I sospetti che avevo avanzato nei mie commenti introduttivi agli articoli da me selezionati e che vi ho proposto nei giorni scorsi, sono stati confermati.
Il golpe da operetta di Prigozhin era probabilmente una farsa strumentale pianificata preventivamente, quella che i russi definiscono maskirovka cioé inganno militare.
Peskov, che a tutti gli effetti è l'uomo di fiducia di Putin e probabile suo successore, ha confermato che tutte le accuse penali contro Wagner verranno ritirate e che Prigozhin ha accettato un accordo per essere “esiliato” in Bielorussia, dove la sua Compagnia di mercenari Wagner lavorerà al confine tra Polonia e Bielorussia. I mercenari della Wagner che non si recheranno in Polonia verrano di fatto incorporati direttamente nelle forze armate russe.
Quindi in conclusione Putin ha risolto il problema principale, da me già rivelato in precedenza, di un eccesso di potenza, prestigio e forza, di una compagnia militare privata che poteva compromettere il controllo politico in Russia, fagocitandola nell'esercito regolare russo. Ha preso tre piccioni con una fava, perché ha altresì posizionato il grosso della Wagner al confine polacco in Bielorussia, una minaccia reale per le ambizioni belliche e geopolitiche polacche, che potrebbe farli desistere dall'invadere lì'Ucraina per guerreggiare con i russi e annettersi la Galizia, dando la priorità alla difesa dei confini della Patria che potrebbe risultare minacciata dalla Bielorussia.
Inoltre Putin sta approfittando della situazione
di rischio di tradimento e inaffidabilità per epurare le gerarchie
interne alle Forze Armate, FSB (servizi segreti federali) e quinte
colonne tra gli oligarchi, sia a livello di funzionari, che impreditori
filooccidentali e media ostili. Probabilmente molti di costoro verranno trasferiti ad altri incarichi, in silenzio o quasi.
Per l'ennesima volta Putin si è dimostrato un grande statista e un uomo di raro equilibrio, lungimiranza e moderazione, che sa valutare e perdonare se e quando occorre. E' talmente bravo nel gestire il complesso sistema di potere in Russia che nessuno è talmente pazzo da cercare di scalzarlo dal suo trono, sarebbe un suicidio per tutti.
Il fatto di aver concesso al proprietario e ai
comandanti della Wagner una soluzione pacifica non è affatto un segno di
debolezza ma al contrario di grande forza e totale controllo della
situazione, da cui Putin uscirà molto rafforzato e ancora più
indispensabile nella guida del paese, al punto che personalmente dubito
che avverranno le elezioni il prossimo anno, alle quali Putin dice di non voler
candidarsi, ma con il pretesto della guerra non si svolgeranno perché
tutti i russi (tranne le quinte colonne e i pochi filooccidentali)
desiderano che Putin rimanga al potere finché non ci sia la garanzia di
poter essere sostituito da qualcuno altrettanto valido.
Quelli che sono i probabili accordi segreti che hanno risolto la crisi, si riveleranno (agli analisti, non al pubblico) solo dopo parecchio tempo, sono probabilmente previste le
dimissioni di Shoigu, che non ha mai brillato ed è sospettato di
corruzione e nepotismo, inoltre non è amato a livello popolare, a differenza di Prigozhin, e
Gerasimov che gli fa da spalla al Comando di Stato Maggiore della Difesa, che saranno sostituiti probabilmente da Surovikin e Dyumin. Verranno
silurati anche alcuni generali dell’FSB per inefficienza nella difesa di
Mosca e dei territori di confine da attacchi terroristici.
Quella che sembrava inizialmente un colpo da maestro dell'intelligence occidentale, la corruzione e tradimento di Prigozhin, si è rivelato in poco tempo un'operazione geniale geopolitica e di epurazione interna, da abile giocatore di scacchi qual'è Putin, che probabilmente era stato informato per tempo ed essendo a conoscenza di quello che sarebbe successo ha previsto adeguate contromosse facendo volgere la situazione a favore suo e del suo grande paese.
Se lo zampino dell'intelligence occidentale c'è stato è comunque prevalso il doppio gioco ed è stato strumentalmente volto a vantaggio della Russia. Tenete conto che dall'Iran era pronto per partire un forte contingente militare per proteggere Putin e Mosca e reprimere la ribellione, e questo rafforza la posizione di Putin a livello politico interno e soprattutto geopolitico, indicando quanto sia forte l'alleanza militare con l'Iran, che è a tutti gli effetti divenuta una temibile potenza militare, quasi completamente autoctona e con armi micidiali a disposizione prodotte in totale autonomia.
La disponibilità dell'Iran a intervenire non significa che la Russia non fosse in grado di gestire politicamente e militarmente la crisi
interna, ma perché in tal modo Putin avrebbe evitato di versare sangue
russo fratricida, ordinando ai propri soldati di sparare su altri russi, ci avrebbero pensato gli iraniani, che oltretutto verso i mercenari non nutrono alcuna simpatia.
Sono
situazioni complesse e sotterranee di guerra psicologica per cui tutto è
possibile e solo col tempo forse capiremo chi ha prevalso e come, in base ai
risultati finali che saranno emersi, il nostro attuale limitato punto di vista non ci
consente di essere certi di nulla, ma solo avanzare delle ipotesi
plausibili con le informazioni di cui si dispone al momento in cui si scrive.
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