Pazienti Covid uccisi dai farmaci letali in Scozia: è questa la verità taciuta sulla strage di Bergamo?
La verità sulla strage di Bergamo è un impegno civile e morale che dovrebbe assumersi ogni italiano che abbia a cuore questo Paese ed ogni serio giornalista che voglia far venire alla luce quanto accaduto in quegli orrendi giorni del marzo 2020.
Le immagini di quanto accadde in Italia e nel bergamasco in quei drammatici momenti sono probabilmente ancora presenti negli occhi di tutti noi.
Ovunque in ogni parte del mondo si vedeva questa macabra sfilata di camion militari con bare nelle quali c’erano persone morte con il cosiddetto coronavirus.
Noi in quegli attimi ci rendemmo conto, assieme purtroppo a pochi altri in quel frangente, che c’era effettivamente qualcosa che non andava.
Si era messa chiaramente in moto una potente macchina mediatica che non aveva altro scopo che quello di terrorizzare l’Italia e il mondo intero.
Si voleva a tutti i costi diffondere l’idea che era apparso dal nulla un misterioso agente patogeno che uccideva chiunque fosse “contagiato”.
La menzogna era chiaramente alla base di questa complessa operazione terroristica sin dal principio. Lo era sin da quando i media iniziarono a scrivere che il primo morto con Covid, Adriano Trevisan, era effettivamente morto per il “virus di Wuhan”.
Non era vero nulla, e non si attese nemmeno il referto dell’autopsia su Trevisan per stabilire con certezza cosa era effettivamente accaduto al 76enne veneto.
Quando arrivò l’autopsia, la bugia era stata però già scritta da ogni media e non era stata smentita da questi con la stessa intensità e clamore con la quale invece fu raccontata a febbraio del 2020.
Adriano Trevisan non è morto per il Covid ma per altre cause legate ai suoi precedenti problemi di salute.
I media avevano il solo compito di mentire e terrorizzare, in una strategia che ricorda molto quella praticata dalla famigerata amministrazione Bush ai tempi della guerra in Iraq chiamata “shock and awe”, ovvero colpisci e terrorizza.
Il governo Conte attraverso la sua politica di autorizzare quella macabra sfilata di camion a Bergamo voleva appunto colpire il pubblico italiano, e i media che piuttosto che denunciare la gravità assoluta di quanto stava accadendo nel bergamasco, facevano del tutto invece per terrorizzare gli italiani e convincerli che quel virus uccideva con facilità estrema.
Nulla era vero, e sin dal primo momento ci chiedemmo cosa stesse accadendo veramente a Bergamo e che cosa provocò veramente quella strage che nulla ha a che vedere con le dinamiche di una pandemia che non c’è mai realmente stata nell’infausto periodo storico che va dal 2020 al 2022.
A distanza di non molto tempo, emerge ancora più chiaramente una lampante verità. Si presero i semplici casi di influenza stagionale e li si descrissero come delle pesti bubboniche così contagiose e letali da richiedere delle chiusure di massa.
Tutti i casi di influenza sono magicamente “spariti” nel 2020
Anche qui, la logica sanitaria non c’entra nulla con quella degli arresti domiciliari poiché anche se si crede che ci sia qualche virus pericoloso là fuori, la soluzione non è certo quella di rinchiudere le persone in casa ma di lasciare che esse circolino così che si maturi la immunità di gregge.
I nostri corpi sono pensati per proteggerci attraverso i nostri sistemi immunitari ma coloro che erano al potere in quella fase storica e un’orda di sedicenti medici corrotti – che in alcuni casi ha fatto persino fatica a superare l’esame di Stato per diventare dottore – diffondeva a tutta forza la falsa idea che occorreva non andare in giro poiché si moriva.
Era vero che si moriva in degli ospedali in Lombardia, non di Covid ma di altre cause sulla quali la magistratura non sta ovviamente facendo nulla per fare luce come suo solito.
La denuncia dell’infermiera scozzese: pazienti Covid uccisi dai farmaci
Un lampo di verità sulla strage di Bergamo potrebbe venire da quanto emerso recentemente in Scozia.
La storia sembra essere la fotocopia di quella di Bergamo solamente scritta ancora in termini più espliciti.
C’è un’infermiera in Scozia, Lesley Roberts, che sta provando a far emergere la verità su quanto accaduto nel Paese ai tempi della operazione terroristica del coronavirus.
L’infermiera scozzese ha appena subito un ordine restrittivo dalla commissione di inchiesta sul Covid che le vieta di rivelare le informazioni in suo possesso sui protocolli sanitari eseguiti sui pazienti con coronavirus.
Ciò non sembra aver fermato la coraggiosa donna che sembra intenzionata a far emergere tutta la verità su quello che accadde in quel periodo tanto da spingerla ad accusare di strage il primo ministro scozzese, Nicholas Sturgeon.
All’epoca, in Scozia, la NICE, acronimo che identifica l’istituto nazionale per la salute e l’eccellenza sanitaria, aveva diramato un protocollo sanitario molto specifico per i malati Covid definito dalla sigla NG163.
Questo codice non nascondeva altro che una procedura che si applica ai malati terminali affetti da patologie incurabili che giungono al loro ultimo stadio e lasciano purtroppo ben poche aspettative di vita ai pazienti.
NG163 prevede che il paziente riceva un cocktail di farmaci che dovrebbe essere appunto somministrato solamente nei casi più estremi citati sopra. L’istituto sanitario scozzese invece decise che questa procedura doveva essere applicata anche per i pazienti Covid che in larghissima parte dei casi non erano affatto all’ultimo stadio ma presentavano invece i sintomi della comune influenza.
Quando quindi questi farmaci vengono somministrati a persone che non hanno nulla di particolarmente grave non può non essere evidente che c’è una volontà omicida in una decisione simile.
E’ esattamente quanto sta provando a denunciare Lesley Roberts che si è espressa così al riguardo.
“Non avrebbe (la procedura NG163 ndr) mai dovuto essere presa in considerazione. Le persone che non erano prossime alla fine della loro vita sono state condotte alla morte a causa di queste droghe. Se avevano delle difficoltà respiratorie, allora la loro respirazione è stata soppressa ancora di più dalle droghe ed è questo ciò che le ha uccise, non il Covid.”
Appare impossibile che ciò che sapeva e sa la Robert non fosse a sua volta conosciuto dai medici scozzesi che eseguivano questi protocolli legali e appare altrettanto impossibile che non ne fossero a conoscenza gli organismi che stabilivano tali direttive omicide.
Ciò dunque ci porta fuori dal piano sanitario che nella storia del COVID è pressoché assente e ci porta inevitabilmente su quello politico.
Una volta appurato che il Covid è stato un nome scelto per definire la comune influenza stagionale e una volta appurato che esso non è mai stato realmente pericoloso, appare evidente che se si decide di somministrare questi farmaci ai pazienti è per ucciderli.
Se poi una volta che si pratica questa strage di massa, si dichiara, falsamente, che questi pazienti sono morti per il Covid si sta chiaramente mentendo per sostenere una falsa narrazione pandemica che aveva scopi puramente politici come, a noi ed altri, è apparso chiaro sin dal primo istante.
Quando ci si sofferma a leggere le pagine del documento del 2010 pubblicato dalla fondazione Rockefeller e intitolato “Operazione Lockstep”, dove lockstep è il termine utilizzato in inglese per descrivere qualcosa che avviene a ritmi serrati, è evidente che si comprende subito come il fine ultimo della “pandemia” descritta in questo documento fosse quello di dare vita ad un sistema politico autoritario globale, il cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale citato infinite volte dai vari esponenti del globalismo.
Le stragi che sono state causate nei vari Paesi e sono state attribuite falsamente al Covid avevano dunque una natura politica e non sanitaria poiché se si decide di dare dei farmaci letali a dei pazienti relativamente sani o con diverse patologie curabili non c’è evidentemente altro scopo che quello di ucciderli.
Quanto accaduto in Scozia potrebbe essere la chiave per comprendere quanto accaduto a Bergamo.
Sappiamo che la magistratura ha condotto un’inchiesta per quelle morti ma quella inchiesta era fondata su false premesse sin dal principio e il suo scopo non era quello di cercare la verità, ma di evitarla ad ogni costo.
L’inchiesta della procura di Bergamo partiva dal falso presupposto che l’ex premier Giuseppe Conte e il suo ministro della Salute, Roberto Speranza, potevano aver causato la strage per non aver adottato tempestivamente le famigerate zone rosse, ovvero le chiusure di massa, nel bergamasco.
L’inchiesta si fonda esattamente sulla bugia sulla quale è stata concepita l’intera operazione terroristica del coronavirus, cioè quella del “virus letale” in circolazione e dei confinamenti necessari per evitare il “contagio”.
Appurato come si diceva sopra che nel 2020 non c’era altro in circolazione che la comune influenza stagionale, una vera inchiesta avrebbe dovuto stabilire di cosa sono realmente morte le persone a Bergamo.
Ci sono testimonianze di parenti sulle reti sociali completamente insabbiate dai media e che denunciano che qualcosa di estremamente anomalo è stato fatto negli ospedali dove erano ricoverati i loro cari.
Dalla sera alla mattina, morivano persone che non erano affatto in condizioni critiche. La verità è tutta dentro i corpi delle vittime, e la circolare del governo Conte che “suggeriva” di distruggere quei corpi è quantomeno sospetta, per utilizzare un eufemismo, perché anche se si crede alla falsa narrazione della morte da Covid, quei corpi non andavano bruciati ma analizzati attentamente per comprendere le cause dei decessi.
Invece da palazzo Chigi e dal ministero della Salute vengono diramate direttive dove si “raccomanda” di far sparire quei corpi, e questo avrebbe dovuto sollevare delle serie domande in qualsiasi magistrato serio e coscienzioso.
Sono caratteristiche rare nella magistratura italiana poiché la Costituzione del 48 scritta da diversi massoni quali Piero Calamandrei ha concepito un corpo giudiziario correntizio dominato da logiche appunto di natura massonica e fuori da qualsiasi vero ed effettivo controllo dello Stato, a sua volta ridotto ad entità astratta dal sistema liberal-democratico partorito dalle potenze anglo-americane che hanno dominato l’Italia e l’Europa dopo la fine della seconda guerra mondiale.
La verità sulla strage di Bergamo a noi appare imprescindibile come si diceva al principio di questo articolo e crediamo che sia dovere di tutti chiedere cosa è accaduto veramente nel mese di marzo nella cittadina bergamasca.
E crediamo, al tempo stesso, che i veri responsabili di quella strage non possano non pagare.
L’Italia e gli italiani per potersi lasciare alla spalle la nefasta fase storica degli ultimi anni e per voltare definitivamente pagina hanno bisogno di sapere quali menti criminali hanno governato questo Paese e come queste menti hanno ucciso deliberatamente di uccidere persone innocenti pur di giungere ai loro scopi.
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