La ribellione di Prigozhin: cosa sta succedendo in Russia
È in corso da ieri un tentativo di ammutinamento armato da parte dell’“oligarca”, nonché capo e fondatore della compagnia militare privata russa Wagner PMC, Evgenij Prigozhin: dopo avere accusato i vertici della Difesa russa – e in particolare il ministro della Difesa Shojgu – di aver colpito le unità della Wagner con attacchi aerei, ha chiesto ai suoi sostenitori di insorgere contro il governo nazionale, secondo quanto riferito dall’agenzia russa Tass. Attualmente, Prigozhin si trova nella città di Rostov, sul Don: la città è occupata dalle forze del gruppo paramilitare e l’oligarca mercenario ha annunciato l’intenzione di marciare su Mosca fino a quando Shojgu e Gerasimov – quest’ultimo Capo di stato maggiore generale delle Forze armate russe e comandante dell’operazione in Ucraina – non si presenteranno al quartier generale del distretto militare meridionale. La compagnia privata ha dichiarato di avere il controllo di diversi siti militari della città, compreso l’ufficio del ministero della Difesa e un aeroporto. Sembrerebbe di trovarsi di fronte, dunque, ad un tentativo di colpo di Stato, tanto che l’ufficio stampa del Servizio di sicurezza federale russo (FSB) ha affermato che le dichiarazioni di Prigozhin costituiscono appelli per l’inizio di un conflitto civile armato. Il presidente russo Vladimir Putin, nel discorso che ha tenuto questa mattina alla nazione, ha affermato che «le azioni che dividono la nostra unità sono, di fatto, l’apostasia del nostro popolo, dei nostri compagni d’armi che ora combattono al fronte. Questa è una pugnalata alle spalle del nostro paese e della nostra gente».
Il capo del Cremlino ha ordinato all’esercito regolare di sedare la rivolta del gruppo paramilitare e drastiche misure antiterroristiche sono state prese a Mosca e in diverse città della Russia. Nel frattempo, secondo quanto affermato dal Centro per le pubbliche relazioni dell’FSB, «tra la gravità della situazione e la minaccia di un’escalation del confronto nella Federazione Russa, l’FSB ha aperto un procedimento penale per l’appello alla ribellione armata da parte di Yevgeny Prigozhin». Il fondatore della Wagner rischia tra i 12 e i 20 anni di carcere. Dal canto suo, il ministro della Difesa ha definito falsi i rapporti sugli attacchi alle unità Wagner PMC e il vicecomandante delle forze congiunte russe nell’area delle operazioni militari speciali, Sergey Surovikin, ha invitato Wagner a rispettare l’ordine del presidente Vladimir Putin e a risolvere pacificamente tutte le questioni. «Vi esorto a fermarvi. Il nemico sta aspettando che la nostra situazione politica interna si aggravi. Non dobbiamo giocare a favore del nemico in questo momento difficile», ha affermato.
La ribellione della compagnia militare privata rischia di destabilizzare la Russia in un momento particolarmente delicato, in cui la cosiddetta “operazione militare speciale” in Ucraina procede a oltranza senza la prospettiva imminente di un cessate il fuoco. Ma arriva anche in un momento di grande difficoltà per l’esercito ucraino, la cui controffensiva ha ottenuto scarsi risultati anche agli occhi degli Stati Uniti: non è da escludere, dunque, che la Wagner – in quanto composta da mercenari – possa aver fatto accordi sottobanco con i principali avversari della Russia e di Putin. Non a caso, Shoigu ha informato che la provocazione ha aiutato le forze di Kiev, in quanto le unità della 35° e 36° brigata marina si stanno concentrando nella direzione di Bakhmut per un’azione offensiva.
In un primo video diffuso sul suo canale Telegram, infatti, il proprietario della Wagner si era scagliato contro i vertici militari, sostenendo che avessero ingannato il presidente per ambizioni personali: «Il ministero della Difesa russo sta ingannando il popolo e il presidente. Le forze armate ucraine non avrebbero attaccato la Russia con il blocco della Nato. la Russia è entrata in guerra per l’autopromozione di un gruppo di bastardi». Ma dopo il discorso del capo del Cremlino che ha parlato di «tradimento interno», i mercenari hanno allargato la ribellione allo stesso presidente dicendo che «ha fatto la scelta sbagliata» e che la Russia «avrà un nuovo presidente».
Putin ha parlato di «ambizioni esorbitanti e interessi personali» che «hanno portato al tradimento», aggiungendo che farà di tutto per «difendere il Paese». «Tutti coloro che hanno deliberatamente intrapreso la via del tradimento, che hanno preparato una ribellione armata, intrapreso la via del ricatto e dei metodi terroristici, subiranno inevitabili punizioni, risponderanno sia davanti alla legge che davanti al nostro popolo», ha affermato.
Dagli ultimi aggiornamenti, si apprende che le milizie della Wagner controllano Rostov e Voronozeh e che i soldati del gruppo paramilitare stanno disponendo mine nelle principali strade di Rostov. Secondo la CNN, le autorità statunitensi osservano da vicino la situazione in Russia, mentre l’emittente Russia Today (RT) ha fatto sapere che ci sono forti prove del fatto che la ribellione sia coordinata e diretta dalle agenzie di intelligence degli Stati Uniti, della Gran Bretagna e potenzialmente di un paese del Medio Oriente. Non è possibile confermare tali indiscrezioni. Tuttavia, è certo che le modalità e i tempi con cui si stanno svolgendo gli eventi arrivano in un momento di grande difficoltà sul campo per l’Ucraina e rappresentano un vantaggio decisivo per l’Occidente. Non a caso, Anton Gerashchenko, consigliere del ministero dell’Interno ucraino, ha affermato che «oggi l’Ucraina si è avvicinata di più alla vittoria completa sulla Russia e la riconquista di tutti i territori, Crimea compresa».
Nel frattempo, il leader ceceno Ramzan Kadyrov ha denunciato l’ammutinamento armato della Wagner come un tradimento e ha fatto sapere che i commando ceceni si stanno dirigendo verso le zone di tensione. Si tratta, dunque, di ore particolarmente concitate per la Russia che potrebbero far deragliare il corso degli eventi e della storia. Con l’invio delle truppe cecene e dell’esercito regolare russo contro le forze paramilitari della Wagner, infatti, si può dire senz’altro che è in atto l’inizio di una potenziale guerra civile. Con riferimento agli avvenimenti del 1917 a cui è seguita la divisione interna, il capo del Cremlino ha affermato che «Non permetteremo che accada di nuovo. Proteggeremo sia il nostro popolo che la nostra statualità da qualsiasi minaccia. Compreso il tradimento interno».
[di Giorgia Audiello]
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