98 miliardi spesi in modo criminale!
96 miliardi per il 2023 e 98 miliardi per il 2024, rappresentano la spesa per interessi dello Stato. Un vero e proprio reddito di cittadinanza per ricchissimi e mondo finanziario. Da tre decadi, i nostri governi, in modo del tutto criminale, finanziano la rendita a spese del lavoro.
Come ben sappiamo la polemica, strettamente politica da campagna elettorale, sui presunti 85 miliardi di detrazioni fiscali che compongono la misura di spesa del cd Superbonus 110%; non smette di monopolizzare le nostre vite.
Siamo vicini ad una nuova tornata elettorale ed il governo condotto da Giorgia Meloni, impossibilitato a spendere per i noti limiti autoimposti provenienti dall’alto dei cieli romani ed europei, deve pur trovare qualcosa per giustificare che nessuna delle promesse fatte per anni dai banchi delle opposizioni verrà mantenuta, onde evitare che la rabbia degli elettori, alle urne, si riversi sui colori del suo partito.
Quale miglior occasione se non il Superbonus di Giuseppe Conte, casualmente finanziato senza l’uso delle stampanti di Francoforte, per raccogliere intorno a se il consenso di cani, porci, somari e volpi!
Prima di continuare, rinnovo la medesima premessa che sempre faccio quando parlo di Superbonus, onde evitare di non essere tacciato di appartenere ad un certo colore politico dai soliti fenomeni da tastiera (per fortuna pochi!), sempre più lesti a commentare prima di aver letto bene il contenuto degli articoli.
Lungi da chi vi scrivere difendere la misura di spesa del Superbonus (personalmente, questi soldi, li avrei spesi in ben altro modo, come ho detto quando sono stato interpellato da chi di dovere e come vi dirò nel proseguo dell’articolo); ne tanto meno mi passa nella testa di difendere l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che considero, uomo perfettamente inserito ed appartenente al Sistema di potere che guida il paese. I fatti parlano per lui: non ha minimamente esitato nel recitare la sua parte durante la farsa pandemica, rinchiudendo in casa tutti gli italiani e poi sottoporli ad un esperimento vaccinale di massa su cui solo la storia futura dello stato di salute dell’umanità ne darà una risposta definitiva.
Oltre a questo, se Giuseppi fosse onesto intellettualmente – in risposta al provvedimento di blocco del trasferimento dei crediti fiscali messo in atto dall’attuale governo – sarebbe ogni giorno in TV e sulle pagine dei giornali a lui fedeli (a partire da Il Fatto Quotidiano di Marco Travaglio), per cercare di far comprendere agli italiani, come questo provvedimento abbia portato via loro le ultime speranze di poter recuperare la tanto necessaria sovranità monetaria.
Ed invece Giuseppe Conte tace sapendo di tacere sull’argomento, limitandosi solo a controbattere le feroci critiche che riceve sul Superbonus, fornendo numeretti utili solo per la sua campagna elettorale ed a chi vuole tentare la fortuna sulla ruota del Lotto.
Certo, accertare il reale impatto di una spesa del governo sulla nostra economia e valutarne i benefici a livello di moltiplicatore è fondamentale; ma ancora più fondamentale, prima di poter valutare gli effetti di una spesa, è avere la possibilità di disporre del meccanismo sovrano di spesa che ci consente appunto di spendere. Cosa che purtroppo abbiamo ceduto a Francoforte.
Ed i crediti fiscali trasferibili, ossia la moneta moderna fiat, creata dal nulla da uno Stato per mezzo della sua sovranità, sono oggi l’unico strumento di cui, i nostri governi, possano disporre per poter far conseguire al paese, quel benessere diffuso che permette ad ognuno di noi di vivere in quella che si definisce una buona economia; senza dover sottostare ai ricatti di chi intende prestarti quella stessa moneta a cui noi (lo Stato, ndr), diamo valore attraverso la legge (corso forzoso) e la rendiamo desiderabile con l’imposizione fiscale.
Il Superbonus, come ripetuto più volte, rappresenta una misura di spesa del governo esattamente come ogni altra, nelle più svariate forme: dai salari che si pagano ai dipendenti pubblici fino alle pensioni, dai servizi fino agli investimenti che il governo programma, dall’istruzione alla Sanità, dalla ricerca alle spese militari e così via.
Tra le varie spese del governo, sopra non menzionate, ne abbiamo una piuttosto corposa che come ci indica il rapporto di previsione di Confindustria – [L’economia italiana tra rialzo dei tassi e inflazione alta – primavera 2023] – è stimata a 96 miliardi nel 2023 ed a quasi 98 miliardi nel 2024 [1].
Sto parlando della spesa per interessi che ogni anno lo Stato sostiene per utilizzare una moneta a cui, come abbiamo specificato sopra, dà valore ma non possiede. O per meglio dire, ne ha ceduto in comodato gratuito il monopolio della sua emissione a Francoforte, pare senza neanche la clausola di 30 giorni di preavviso, per vedersela restituire.
Si trattasse solo di questo il male non sarebbe di grossa entità visto che nel contratto di comodato, per non incorrere nella truffa del signoraggio, è stabilito che i frutti (gli interessi), che la Bce e la sua affiliata Bankit incamerano nell’esercizio di questa attività, debbano essere restituiti per intero al nostro Tesoro.
Il male sta invece nel fatto che, come nell’esercizio della loro funzione di politica fiscale, i nostri governi decidono di spendere per ristrutturare le case degli italiani, hanno deciso per decadi di elargire un reddito di cittadinanza a chi dispone di risparmio.
Ovvero, dare soldi a chi ha già soldi, in proporzione dei soldi che ha!
Un reddito da divano, per chi a differenza di coloro che percepivano il reddito di cittadinanza, sul divano ci può stare veramente. Una misura molto semplice, la cui natura regressiva è facilmente comprensibile da chiunque, visto che ha il risultato più che ovvio, di allargare in maniera esponenziale il divario su quella che è la scala sociale del paese.
Stiamo parlando di 98 miliardi di euro solo per il 2024; ovvero 13 miliardi in più di quelle che paiono essere ad oggi le detrazioni sul Superbonus.
But, Houston we have a problem!
La spesa per fornire un reddito di cittadinanza ai ricchi, non è una tantum, ma bensì viene erogata ininterrottamente ogni anno da decadi. E da quando sottostiamo alle regole dell’Euro – e con una genialità da far invidia al Ragionier Filini si conseguono avanzi primari (saldo attivo per lo Stato al netto della spesa per interessi) consecutivi da oltre 25 anni (eccetto che per il Covid) – questi 70/80/90 miliardi all’anno di media, vengono prelevati ogni anno dalle nostre tasche per l’intero importo dell’avanzo primario. (vedi tabella)
Questa forma di spesa e soprattutto finanziarla non totalmente in deficit, è del tutto criminale, poiché preleva ricchezza finanziaria proveniente dal lavoro per consegnarla alla rendita. E lo fa addirittura senza nemmeno che a sostegno di tale elargizione, ci sia un preciso disegno di politica fiscale, che imponga ai rentier beneficiari di tale rendita, di reinvestire tali somme nel tessuto economico del paese, per creare occupazione e benessere diffuso.
E’ un furto vero e proprio! Stiamo letteralmente violentando in maniera brutale la nostra Costituzione e di conseguenza ogni altro codice che ne sta sotto!
Ad esempio, stante il problema energetico, con queste somme ingenti, si potrebbe definire un piano di investimento a lungo termine, incentrato attorno ad una reale transizione energetica.
Ma vediamo dove finiscono realmente questi soldi?
Basta guardare il grafico qua sotto per avere la risposta esatta:
Questi 98 miliardi nel 2024 finiranno sui conti dei seguenti soggetti:
- 30% circa a Bce e Bankit (che come detto restituiranno gli interessi al Tesoro);
- 27% circa a cittadini ed istituzioni estere;
- 32% circa banche e mondo finanziario italiano;
- 11% cittadini italiani;
Ora, se consideriamo il fatto che tra quell’11% di italiani, la probabilità che i risparmiatori si chiamino Agnelli rispetto a Rossi, sono molto più alte e che l’11% è nettamente una minoranza rispetto al restante 89% – le probabilità che questi 10,78 miliardi (11% su 98), arrivino a sostenere i consumi del bar sotto casa nostra, sono pari a zero.
Come sono pari a zero che 31,36 miliardi che incassano le banche italiane ed il nostro mondo finanziario, vadano a sostenere i consumi di negozi di alimentari, abbigliamento, artigianato, ecc.
Mentre riguardo ai 26,46 miliardi che finiscono in tasche straniere, la possibilità che uno zero virgola, possa tornare da noi e contribuire all’incremento dei nostri consumi, è realmente concreta: hai visto mai che a George Soros o Elon Mask, venga in mente di farsi una girata nel nostro paese a bordo di un lussuoso Yacht!
Torniamo seri e diciamo chiaramente come invece stanno le cose: questi 98 miliardi finiscono quasi per intero nel Grande Casinò delle borse ad ingrassare l’economia finanziaria a totale discapito di quella reale.
Ed i risultati si vedono!
A partire dagli anni 80’/90′- questa scelta politica elitaria, come detto totalmente a carattere regressivo, di pagare interessi (anche a 2 cifre), ha contribuito alla distruzione della nostra classe media e di tutto il nostro tessuto sociale, concentrando la ricchezza finanziaria in pochissime mani.
Con quello che spendiamo per interessi in un anno, e che nessuno ne parla perché proibito dai padroni del mondo in primis, oltre ad essere più chic parlare del Superbonus per rincoglionire gli elettori, lo sapete cosa potremmo fare? tanto per fare qualche esempio:
- finanziare una integrazione di 400 euro mensili ai salari di tutti e 22 milioni di lavoratori italiani;
- finanziare piani di lavoro garantiti (PLG), con assunzioni di 3 milioni di nuovi lavoratori a 1.500 euro al mese;
- abbattere la tassazione per 98 miliardi all’anno per le piccole e medie imprese, che sono il tessuto della nostra economia;
E secondo voi, a livello di moltiplicatore sui consumi, sul Pil nazionale ed imposte future, questi 98 miliardi rendono di più in mano ai soggetti che ho descritto prima a cui vanno realmente, o renderebbero di più se fossero messi sui conti correnti di 22 milioni di italiani o dei citati 3 milioni di italiani, risolvendo in maniera definitiva il problema occupazionale, stante il fatto che ad oggi ci sono 2,5 milioni circa di disoccupati dichiarati!?
In conclusione, tanto per far comprendere ancora meglio a chi ancora non si fosse reso conto della portata criminale di tale azione perpetrata negli anni da tutti i nostri governanti, nessuno escluso; è sufficiente prendere il dato dell’avanzo primario medio degli ultimi 30 anni dalla stessa tabella di prima (riportata nell’articolo nelle note finali) [2] – per capire l’entità del furto dei nostri risparmi.
L’avanzo primario medio degli ultimi 30 anni – ovvero i soldi rubati a famiglie ed imprese italiane e consegnati ai rentier di casa nostra ed al mondo della finanza nazionale ed internazionale – sfiora il 2% del Pil (1,75%) e corrisponde alla bellezza di circa 35/40 miliardi all’anno, ossia 1.050/1.200 miliardi in 30 anni. Se dividiamo tale somma per 60 milioni di italiani, otteniamo che ogni singolo italiano (vecchi e bambini compresi), ha contribuito per 17.500/20.000 a testa; sono 70/80 mila euro per ogni famiglia di 4 persone.
Immaginatevi se questa vera e propria refurtiva fosse possibile sequestrarla ed essere rimessa, come per magia, nelle tasche degli italiani: ogni problema economico del nostro paese sarebbe risolto all’istante.
Ora, se anche l’ex ministro Tria definisce “eversiva e criminale” la spesa del governo per consentire agli italiani di ristrutturare le loro case, credo conveniate con chi vi scrive, che definire criminale questo enorme e continuo trasferimento di ricchezza da chi lavora nell’economia reale (il 90/95%) a chi sta comodamente seduto sul divano (5/10%) ed al mondo finanziario, mi sembra il minimo… non lo pensate anche Voi!?
La domanda che mi faccio sempre più ogni giorno è:per quanto tempo ancora, Voi italiani che fate parte di quell’90/95%; avete intenzione di accettare che i soldi sudati con il Vostro lavoro continuino ad affluire nelle tasche di questi soggetti, attraverso un meccanismo criminale, che rende legale pagare interessi su un debito che non esiste?!
di Megas Alexandros
Fonte: 98 miliardi spesi in modo criminale! – Megas Alexandros
Note:
[1] La finanza pubblica (confindustria.it)
[2] L’Italia è quasi la prima al mondo per avanzo primario dal 1990 a oggi | Pagella Politica