Mar cinese meridionale. L'alleato chiave di Washington fa aumentare la tensione con la Cina nelle aree contese
Sale la tensione nelle aree contese del mar cinese meridionale. In un comunicato di giovedì, il portavoce del ministero della Difesa cinese, il colonnello maggiore Wu Qian, aveva accusato le Filippine di aver "illegalmente" bloccato una nave nelle acque contese al largo delle isole Spratly e di aver compiuto altre azioni che hanno "seriamente violato" i diritti sovrani della Cina. "Gli Stati Uniti hanno istigato e incoraggiato la parte filippina a violare la sovranità della Cina, con conseguente escalation delle tensioni marittime. La parte cinese si oppone fermamente a tutto questo", aveva affermato Wu. Del resto, è noto come Washington si sia impegnato a sostenere Manila, con il presidente Joe Biden che era arrivato ad affrmare che "l'impegno degli Stati Uniti per la difesa delle Filippine è ferreo".
E oggi la Guardia costiera filippina (PCG) ha inviato due pattugliatori armati per “sorvegliare” un centinaio di imbarcazioni cinesi che, secondo Manila, stavano "ormeggiando" nell'area contesa intorno a una piccola barriera corallina a forma di boomerang nel Mar Cinese Meridionale. Il portavoce regionale del PCG, commodoro Jay Tarriela, ha dichiarato che le navi cinesi non hanno risposto alle chiamate radio e ha aggiunto che la flotta cinese "è ora stimata in più di 135 navi disperse e sparse all'interno del Reef Julian Felipe" creando una piattaforma galleggiante.
Pechino ha ripetutamente respinto le accuse di Manila di pesca "illegale" e raccolta di corallo, insistendo sul fatto che le sue imbarcazioni operano in aree sotto la loro sovranitàà o in acque internazionali.
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