Gli ultimi aggiornamenti dalla guerra tra Israele e Hamas
https://www.analisidifesa.it/2023/10/gli-ultimi-aggiornamenti-dalla-guerra-tra-israele-e-hamas/
Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) continuano a compiere incursioni in profondità all’interno della Striscia di Gaza: il Capo di stato maggiore, Generale Herzi Halevi, sta valutando la possibilità di continuare l’operazione di terra e penetrare in profondità. A questa fase, con il supporto aereo dei caccia della Heyl Ha’Avir, stanno prendendo parte i reparti di fanteria della Tzahal, i mezzi corazzati, il corpo del Genio, le forze speciali, inclusa le unità di ricognizione Sayret Matkal, e i reparti speciali della Marina, Shayetet 13.
Nel corso di questi attacchi sono stati presi di mira due alti dirigenti di Hamas: Ratib Abu Tzahiban, comandante delle forze navali della Brigata città di Gaza, responsabile della pianificazione di recenti attività di infiltrazione fino ad ora state sventate, e Asem Abu Rakaba, capo della squadra aerea di Hamas, responsabile degli UAV, dei droni, dei parapendii, del rilevamento aereo e della difesa aerea della Striscia. Sono segnalati scontri con i miliziani di Hamas a Bureji, nella parte centrale dell’enclave palestinese, e in altre località più a nord. Al momento, tra i soldati israeliani non ci sono né vittime né feriti, mentre sarebbe alto il numero di combattenti palestinesi rimasto ucciso.
Sono almeno 311 i soldati israeliani rimasti uccisi dal 7 ottobre scorso. A dichiararlo è stato il portavoce delle Forze di difesa israeliane, Daniel Hagari. Il portavoce ha poi commentato l’annuncio del leader di Hamas nella Striscia di Gaza, che si è detto disponibile ad un accordo immediato di scambio tra ostaggi e detenuti, definendolo “terrorismo psicologico”.
I carri armati dell’esercito hanno “diretto gli elicotteri dell’aviazione verso un punto d’incontro operativo di Hamas per i suoi operativi terroristici all’interno di un edificio” che poi è stato colpito. Secondo il portavoce militare “diverse cellule terroristiche hanno tentato di lanciare missili anticarro contro i soldati” che sono state “neutralizzate”. Un drone dell’esercito – ha concluso – ha anche colpito “i terroristi di Hamas in una struttura con trappole esplosive.
Attacchi in profondità
La puntata offensiva in profondità della notte tra il 27 e il 28 ottobre, interpretata da molti come l’inizio dell’invasione della Striscia da Gaza, sembra essersi esaurita nelle prime ore del mattino pur consentendo agli israeliani di stabilire il controllo nel nord della Striscia su un’area di oltre 6 chilometri quadrati e profonda fino a 3 chilometri lungo la costa mediterranea. l’IDF ha riferito che uno degli scontri è avvenuto vicino al valico di Erez dopo che i miliziani di Hamas erano usciti da un tunnel e aggiunge di avere ucciso molti membri del gruppo.
Il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha sostenuto che la resistenza di Hamas ha costretto i militari israeliani a ritirarsi. Secondo Raisi, gli israeliani “hanno attaccato ieri Gaza dal cielo, dal mare e via terra, con un’operazione su vasta scala e senza precedenti, ma nonostante il sostegno economico e le armi degli Stati Uniti e di vari Paesi europei si sono visti costretti al ritiro”. Per Raisi, intervistato dalla tv satellitare al-Jazeera, si tratta della “seconda sconfitta” per Israele dopo il terribile attacco del 7 ottobre di Hamas. “Questa seconda sconfitta è molto più dura della prima perché nel primo caso c’era il fattore sorpresa, mentre nel secondo hanno attaccato Gaza con un esercito armato fino ai denti ma la resistenza li ha costretti al ritiro”.
Dal Libano Ghazi Hamad, dirigente di Hamas, ha affermato durante una conferenza stampa alla periferia sud di Beirut che “le Brigate Ezzedine el Qassam (ala armata del movimento palestinese) hanno fermato un tentativo israeliano di avanzare e hanno inflitto enormi perdite in termini di soldati e di equipaggiamento”.
Durante la notte tra il 27 e il 28 ottobre, nel nord della Striscia, l’esercito e i caccia israeliani hanno colpito 150 obiettivi sotterranei, posti comando, siti di lancio dei razzi, depositi di munizioni, infrastrutture e un gran numero di tunnel. L’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA) riferisce che su un totale di 1,4 milioni di sfollati interni, 640 mila palestinesi avrebbero già trovato rifugio all’interno delle 150 strutture messe a disposizione dall’agenzia in tutta la Striscia. Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa palestinese Maan, ci sarebbero stati colloqui e sforzi politici per raggiungere un accordo su un potenziale cessate il fuoco e sullo scambio di prigionieri.
Da ieri sera, forze combinate di combattimento di mezzi corazzati, genieri e fanteria hanno operato sul terreno nel nord della Striscia di Gaza” al cui confine sono ammassati decine di migliaia di militari.
Secondo l’esercito israeliano, a Gaza sono trattenuti circa 230 ostaggi, e funzionari affermano che dozzine di loro sono stranieri o con doppia cittadinanza. Il braccio armato di Hamas si é detto pronto a rilasciare gli ostaggi sequestrati se Israele avesse liberato tutti i prigionieri palestinesi detenuti. IDF bolla la proposta come “terrore psicologico”.
“Il prezzo da pagare per il gran numero di ostaggi nemici nelle nostre mani è svuotare le carceri (israeliane) di tutti i prigionieri palestinesi”, ha detto il portavoce delle Brigate Ezzedine al-Qassam Abu Obeida. “Se il nemico vuole chiudere in un colpo solo questa cartella di detenuti, siamo pronti. Se vuole farlo passo dopo passo, siamo pronti anche a questo”, ha aggiunto. Il leader di Hamas aGaza, Yahya Sinwar, ha detto che il gruppo è’ pronto a fare uno scambio “immediato”.
Dopo l’intensificazione dei bombardamenti, Hamas spinge per una tregua di qualche giorno ed uno scambio che prevede il rilascio dei palestinesi detenuti nelle carceri israeliane in cambio di 100 ostaggi israeliani. Ai microfoni di Al Jazeera, il portavoce del movimento islamico di resistenza, Osama Hamdan, ha affermato che gli israeliani “vorrebbero isolare Gaza dal mondo per commettere i loro crimini in un profondo silenzio. Sono preoccupati per ciò che potrebbe accadere sul campo e per il fatto che stanno affrontando una resistenza molto forte”.
Hamas afferma di esser riuscita nelle ultime ore a fermare l’offensiva di terra israeliana nella Striscia di Gaza e di aver causato “ingenti perdite” al nemico. Ghazi Hamad, dirigente di Hamas in Libano, ha affermato, durante una conferenza stampa alla periferia sud di Beirut, che “le Brigate Qassam (ala armata del movimento palestinese) hanno fermato un tentativo israeliano di avanzare e hanno inflitto enormi perdite in termini di soldati e di equipaggiamento”.
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