Il Kiev post invoca un processo "per alto tradimento" al direttore della CIA
Una nota del Kyiv Post del 16 settembre chiede nientedimeno di processare per alto tradimento il direttore della CIA Williams Burns e il Consigliere per la Sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan. La loro colpa sarebbe quella di intelligenza col nemico russo e di aver minato lo sforzo bellico ucraino.
Burns e Sullivan alla sbarra
Sembra un film di fantascienza, ma non lo è e si basa su quanto riferito da William Arkin nel maggio del 2023 in un articolo pubblicato su Newsweek fondato su informazioni provenienti dall’intelligence americano.
Così sul Kyiv Post: “Per ordine di Biden, il direttore della CIA William Joseph Burns ha stabilito una comunicazione diretta con il presidente russo Vladimir Putin a Mosca già nel novembre 2021, cioè tre mesi prima che la Russia lanciasse il suo attacco su vasta scala contro l’Ucraina”.
Così un informatore riferisce la sostanza di quei contatti: “Gli
Stati Uniti non si sarebbero ingaggiati direttamente nel teatro di
guerra e né avrebbero cercato un regime-change [in Russia], come ha
promesso l’amministrazione Biden. La Russia avrebbe limitato il suo
attacco alla sola Ucraina e avrebbe agito seguendo linee guida non
dichiarate, ma chiare nell’ambito delle operazioni segrete”.
Ma secondo Newsweek: “Una volta che le forze russe si sono riversate in Ucraina, gli Stati Uniti hanno dovuto cambiare rapidamente marcia. La CIA, come il resto della comunità dell’intelligence statunitense, non aveva ben ponderato la capacità militari della Russia né la resilienza dell’Ucraina, tanto che la la Russia non era riuscita a prendere Kiev e era costretta a ritirarsi dal nord”.
“Nonostante questo, alcune delle linee guida segrete concordate da Burns e Putin sono state apparentemente rispettate da parte americana . Washington avrebbe proibito all’Ucraina di effettuare attacchi sul territorio russo. E, in cambio, parlando come se parlasse a nome di tutta la NATO, Burns ha chiesto e ottenuto la promessa del dittatore di non attaccare i paesi membri della NATO”.
Quindi il media USA ricorda come Burns abbia incontrato il capo dell’intelligence estera russa Sergei Naryshkin ad Ankara nel novembre 2022 ed abbia avuto una conversazione con lo stesso il 30 giugno, nella quale, come ha poi rivelato Naryshkin, i due hanno discusso dell’Ucraina.
Inoltre, prosegue il Kyiv Post, “Il 5 luglio, un portavoce della CIA ha avvertito che se Kiev avesse perseverato nelle azioni di sabotaggio all’interno della Russia ciò potrebbe avere ‘conseguenze disastrose’”.
Probabile che le cose siano andate esattamente come ha descritto Newsweek, il cui articolo era inteso a lodare il capo della CIA e Biden per aver evitato in tal modo la terza guerra mondiale.
Non così per il Kyiv Post, che invece accusa Burns e il Consigliere
per la sicurezza nazionale Usa JaKe Sullivan – che secondo il media
sarebbe in sintonia con Burns – di alto tradimento e di frenare
l’impegno bellico ucraino.
Le intese sull’Ucraina
Quanto scrive Newsweek non ci giunge nuovo. Abbiamo scritto diverse note sull’esistenza di un accordo USA-Russia a inizio guerra, che secondo il media americano avrebbe limitato i disastri, ma secondo la nostra ricostruzione era di più ampia portata, cioè teso a eliminare dal tavolo la polveriera ucraina che rischiava di far esplodere la guerra globale.
Ciò spiega anche il contingente limitato e inadeguato con cui è iniziata l’invasione russa e tante altre cose, ad esempio l’appello pubblico di Putin ai generali ucraini perché prendessero il potere, una mossa invero bizzarra per un freddo calcolatore del Kgb come lo zar, come ha dimostrato il fatto che è caduto nel vuoto.
L’intesa sottotraccia, invero, non è caduta per la resistenza ucraina, ma quando il partito della guerra – NATO, Gran Bretagna e neocon – ha preso in consegna Zelensky e i generali ucraini, dando vita a una difesa imprevista.
E quando è iniziato il ricatto su Biden perché cedesse alle pressioni (a fine marzo, per fare solo un piccolo esempio, tutti i media mainstream USA hanno iniziato a dar credito alle accuse contro il figlio Hunter, che in precedenza avevano bollato come propaganda russa).
Si spiega così perché Zelensky, che nei primi giorni di guerra aveva aperto alle richiesta russe, abbia poi virato, sfidando la stessa amministrazione USA. Tanto che quando Washington ebbe a chiedergli di evacuare a Leopoli (lasciando quindi campo libero alla Russia) ha risposto che non voleva un passaggio, ma munizioni (frase che non ha mai detto, come da articolo del Washington Post, ma che è entrata ugualmente nella storia di questa guerra).
Il segreto deve rimanere tale
Al di là, se anche l’intesa segreta si collocasse a più basso livello, cioè fosse stata solo tesa a evitare la terza guerra mondiale, come da ricostruzione di Newsweek, resta che gli accordi segreti dovevano rimanere tali.
Le intese sottotraccia tra antagonisti sono il pane quotidiano della geopolitica globale. Anche i nemici più acerrimi trattano sottobanco su tante cose, ma soprattutto per evitare che incidenti di percorso portino le conflittualità fuori registro. Ma tutto deve restare, appunto, nel segreto, sia per evitare che le intese saltino che danni di immagine a quanti vi partecipano.
La cosa inusuale è che il Kyiv Post, un media ucraino ma di rito britannico, dia spazio a tale ricostruzione e addirittura chieda al Congresso degli Stati Uniti di mettere alla sbarra Sullivan e Burns in base a tale rivelazione.
Evidentemente è in corso una nuova ondata di pressioni su Biden da parte del partito della guerra, che ha in Londra un potente propulsore. Il presidente USA in questi giorni è chiamato a cedere sull’invio di missili a lungo raggio, gli ATACMS, a Kiev, fornitura sulla quale ha sempre nicchiato (insieme a quella parte di America che conserva ancora qualche residua riserva di realismo, dati i rischi posti da tale dotazione).
Nella nota precedente abbiamo scritto che l’occasione per annunciare l’invio degli ATACMS potrebbe essere l’incontro tra Biden e Zelensky all’ONU. Evidentemente Biden non ha ancora ceduto sul punto, ma riteniamo che, come accaduto in precedenza, cederà.
L’amico di Rumsfeld e la BBC
Fin qui il Kyiv Post, ma è interessante vedere chi sono gli autori dello scritto. il primo è Andrei Piontkovsky, autorevole collaboratore della BBC, particolare che conferma il rito britannico dell’asserito media ucraino.
Il secondo autore è Frederick Starr che, come si legge sul media suddetto, è co-fondatore (con George Kennan e James Billington) del Kennan Institute for Advanced Russian Studies e presidente del Central Asia Caucasus Institute (CACI),
E qui, ci permettiamo di citare una nota pubblicata sulle edizioni Arianna: “Donald Rumsfeld, ex segretario della difesa degli Stati Uniti, ha creato una fondazione che ha tra le proprie principali aree di interesse l’Asia Centrale e il Caucaso”.
“Finora il lavoro della fondazione sull’Asia Centrale è stato circoscritto: ha avviato un programma di borse di studio per giovani della regione gestito dal Central Asia Caucasus Institute (CACI, Istituto per l’Asia Centrale e il Caucaso) alla Johns Hopkins School for Advanced International Studies di Washington, DC. Il direttore del CACI, S. Frederick Starr, è amico personale di Rumsfeld“.
Per chi non sapesse chi è Donald Rumsfeld ricordiamo che fu l’alfiere dell’invasione dell’Iraq, l’eroe gli orrori dei carcere di Abu Ghraib (che, disvelati, ne segnarono il destino) e tanto altro.
Tale prossimità è confermata da una banale ricerca su google che dà il duo presente a vari convegni, tra cui alcuni organizzati dalla prestigiosa Fondazione Rumsfeld.
Ciò conferma che dietro la nota del Kyiv Post c’è il partito della guerra e rivela l’ipocrisia della compassione di tale ambito per il destino del popolo ucraino, del quale a gente del calibro di Rumsfeld interessa quanto quello del popolo iracheno sul quale ha fatto piovere tonnellate di bombe intelligenti.
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