La recessione è scritta nel rapporto rame-oro. Tra 4 mesi arriverà…
Un indice molto importante per capire lo stato di salute dell’economia mondiale, ci dice che la recessione è vicina.
Dalle parti di Wall Street si guarda il mondo dall’alto e, da questa posizione, si vedono cose che i comuni mortali potranno vedere solo a giochi fatti.
Da questa posizione privilegiata un famoso money manager come Jeffrey Gundlach ha segnalato l’incombere della recessione. Infatti, il cosiddetto rapporto Gundlach, che monitora ossessivamente il rapporto tra rame e oro, si trova oggi ai suoi livelli più bassi dall’inizio del 2021.
Il rame che scende e l’oro che cresce sono un indice di recessione
Si tratta di un indice che misura abbastanza bene il sentiment degli investitori, che è riuscito fino ad oggi ad anticipare l’andamento dei tassi d’interesse e i periodi di crescita economica. Il rapporto rame-oro è diventato così importante da essere utilizzato dai gestori di patrimoni istituzionali come indicatore del rendimento dei titoli di stato a 10 anni.
I prezzi del rame si trovano al minimo di quasi sei mesi e chi specula sta scommettendo su altri ribassi, a causa soprattutto della debole domanda cinese e dei timori di una recessione. Come evidenziato da Saxo Bank e da molti analisti, le prospettive a breve termine si sono deteriorate, mentre crescono i rischi di recessione in Europa e negli Stati Uniti. Uno scenario davvero pessimo per le materie prime industriali.
L’oro, invece, ha registrato un aumento di oltre il 9% nel corso di quest’anno, grazie alla crescente domanda di beni rifugio.
Entro i prossimi 4 mesi…
Mettendo insieme queste considerazioni, il rapporto Gundlach ci dice che una recessione potrebbe verificarsi entro i prossimi quattro mesi, tanto più probabile dopo i recenti fallimenti delle banche statunitensi che hanno provocato un peggioramento delle condizioni finanziarie per i tassi di indebitamento troppo elevati.
Jeffrey Gundlach, in una recente intervista rilasciata all’emittente americana CNBC, ha avvertito che le fragilità finanziarie di Europa e Stati Uniti ci porteranno presto in recessione.
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