Così come durante le prime fasi della presunta pandemia le autorità politiche e sanitarie hanno gonfiato i dati sulle morti da COVID-19 aumentandole a dismisura per alimentare il panico e giustificare poi la campagna vaccinale, in seguito alla campagna vaccinale le stesse autorità hanno al contrario sminuito i dati delle reazioni avverse fino a nasconderle per non suscitare, questa volta sì, un giustificato allarme nella popolazione, che se fosse stata correttamente informata sui rischi, avrebbe quasi certamente rinunciato alla vaccinazione e si sarebbe rivoltata contro le autorità che hanno loro mentito.
Vi rammento che i dati AIFA, cioé quelli ufficiali, sono raccolti con metodo passivo, cioé attendendo che arrivino segnalazioni di reazioni avverse al vaccino, e vi ho già spiegato in precedenza che non lo fa quasi nessun medico, per cui i ricercatori di DATABASE ITALIA autori di questo articolato ed esaustivo articolo (una vera e propria inchiesta giornalistica), reputano che rappresentino solo il 6% delle reazioni avverse gravi veramente avvenute in Italia.
Ebbene i dati ufficiali, neppure aggiornati perché fermi a luglio 2021, riferiscono di circa 500 morti e 11mila reazioni avverse gravi in seguito alla vaccinazione. E i media e i personaggi di regime ancora adesso affermano che i vaccini sono innocui oppure che i rischi sono insignificanti. Loro sicuramente rischi non ne hanno corsi perché quasi tutti hanno fatto i falsi vaccini placebo, con soluzione salina o acqua distillata, posti a disposizione da Big Pharma alla "casta" politico mediatica (in proposito vi sono ormai diverse testimonianze più che attendibili).
Siccome l'articolo è frutto di una prolungata e lodevole indagine giornalistica, non lo riporto tutto ma a un certo punto vi allego il link dove poter continuare la lettura con l'indicazione delle fonti.
claudio martinotti doria
La vaccinazione di massa finirà per fare più morti della COVID-19
I DECESSI OCCULTATI
L’ ultimo report dell’ Aifa sugli
eventi avversi da vaccinazione anticovid aggiornato al 26 luglio 2021,
riporta di 498 morti segnalate e 11mila effetti avversi gravi.
Ci
teniamo a ricordare che la sorveglianza sugli eventi avversi in Italia è
di tipo passivo, cioè lasciata alle segnalazioni spontanee dei sanitari
e dei cittadini che le subiscono, senza prevedere raccolta dati
immediata nei centri vaccinali e neanche procedure di controllo
successive alla somministrazione, neanche per farmaci nuovi e immessi
sul mercato in emergenza come i vaccini anticovid.
Ricordiamo inoltre
che gli studi accreditati più ottimisti sul sistema di farmacovigilanza
passiva, definiscono la quota di eventi avversi che questo sistema di
controllo può intercettare, con il 6% di quelli effettivamente avvenuti.
GUIDA ALLA LETTURA E ALCUNE CONSIDERAZIONI SUL LAVORO REALIZZATO.
L’
articolo che vi proponiamo è un lavoro di indagine giornalistica e
statistica sui decessi avvenuti con una correlazione temporale alle
vaccinazioni anticovid in Italia.
Il periodo considerato parte dal primo gennaio (inizio campagna vaccinale) e si conclude il 31 luglio 2021.
I criteri di raccolta dati e notizie sono stati i seguenti:
1. articoli apparsi sulle pagine di informazione online, sulla stampa nazionale e locale;
2.
pubblicazioni di avvenuta vaccinazione su profili personali e conferme
attraverso commenti dei parenti e/o amici dei deceduti.
Tutti i dati, gli articoli, le foto, i link facenti parte dell’indagine, sono archiviati in ordine temporale e allegati al presente articolo, in modo da essere consultati e verificati.
La maggioranza degli articoli raccolti con informazioni utili, sono
stati pubblicati da testate locali, soprattutto di piccoli centri e
province con pochi abitanti.
Evidentemente la scarsità di notizie
rilevanti lascia spazio alla pubblicazione di storie più
particolareggiate, soprattutto quando l’evento fatale riguarda cittadini
giovani, noti o decessi inaspettati.
Questo esclude inevitabilmente
la parte di popolazione più anziana, gli ospiti delle RSA e i cittadini
dei grandi centri ai quali sono spesso riservati necrologi generici.
Per
le RSA ci limiteremo a citare qualche numero indicativo di decessi
appena successivi a vaccinazione, apparsi sui media durante le prime
settimane di campagna vaccinale, perché quei decessi sono citati senza
dettagli e non hanno potuto fornire dati sufficienti alla parte
statistica.
Inoltre, vogliamo sottolineare che per molti dei casi raccolti mancano informazioni fondamentali per gli obiettivi che ci siamo posti, come il tipo di farmaco utilizzato, il tempo intercorso dai sintomi e dai decessi ma soprattutto l’aggiornamento delle indagini e delle autopsie effettuate, quando vi siano state.
Quasi tutti gli articoli, anche immediatamente successivi all’evento
fatale, dichiarano da subito la non correlazione con la somministrazione
avvenuta.
Questo è avvenuto sia da parte dei redattori che dai
rappresentanti delle istituzioni sanitarie intervistati, con una
sistematicità e modalità comunicativa da copione scritto. Salvo poi
specificare, in qualche caso, che bisogna comunque attendere dai 60 ai
90 giorni per le risultanze definitive.
Le risultanze attese non vengono quasi mai riportate nelle settimane e
mesi successivi, lasciando così l’impressione che l’evento avverso sia
appunto non correlato alla vaccinazione.
I sette casi di decessi
finora accertati e ufficializzati da Aifa, di correlazione all’inoculo,
hanno avuto comunque bisogno di tempo e approfondimenti clinici che
sembrano negati alle numerose morti avvenute anche nelle ore successive
alla somministrazione vaccinale, dalla fretta di derubricare l’evento a
fatalità.
Riportiamo l’esempio di un virgolettato del direttore
della Ulss 3 Venezia che è stato contattato dalla stampa riguardo ad un
caso di decesso postvaccino avvenuto nella sua zona di competenza:
«Ora
dobbiamo escludere che ci sia nesso tra vaccinazione e morte – ha
riferito il direttore generale Edgardo Contato – per questo abbiamo
richiesto subito l’accertamento diagnostico, prima che intervenisse la
Magistratura. Ogni altra affermazione, prima delle valutazioni del caso,
è prematura».
Dichiarazione semplicemente inquietante anche se giocata sul filo dell’ambiguità.
Un’altra
difficoltà riscontrata nella raccolta delle informazioni e nella
verifica dell’avvenuta vaccinazione, è stata la reticenza dei redattori
ad indagare e riportare l’eventuale inoculo nelle numerose morti
improvvise ed inaspettate di medici e sanitari, nonostante i numeri
altissimi delle adesioni alla campagna vaccinale, soprattutto nei primi
due mesi.
La reticenza alla segnalazione dei casi è stata confermata
dalle rare denunce e richieste di indagine dei familiari e delle
istituzioni sanitarie, anche per i decessi per cui si è avuta contezza
dell’avvenuto inoculo, rispetto alla media delle altre categorie.
Da
marzo in poi, con le altre categorie e fasce di popolazione coinvolte, i
casi riportati dai media sono improvvisamente e significativamente
aumentati, così come le denunce dei parenti.
I casi di sanitari
utilizzati per la statistica, sono per questo, spesso tratti dagli
annunci di avvenuta inoculazione dei profili social.
Ma
soprattutto, c’è la netta impressione che fra le numerose morti
improvvise di operatori sanitari giovani e sani, ci sia una quantità
importante di danni non indagabili a causa della reticenza a verificare
l’avvenuto inoculo.
Facciamo notare che la maggioranza degli
operatori sanitari ha aderito alla campagna vaccinale già da gennaio e
che ad oggi risulta non vaccinato un 10% scarso della categoria.
Questo
ci ha spinto ad inserire una sezione estranea alle statistiche stilate,
con un campione rappresentativo di decessi improvvisi di medici e
sanitari in buona salute per i quali non siamo riusciti a verificare
tramite notizia, l’avvenuta vaccinazione.
La sottovalutazione dei danni prodotti dai vaccini anticovid è significativamente preoccupante almeno per due ordini di ragioni.
La
prima riguarda l’importanza della segnalazione di un evento avverso
agli organi deputati (AIFA) che soprattutto per questa tipologia di
farmaci, sviluppati in fretta e commercializzati in emergenza,
rappresenta una verifica indispensabile sulla loro sicurezza, oltre che
un obbligo di legge per i sanitari che si trovano a gestire un paziente
con sintomi e patologie correlabili sia pure solo temporalmente.
Sappiamo
invece da numerose testimonianze, anche rappresentate in alcuni
articoli di questa indagine, che l’ambiente sanitario è molto restio a
correlare o anche solo segnalare i danni prodotti dagli inoculi.
La
seconda ragione è relativa all’aspetto ideologico e politico della
vicenda che con norme sempre più stringenti e coercitive, accompagnate
da comportamenti per nulla etici di molti sanitari e dei rappresentanti
delle istituzioni, mettono a rischio la salute di quei cittadini ai
quali potrebbero essere evitati danni ed eventi avversi con una corretta
informazione, esami preventivi o anche interventi sanitari immediati e
specifici quando ce ne fosse bisogno.
Nel corso della
somministrazione di massa, sono emerse patologie specifiche come
trombosi addominali, miocarditi e pericarditi, aggiunte successivamente
nelle schede tecniche dei produttori. Nonostante ciò, all’insorgenza dei
sintomi relativi, le strutture ospedaliere hanno continuato a
tranquillizzare i pazienti, somministrando farmaci non idonei e
rimandandoli a casa, causando sottovalutazione della patologia in corso,
ricoveri successivi e ritardi spesso fatali per la vita del
malcapitato.
Nelle storie che vi racconteremo e che potrete leggere nell’archivio ci sono innumerevoli casi di questo tipo!
Le
considerazioni appena fatte, ci spingono ad affermare che i casi qui
rappresentati siano solo la punta dell’iceberg di ciò che sta realmente
accadendo nel paese.
Per questo sollecitiamo le associazioni di
tutela della salute, l’ordine degli avvocati, la magistratura e la
cittadinanza tutta, a pretendere chiarezza su ciò che sta avvenendo in
conseguenza alla campagna vaccinale antocovid, cominciando con un
approfondimento giudiziario serio e non ideologico sugli eventi fatali e
gravi finora registrati.
Sperando che possa aiutare a prevenire i
danni prossimi a verificarsi, oltre che a risarcire le famiglie ormai
colpite nei loro affetti.
prosegue su: https://www.databaseitalia.it/i-decessi-occultati/
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