Israele ha usato le bombe più distruttive nelle aree dove aveva detto ai palestinesi di rifugiarsi
Secondo una nuova indagine prodotta dalle redazioni di New York Times e CNN, almeno nelle prime sei settimane Israele avrebbe usato abitualmente una delle sue bombe più grandi e distruttive in aree considerate sicure per la popolazione. Si tratta di ordigni da 2.000 libbre (circa 900 kg) capaci di creare crateri che possono raggiungere oltre i 12 metri di diametro e molti sarebbero stati sganciati proprio in alcune aree nel sud di Gaza, dove Israele aveva ordinato ai civili palestinesi di spostarsi per sicurezza. Le analisi sono avvenute grazie ad un nuovo strumento di intelligenza artificiale che ha scansionato le immagini satellitari della zona alla ricerca di crateri e bombe, i quali sono stati poi affidati ad esperti di munizioni e giornalisti che hanno confermato la tesi. Alla richiesta di commento del New York Times e della CNN, un portavoce militare israeliano ha risposto che «la priorità è distruggere Hamas» e che «questioni di questo tipo saranno esaminate in una fase successiva». La notizia è stata confermata anche dall’analista militare Tiziano Ciocchetti, che ha rilasciato un commento in esclusiva per L’Indipendente.
Il programma di intelligenza artificiale ha analizzato le immagini satellitari ed i filmati dei droni del sud di Gaza e ha così identificato 208 zone d’impatto, nonostante «è probabile che ci siano molti casi che non sono stati catturati». I crateri sono risultati compatibili con la detonazione di bombe MK-84: una bomba da 2.000 libbre (circa 900 kg) ampiamente fornita dagli Stati Uniti da ottobre (sarebbero oltre 5.000 le munizioni inviate ad oggi) nonostante gli inviti dei funzionari americani che chiedevano di “fare di più per ridurre le vittime civili nella lotta contro Hamas”. Obiettivo che, tuttavia, non sembra essere al primo posto nelle priorità delle Forze di difesa israeliane (IDF). Intervistato dal New York Times, un portavoce militare israeliano ha dichiarato: «In risposta ai barbari attacchi di Hamas, l’IDF sta operando per smantellare le capacità militari e amministrative di Hamas. In netto contrasto con gli attacchi intenzionali di Hamas contro uomini, donne e bambini israeliani, l’IDF segue il diritto internazionale e prende precauzioni possibili per mitigare i danni civili. L’IDF è attualmente concentrato sull’eliminazione della minaccia rappresentata dall’organizzazione terroristica Hamas. Domande di questo tipo verranno esaminate in una fase successiva».
Le analisi hanno trovato conferma anche nell’indagine della CNN, che ha collaborato con la società statunitense di intelligenza artificiale Synthetaic per rilevare crateri, pennacchi di fumo ed edifici danneggiati nelle immagini satellitari assegnate sulla Striscia di Gaza, sottoponendo poi i risultati ad un membro di Synthetaic e da altri giornalisti della redazione. Marc Garlasco – ex analista dell’intelligence della difesa statunitense, ex investigatore dei crimini di guerra delle nazioni unite e attualmente consigliere militare di PAX, organizzazione non governativa olandese che difende la pace – ha dichiarato che la densità del primo mese di bombardamenti israeliani a Gaza «non si vedeva dai tempi del Vietnam». Ha aggiunto che «bisognerebbe tornare alla guerra del Vietnam per fare un paragone, anche in entrambe le guerre in Iraq non è mai stato così denso». Tiziano Ciocchetti – analista militare ed ex collaboratore di Difesa Online – ha dichiarato in esclusiva per L’Indipendente: «Il commento del portavoce militare israeliano era d’aspettarselo in quanto è sempre stata quella la linea seguita dall’inizio delle operazioni. Il fatto di preservare vite civili passa in secondo piano e le dichiarazioni vengono spesso fatte per tranquillizzare la stampa. A livello tattico, dal primo momento che l’aviazione israeliana non deve temere altre minacce aeree (non esiste l’aviazione palestinese o di Hamas), le contromisure si limitano a sistemi a corto raggio e che quindi non riescono a raggiungere i caccia bombardieri. Dalle immagini che ho visto, io credo che nella prima fase dell’operazione siano state usate anche bombe JDAM da 908 kg (di cui 430 circa di esplosivo) a guida satellitare ad altra precisione. I magazzini di Israele non sono infiniti e proprio perché si appoggia ai rifornimenti americani, che devono approvvigionare anche l’Ucraina e che soprattutto sostengono questa tipologia di bombardamento, sono state usate con una certa assiduità anche bombe di tipo convenzionale, cioè a caduta libera e senza sistema di guida come le M117 americane. Dal punto di vista prettamente militare poi, sarebbe un impiego logico perché non bisogna eludere sistemi antiaerei e risulta possibile attaccare l’obiettivo sganciando l’ordigno direttamente sopra di esso».
[di Roberto Demaio]
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