconda volta in tre giorni, mettendolo nuovamente fuori servizio durante il bombardamento israeliano di Gaza.
“Verso le 23:35 di sabato 14 ottobre 2023, il nemico israeliano ha effettuato un attacco aereo dalla direzione del Mar Mediterraneo, a ovest di Lattakia, contro l’aeroporto internazionale di Aleppo, che ha causato danni materiali all’aeroporto, mettendolo fuori servizio”, ha detto una fonte militare all’agenzia di stampa siriana SANA .
“Questo nuovo atto di aggressione afferma l’approccio criminale dell’entità di occupazione israeliana, che è chiaramente incarnato oggi nei suoi continui crimini contro il popolo palestinese e nei massacri che commette contro civili innocenti, tra cui donne e bambini”, ha aggiunto la fonte.
Giovedì, gli attacchi aerei israeliani hanno preso di mira sia l’aeroporto di Aleppo che quello di Damasco , mettendoli fuori servizio. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani (SOHR) con sede nel Regno Unito, l’aeroporto di Aleppo è stato colpito nuovamente sabato, poche ore dopo aver ripreso il servizio.
Gli attacchi aerei di sabato segnano almeno la 27esima volta che Israele bombarda la Siria quest’anno. Fonti hanno riferito a SOHR che lo scopo di Israele di prendere di mira gli aeroporti siriani durante l’assalto a Gaza era un avvertimento per impedire i voli militari iraniani nel paese.
Le fonti aggiungono che “i due aeroporti presi di mira non hanno visto alcun arrivo di carichi militari delle milizie iraniane e che gli obiettivi israeliani sono arrivati solo per mettere fuori servizio i due aeroporti”.
Israele interpreta la sua campagna di bombardamenti come attacchi aerei contro l’Iran e la presenza di Hezbollah nel paese, ma gli attacchi spesso uccidono siriani e danneggiano le infrastrutture civili.
“Noi, come [SOHR], condanniamo gli attacchi israeliani contro istituzioni pubbliche e private che appartengono solo al popolo siriano, e sottolineiamo che la presenza militare [delle] forze iraniane e delle loro milizie per procura in Siria non deve mai essere usata come scusa per violare sovranità della Siria”, ha affermato SOHR in una nota .
Nell’ultimo anno, gli aeroporti siriani sono diventati un obiettivo comune degli attacchi aerei israeliani. Secondo SOHR, dall’agosto 2022, Israele ha bombardato 10 volte gli aeroporti di Aleppo e Damasco.
Dave DeCamp
L’ambasciatore d’Israele presso la Santa Sede, Raphael Schutz, che ad Avvenire fa sapere quanto gradita sia la “netta condanna di Hamas” pronunciata dal cardinale Pietro Parolin, segretario di stato. Aggiunge che i contatti con gli uffici d’oltretevere sono costanti, che si apprezzano parole e opere. Fino a un certo punto, però: “Quello che auspichiamo è una maggiore comprensione. Il nostro obiettivo è eradicare la presenza di Hamas nella Striscia di Gaza. Per questo ci vorrà tempo. Il che vuol dire che, a nostro modo di vedere, non è ora il momento di parlare di ‘de escalation’ o di pace”. (Il Foglio)
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