Putin vince con lentezza, la Nato ignorante perde
di Alessandro Orsini - 31/12/2023
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Fonte: Alessandro Orsini
Dopo avere dissanguato l’esercito per conquistare quasi niente, Zelensky sta perdendo pure quello.
Ad
agosto l’Ucraina aveva ripreso il villaggio di Robotine al prezzo di
migliaia di morti nell’Oblast di Zaporizhzhia. Muovendo da Robotine,
Zelensky giurava di marciare su Tokmak e Melitopol per riconquistare il
Mar d’Azov. Gli ucraini avrebbero spaccato l’esercito russo in due
impedendo alla Crimea di ricevere rifornimenti dalla madrepatria. Caduta
la Crimea, Putin avrebbe supplicato Zelensky di non imporgli una pace
troppo umiliante. E, invece, gli ucraini non si sono mai mossi da
Robotine. Questo fatto, di per sé iper-tragico, basterebbe a chiudere
ogni discorso sulla sconfitta della Nato, ma le cose sono andate
addirittura peggio.
Mentre scrivo, i russi hanno deciso di
riprendersi pure Robotine, il quasi-niente costato quasi-tutto agli
ucraini. Dissi che la controffensiva sarebbe stato un fallimento
colossale che avrebbe dissanguato l’esercito ucraino esponendolo alla
“contro-controffensiva” russa. È quel che sta accadendo. Quando politici
e media ritraevano la Russia come un esercito di cartone “perché non ha
conquistato l’Ucraina in tre giorni”, spiegavo che quella lentezza era
intenzionale poiché perseguiva sei obiettivi.
Il primo obiettivo
della lentezza era di concedere all’esercito ucraino il tempo di
crollare. I generali russi procedono lentamente perché preferiscono
conquistare il maggior numero possibile di territori contro un esercito
esangue e demotivato. La Russia si è data il tempo di dare il tempo
all’Ucraina di crollare. La presunzione dell’Occidente non ha consentito
alle lobby della Nato – che controllano radio, televisioni e
dipartimenti di scienza politica – di comprendere il significato tragico
della lentezza russa.
Il secondo obiettivo della lentezza era di non
infastidire la società civile. Procedendo un po’ alla volta, Putin non
ha dovuto avviare una mobilitazione totale che gli avrebbe sottratto
consensi. La vita quotidiana in Russia scorre come sempre e Putin
viaggia verso la riconferma alle prossime presidenziali.
Il terzo obiettivo della lentezza era di attendere che l’Unione europea andasse in recessione, com’è accaduto.
Il
quarto obiettivo era di attendere la crisi dell’industria militare
dell’Unione europea che si è verificata. L’Unione europea non riesce a
dare a Zelensky la protezione aerea di cui ha bisogno, come dimostra
l’ultima pioggia di missili caduta sugli ucraini. Dai carri armati agli
F-16, dalle batterie anti-aeree alle munizioni per l’artiglieria,
l’industria militare europea non regge il passo di quella russa.
Il
quinto obiettivo della lentezza russa era di non precipitare l’Occidente
nel panico lanciando un assalto fulmineo con un milione e mezzo di
soldati. Una mossa così rapida avrebbe diffuso il panico in Europa
aumentando il rischio della sua partecipazione diretta al conflitto con
l’invio di truppe.
Il sesto obiettivo della lentezza di Putin è di
dare il tempo alla Russia di attrezzarsi per la Terza guerra mondiale,
come sta facendo. La lentezza della guerra in Ucraina favorisce la
velocità del riarmo in Russia.
Un giorno i Draghi, i Calenda & C.
capiranno la ragione della lentezza russa. Tuttavia la comprensione
richiede che l’Occidente si liberi dei propri complessi di superiorità,
in stile Corriere della Sera, che lo inducono a vedere gli altri popoli
come inferiori, ignoranti, arretrati e dipendenti dall’economia europea.
Salvo scoprire che l’Europa dipende dalla Russia più di quanto la
Russia dipenda dall’Europa.
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