Le autorità vogliono abbattere i maiali del Santuario di Sairano: animalisti barricati
Si sono barricati nel santuario dell’associazione Progetto Cuori Liberi di Sairano di Zinasco, in provincia di Pavia, per salvare da morte certa i maiali che dovrebbero essere abbattuti per volere dell’Agenzia di Tutela della Salute, dal momento che nella struttura ha fatto la sua comparsa la peste suina. E, dopo aver scongiurato il peggio, temendo uno sgombero da parte delle forze dell’ordine, gli attivisti sono rimasti a presidio del rifugio tutta la notte. Da venerdì, il giorno in cui i veterinari dell’Ats erano giunti in loco per eseguire l’ordinanza di abbattimento per 35 suini, dovendo poi rinunciare per “mancanza delle condizioni necessarie”, gli animalisti non hanno mai abbandonato il santuario.
Tre giorni fa, solo la tenacia dei volontari – appartenenti a diverse sigle, tra cui Lav, Vita da Cani, Lndc Animal Protection e, ovviamente Progetto Cuori Liberi – ha salvato gli animali dall’uccisione. La polizia ha infatti bloccato le strade che conducono all’ingresso del santuario, in modo tale da permettere agli operatori di entrare nel rifugio per recuperare i maiali, al fine di abbatterli. bloccando con i loro corpi tutti gli ingressi della struttura, però, gli animalisti hanno impedito alle autorità di entrare nel santuario, abbastanza a lungo perché altri attivisti sopraggiungessero dai campi per offrire supporto. Così, dopo ore di resistenza, Ats ha dovuto gettare la spugna e lasciare il rifugio. Ad ogni modo, l’ordinanza di abbattimento resta attualmente in vigore, in attesa di essere eseguita. Infatti, sebbene sia prevista un’udienza al Tar il prossimo 5 ottobre, tutte le sospensive sono state rigettate. I maiali, quindi, possono essere uccisi in qualsiasi momento.
La vicenda ha avuto inizio quando all’interno del rifugio sono stati trovati due maiali morti, che le successive analisi dell’Ats hanno confermato essere deceduti a causa della peste suina africana, malattia che da un anno e mezzo circa sta facendo strage di maiali, sia selvatici che in allevamento. Le misure di contenimento dell’infezione prevedono l’uccisione di tutti gli esemplari presenti all’interno di un allevamento in cui siano presenti animali malati e la conseguente erogazione di ristori per i proprietari. Ma i volontari, la cui mission principale è proprio il salvataggio di animali sfruttati dall’industria alimentare, non ci stanno: «Rivendichiamo che in un rifugio non si utilizzino gli stessi protocolli degli allevamenti – ha dichiarato all’Indipendente Sara D’Angelo, la coordinatrice della rete dei Santuari di animali liberi –, pur nel rispetto delle normative combattiamo affinché si capisca che tra le due realtà ci sono sfumature estremamente differenti: permettiamo ai maiali che si stanno salvando di rimanere in vita». Dunque, «se anche questi animali dovessero morire – aggiunge D’Angelo – è giusto che lo facciano tranquillamente, con i loro cari accanto, dopo cure necessario e non disturbati da un’irruzione della polizia». Gli attivisti non hanno piena contezza di quanti dei 10 maiali attualmente presenti nella struttura (28 maiali sono deceduti negli ultimi 12 giorni, alcuni addormentandosi e altri per morte improvvisa) siano malati, perché non sono stati concessi test in vivo.
«Questa mattina Ats ha chiesto di fare ingresso nel rifugio e gliel’abbiamo consentito, perché erano solo due persone non accompagnate dalle forze dell’ordine – ha spiegato ancora Sara D’Angelo –. Nell’occasione hanno potuto constatare come ci siano molti maiali che sono perfettamente in salute, mentre altri hanno solo lievi sintomi. Sebbene ci sia stato garantito che sui nostri sarà fatta l’eutanasia e che non saranno uccisi barbaramente, vorremmo non arrivarci. Continueremo a presidiare la struttura in difesa di questi animali».
[di Stefano Baudino]
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