Più armi ai poliziotti e repressione per chi si oppone: il nuovo ‘pacchetto sicurezza’ del governo
17 Novembre 2023
Il governo Meloni ha varato un nuovo pacchetto sicurezza. Il testo prevede l’introduzione di nuovi reati nel codice penale, insieme a forti inasprimenti di pena e maggiori garanzie per le forze dell’ordine. Tra le misure più salienti, il provvedimento presenta pene estremamente severe per chi pianifica o partecipa a rivolte all’interno delle carceri e nei Cpr -, colpendo anche chi le aizza dall’esterno – e chi prende parte a blocchi stradali o ferroviari. A beneficiare di una serie di tutele saranno invece i membri delle forze dell’ordine, che vedranno represse con più vigore le aggressioni ai loro danni e potranno addirittura detenere armi private anche quando non sono in servizio. Mentre l’Esecutivo difende a spada tratta le nuove misure atte a «tutelare la sicurezza dei cittadini», le opposizioni urlano al «Far West», giudicando dannose e inutili le nuove disposizioni del governo.
Il testo, che ha ottenuto ieri il via libera in Cdm, comprende tre disegni di legge. Uno di essi contiene l’introduzione di una nuova fattispecie di reato attraverso cui si punisce chi organizza o partecipa una rivolta in un carcere con atti di violenza, minaccia o altre condotte pericolose. La pena individuata va dai 2 agli 8 anni per chi organizza la rivolta e da 1 a 5 anni per chi vi partecipa, con aggravanti fino a 10 anni se si utilizzano armi. Un’altra fattispecie di reato punisce chi istiga la rivolta, anche dall’esterno delle prigioni, tramite scritti indirizzati ai detenuti. A comparire è anche il reato di “rivolta organizzata all’interno della struttura di trattenimento per migranti irregolari”, con pene comprese tra 1 e 6 anni di detenzione. Il giro di vite riguarda anche i blocchi stradali e ferroviari: chi impedisce la libera circolazione facendo ostruzione con il proprio corpo continuerà a essere punito con una sanzione amministrativa compresa tra i 1.000 a 4.000 euro, ma se il fatto viene commesso “da più persone riunite” la responsabilità diventa penale, con l’applicazione della pena della reclusione da sei mesi a 2 anni. Parallelamente, attraverso un altro dei disegni di legge approvati in Cdm, il governo da un lato inasprisce le pene per chi commette violenza o cagiona lesioni nei confronti degli agenti di pubblica sicurezza o di polizia giudiziaria (prevedendo inoltre punizioni più severe anche per chi imbratta commissariati e caserme), dall’altro liberalizza per questi ultimi la detenzione di armi: tutti gli agenti, infatti, saranno autorizzati a portare senza licenza un’arma diversa da quella di ordinanza quando non sono in servizio.
Tra le altre misure comprese nel provvedimento trova spazio anche il Daspo ferroviario, ovvero il divieto d’accesso nelle stazioni dei treni, della metro e nei porti, che potrà concretizzarsi su disposizione del questore nei confronti delle persone condannate o anche solo denunciate per furto, rapina o altri reati contro il patrimonio. Presente anche una stretta sulle occupazioni abusive, che colpirà chi, dopo formale denuncia avanzata dalla persona offesa, occupa o detiene indebitamente, con violenza o minaccia, un immobile altrui (per cui viene prevista la reclusione da 2 a 7 anni). Inoltre, il rinvio dell’esecuzione della pena per le donne in stato di gravidanza non sarà più obbligatorio, ma verrà valutato volta per volta dal giudice, e viene esteso da tre a dieci anni il lasso temporale entro cui è possibile revocare la cittadinanza a cittadini stranieri che vengono condannati definitivamente per reati gravi.
Appare chiaro che il testo, in nome della retorica ultra-securitaria del centro-destra di governo a trazione meloniana, non faccia che inserirsi – in combinato disposto con varie strette previste negli scorsi mesi, tra cui spiccano quelle all’indirizzo di gruppi ambientalisti e anarchici -, in una scia normativa lapalissianamente indirizzata a criminalizzare e reprimere con durezza un ampio ventaglio di forme di dissenso. A livello parlamentare, gli attacchi si concentrano in particolare sulla norma che consente agli agenti di detenere un’arma da fuoco privata senza licenza, giudicata dal senatore del Pd Filippo sensi «pericolosa e inquietante» e da Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera «gravissima e carica di rischi». I rappresentanti del M5S nelle commissioni Affari Costituzionali della Camera e del Senato criticano inoltre l’Esecutivo per non aver aumentato l’organico delle forze dell’ordine con «assunzioni straordinarie», limitandosi solo a misure “spot” sul tema della sicurezza.
[di Stefano Baudino]
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