Il pianificatore centrale è destinato a fallire
Siamo oppressi da un sistema di potere illegittimo, tirannico e ormai totalitario. La resistenza e la disobbedienza civile sono l’unico mezzo per confrontarsi con questa struttura di potere.
Non sono possibili compromessi e il dialogo è inutile. Come ho detto più volte, non si tratta con i criminali. Il lavoro che dobbiamo fare è soprattutto di tipo culturale. Occorre che le persone si rendano conto che, come diceva Bastiat, lo stato è una grande finzione attraverso la quale ciascuno tenta di vivere a spese degli altri. È tempo di tornare ai valori della libertà e della responsabilità e ciò potrà avvenire solo attraverso la sistematica resistenza contro le ideologie collettiviste che, cambiato il nome e ammantate di una nuova sovrastruttura ideologica, si stanno impadronendo del mondo.
I piani distopici per il mondo e per il nostro paese continueranno qualunque sia l’esito delle elezioni. L’illusione che il comunismo fosse crollato con il muro di Berlino nel 1989 si sta rivelando un tragico errore.
Le ideologie totalitarie del secolo scorso risorgono sotto forma di ambientalismo, Great Reset, controllo della popolazione ma al fondo sono portatrici dello stesso programma di sempre: sterminio, distruzione delle libertà e controllo totale degli esseri umani.
Quello che è certo è che il pianificatore centrale è destinato a fallire perché, per quanto disponga di tecnologia, armi e sistemi di controllo, la libera volontà umana che resta imprevedibile è più forte, ma dobbiamo prepararci ad una lunga stagione di resistenza. Non esistono scorciatoie, chiunque abbia compreso il gioco sporco di cui siamo vittime non può esimersi dalla vita pubblica. Nessuno, come diceva Hannah Arendt, ha il diritto di obbedire.
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