Tiro a indovinare sul fantastico episodio comico-carnevalesco appena conclusosi in Russia.
Prigozhin, un ibrido russo tra capitan Fracassa e
Pulcinella degno della penna di Gogol’, si gonfia come un ranocchio per
l’importante ruolo svolto dalla Wagner (che lui non dirige ma
rappresenta e possiede) nella guerra in Ucraina. Inizia una faida in
pubblico, con toni da pescivendola ubriaca, contro Shoigu e Gerasimov,
accusandoli di tutto e di più. I due bersagli non rispondono
pubblicamente per non dargli importanza, ma avviano la procedura per
togliergli il pulpito da cui gridare a vanvera: integrazione della
Wagner nell’esercito regolare.
Al dunque-ultimatum, Prigozhin rifiuta, e avvia
un’azione dimostrativa. Non ha intenzione di fare un colpo di Stato,
vuole solo fare un’escalation nella trattativa, persuaso che se muove i
suoi soldati, il presidente Putin, costretto a scegliere tra gli eroi di
Bakhmut e i corrotti e antipatici Shoigu e Gerasimov, sceglierà gli
eroi popolari. Più o meno, come quando in una serrata trattativa uno
tira fuori la pistola e non te la punta addosso, ma la posa sul tavolo e
ti sorride.
Alla gran parte dei militari della Wagner Prigozhin
racconta balle, NON dice che cosa ha intenzione di fare. Lo dice solo ai
fedelissimi, quelli che probabilmente si sono intascati larghi bonus
dai traffici in cui Prigozhin è maestro da sempre. Questi ultimi sono
poi i 5.000 circa che sono partiti per Mosca.
Irrompe la realtà: l’adulto nella stanza, il presidente
Putin, emette un comunicato inequivocabile: questa è insurrezione armata
contro lo Stato in tempo di guerra, insomma è tradimento, guai a voi.
Travolto dalla dinamica che ha innescato, Prigozhin
continua la sua farsesca azione sovversiva, ed emette comunicazioni
sempre più assurde e contraddittorie. Le personalità che nei mesi
precedenti lo avevano o incoraggiato o lasciato fare per loro ragioni
(rivalità assortite nella classe dirigente russa), spariscono come
nebbia al sole.
Prigozhin si accorge di essere rimasto solo come un cane
in chiesa. Putin, dimostrandosi un grande statista e un uomo di raro
equilibrio psicologico, gli fornisce una via d’uscita per evitare lo
spargimento di sangue tra commilitoni in guerra, nonostante che ciò
danneggi seriamente, almeno nel breve periodo, la sua immagine (chi
comanda in Russia? Putin ha la situazione sotto controllo?).
Non credo che Prigozhin abbia concordato la sua azione
con servizi segreti stranieri. È probabile che i servizi d’informazione
stranieri abbiano avuto sentore delle sue intenzioni, e lo abbiano
incoraggiato INDIRETTAMENTE. Il colpo di Stato aveva probabilità zero di
riuscire: solo un pazzo tenta un colpo di Stato in un paese che sta
VINCENDO una guerra. Era però ovviamente utile ai nemici della Russia il
danno politico all’immagine internazionale della Russia che l’azione
inconsulta di Prigozhin avrebbe provocato, e utile la distrazione dal
fallimento catastrofico dell’offensiva ucraina.
La vicenda si è chiusa al meglio. Il danno politico è
serio ma non irreparabile. L’ aspettativa di vita di Prigozhin non è
migliorata. Il danno politico subito dalla Russia e dal suo presidente è
serio ma non irreparabile. Nel prossimo futuro assisteremo a un giro di
vite legale, che aumenterà i poteri di controllo dell’esecutivo, e a
una serie di “spostamenti laterali” di personalità politiche e militari
che non hanno fatto quel che dovevano fare. I nostalgici dell’URSS e
dello zarismo avranno diverse soddisfazioni.
Sintesi: con la Russia non ci si annoia MAI.
L’INQUIETANTE AZIONE A DISTANZA. [O
Wagner ed il Crepuscolo degli dei] Quando Newton osservò precisi
movimenti nella rotazione dei pianeti intorno al Sole, dedusse una
legge, la legge di gravità. Questa si basava su una “forza” ovvero
qualcosa che attirava i pianeti tra loro evitando partissero per la
tangente come in una giostra impazzita. Pur apprezzando con grande
riconoscimento l’individuazione della sua legge, molti rimasero
perplessi su questa “forza” misteriosa e definirono la cosa come una
“inquietante azione a distanza”. Puzzava di metafisica più che di
fisica.
Un paio di secoli dopo, Einstein, spiegò la faccenda in
altro modo. Le masse curvano lo spazio come una biglia di ferro farebbe
su un telo teso (lo spazio, anche se la metafora è in 2d e lo spazio è
in 3D, anzi in 4d ma lasciamo da parte il tempo). I pianeti ruotano
intorno al Sole e per la sola energia cinetica effettivamente
schizzerebbero via per la tangente, ma, essendo lo spazio curvato dalla
massa del Sole, sono altresì risucchiati verso di lui. La faccenda
quindi è in equilibrio, i pianeti non schizzano via, non precipitano
verso il Sole e noi siamo qui a poterne parlare.
La storiella ci serve per segnalare come la nostra
ricerca delle cause, sia condizionata dall’inquadratura. Se non metti lo
spazio o non consideri lo spazio una cosa, non puoi che dedurre una
“forza” misteriosa che agisce a distanza, se metti lo spazio e lo
consideri una cosa, c’è la sua curvatura e tutto torna nei meandri della
semplice fisica.
Così, se non consideri lo stato del potere in Russia,
stato che va ben oltre Putin a dispetto delle stupidaggini propagate
dalla narrativa che doveva supportare la storiella “autocrazie
monolitiche” vs “democrazie pluraliste”, quello di Prigozhin è un atto
mosso da inquietanti forze di azioni a distanza (Americane? Britanniche?
Ucraine? Etc.). Ne consegue che Prigozhin, essendo mercenario, avrà
preso i soldi (ma già ne aveva un bel po’) per produrre chissà quale
risultato poi. Arrivare a Mosca con le sue truppe scelte? Cioè assaltare
il centro di una potenza multi atomica con almeno 800.000 affettivi
regolari al centro di una rete di alleanze internazionali, con i vantati
25.000 spartani (sicuri? ma chi li ha contati?)? Diventare Zar?
Diventare ministro al posto di Shoigu? Mostrare le debolezze di Putin
per poi ripiegare a Minsk dove fra qualche mese berrà il famoso brodino
al polonio stirando le zampe ma con un sacco di soldi sotto il
materasso? È evidente che molta gente abbia l’immaginario condizionato
dai fumetti e da Netflix e piuttosto che avventurarsi a scrivere di
politica farebbe meglio a concentrarsi su Zerocalcare e fare “critica
culturale” che almeno è più innocua.
Se consideri lo stato del potere in Russia, può darsi la
faccenda diventi un po’ più complicata ma più realistica. Partiamo dal
“potere di Putin”. Ma davvero qualcuno pensa che un uomo solo abbia il
potere di soggiogare un primo livello che domina un secondo, che domina
un terzo e via giù fino alla massa? O forse c’è una costruzione in
equilibrio di forze di cui la stella centrale è l’equilibratore,
equilibratore per altro necessario al funzionamento di tutto il sistema
di cui le parti sono appunti parti?
Putin annuncia che non si presenterà alle prossime
elezioni del 2024 e lo fa mesi e mesi prima del 24 febbraio dell’anno
scorso. I motivi sono vari ma tutti solidi, tutti gli analisti di ogni
parte del mondo sapevano questo, non era in discussione. Si capisce che
normalmente i più si occupano dei casi propri e non stanno certo lì a
seguire le questioni di politica interna russa. E si capisce che i più
come non pensano al passato che ignorano non pensano neanche al futuro e
quindi non notano che manca un anno alle elezioni presidenziali russe,
sempre che si tengano? Chissà, magari a qualcuno a Mosca premeva render
noto a Putin che quelle elezioni si dovranno tenere, guerra o non
guerra, perché i pretendenti al trono (le parti) sono lì in fervida
attesa per giocarsi la partita; quindi, la partita si dovrà giocare o
salta tutto il gioco.
Prigozhin ha agito senz’altro per suoi personali motivi
di sopravvivenza pratica, ma nessun analista ha mai pensato fosse un
pazzerellone, gli si attribuiscono lucida razionalità e ben sviluppato
senso strategico che in genere comporta anche una notevole furbizia. Non
si può escludere che abbia mandato e ricevuto segnali a qualcuno
nell’altro schieramento (Britannici? Ucraini?). Ma propri perché lucido e
razionale, non potete pensare che un tipo così si metta a marciare su
Mosca per diventare Zar o ministro della Difesa, magari pagato dalla
CIA, senza scadere nel format Netflix, irrealistico, favolistico,
inconsistente. Forse così ragionano i commentatori sulla 7, pagati per
fare intrattenimento, non certo Prigozhin. Senza la fisica del potere
vale qualsiasi storiella. E’ proprio per non mostrare la fisica
pluralista del potere in Russia che i commentatori televisivi inventano
storielle (Putin è pazzo, Putin vuol essere Zar, Putin ha il cancro,
Putin è malvagio, Putin è un Hitler che ce l’ha fatta) che inducono ad
inventare contro-storielle.
Ma se mettete Prigozhin dentro la dinamica della
successione al potere russo la cosa prende più senso, forse la fisica
del potere ci può aiutare Lì ci sono nazionalisti puri e duri, ma poi da
vedere se di ultradestra o sinistra, neoconservatori ortodossi,
slavofili, asiatisti multipolaristi, filo-tedeschi in gramaglie,
oligarchi (gente che sta perdendo vagonate di soldi, in molti casi),
politici filo occidentali ma non tanto per ragioni politiche bensì per
volgari ragioni di college per i figli e ville di lusso in posti caldi
ed eleganti che piacciono a tutti, più che dacia vista Caspio direi,
militari (importanti in Russia, ma con molteplici idee e sfumatura),
gente con semplice volontà di potenza esuberante (ce ne è in politica
ovunque nel mondo), ma poi anche quelli che pensano che i russi siano
gli europei orientali e non certo gli asiatici occidentali, che si
disgustano all’idea di stringere la mano di un pakistano o un tagiko
delle steppe ed in fondo disprezzano anche un piccolo cinese giallo e
incomprensibile, nonché i liberali “perché non diventiamo come gli
europei veri?”, più quelli che vorrebbero la Russia così o la Russia
colì e chi più ne ha più ne metta, inclusi quelli che provengono da più
di 200 etnie e vorrebbero più posti al sole di quelli di San
Pietroburgo, i boiardi di Stato (tra cui Gazprom che pare Putin abbia
autorizzato poco tempo fa a farsi una sua forza armata modello Wagner),
poi quelli che in Ucraina vorrebbero più guerra tra cui Prigozhin fino
all’altro ieri o niente guerra come Prigozhin ieri, se mettete tutto
queto allora forse il pezzo da matto di Prigozhin che non è un cuoco ma
uno che ha fatto i soldi son la ristorazione tanto quanto c’è chi li ha
fatti con le palazzine e le televisioni, porta a pensare che c’è un
pezzo di storia che né conosciamo, né possiamo conoscere visto che qui
nessuno ha interesse ad indagare e loro sono comunque ben contenti di
celare.
Prigozhin e Putin o Shoigu, dato per successore certo da
tutti gli analisti occidentali ben prima dell’inizio della guerra in
Ucraina, sono i pianeti del sistema visibile. Ma per capire forse ciò
che sta succedendo in Russia conviene allargare l’inquadratura e se non
c’è un Einstein a spigarci la geometria non euclidea dello spazio
politico russo, dobbiamo portare pazienza e dire “non so”. Ma almeno so
di non sapere, che è già un bel passo avanti, di questi tempi.
In fondo, il “potere” in Russia funziona esattamente
come da qualsiasi altra parte nel mondo, cambia solo il format con cui
si esprime la sua fisica.
Può darsi Prigozhin e chi con lui abbia perso, magari
ieri Fsb s’è presentata a casa di qualcuno e non certo col sorriso, non
lo sappiamo e chissà se mai lo sapremo. L’hanno mollato e Luka (su
mandato di Putin) ha fatto veramente da intermediario per salvare Wagner
che è una struttura importante per la geopolitica russa (vedi Africa). O
forse Prigozhin e chi con lui ha vinto e Putin, nei prossimi giorni,
settimane, mesi, mostrerà che la gara alla successione si terrà (chissà,
magari nei giorni scorsi al Cremlino girava la voce che non si poteva
andare ad elezioni stando in guerra), nulla è deciso (da lui) e lui si
limiterà a fare da arbitro ed equilibratore del gioco che è poi il bene
comune di tutte le parti in competizione. O forse ha pareggiato, Putin
ha preso qualche impegno ma chissà poi se lo manterrà; tuttavia, prima
di mettersi davvero e sparare conveniva a tutti passare ad altra metrica
e riportare tutto sotto il velo di Maya che “il mondo ci guarda” tra
cui gli alleati, ieri comprensibilmente nervosi, inclusi quelli gialli.
Troppa competizione può rompere il trono per cui si compete, a chi
conviene? Pare neanche a Washington convenga trovarsi con un punto
interrogativo in cima a 1500 testate nucleari operative.
Ansia da “ma come è andata davvero?”? Contenetela, è
cattiva consigliera della cognizione. Un consiglio? Non andate troppo
vicino alle notizie, per lo più sono false o distorte, altre decisive,
mancano.
Quindi, si vedrà. Dispiace, ma anche su Netflix quando
sembra che si stia arrivando al finale della serie, ti rimandano ad una
nuova stagione. I processi politici e la storia uguale.
Nessun commento:
Posta un commento