La democratura italiana: controllo, menzogne, censura, paternalismo aggressivo
Una democrazia ormai solo formale. Tutto viene imposto per il nostro bene e tutto viene allentato o ammorbidito come per una concessione del potere che si è mosso a pietà dei sudditi
Ma che cos’è questa democrazia? Ci si può sfinire sui sacri testi, abbeverare alla dottrina degli scienziati politici, i Sartori, gli Aron, gli Hayek, per citare i migliori, i liberali, ma alla fine quello che contano sono gli aspetti minimi, sono i piccoli segnali. Arriva un rincaro tremendo delle bollette, botte dal 15 al 30 per cento in più a seconda delle fonti, ma per la Rai dobbiamo ringraziare il governo che con qualche maneggio ci ha fatto un favore, le ha contenute, se no piangevamo assai di più. Non una parola sul fatto che scongiurare aumenti del 60, 70 per cento non era realisticamente possibile, pena la liquidazione coatta del sistema Paese.
La Rai percepisce se stessa come governativa che sta a dire al servizio del potere, nessuno scrupolo per i cittadini utenti, nessuna resipiscenza, ma almeno la smettessero con la storia del servizio pubblico. L’informazione di regime in tempi di pandemia è stata, e continua ad essere, scandalosa, terroristica ed ha una parte fondamentale nell’insorgere di resistenze, scetticismi ed escandescenze varie. Ma la democrazia formale, da servizio pubblico, è salva: si fa un dibattito, si invitano cinque ospiti, quattro fanatici del Green Pass, uno contrario ma non lo lasciano parlare, lo insultano, lo irridono e il conduttore ci mette del suo; ce ne son di quelli che lo dicono apertamente, io sono a favore di tutto quello che decide il governo. E non patiscono conseguenze, casomai promozioni.
Dove sta insomma questa democrazia negativa, democrazia a togliere? Nelle fasce tricolori dei sindaci e dei prefetti? Nelle inaugurazioni del capo dello Stato, nei suoi moniti e discorsetti edificanti? Se a Roma e in altre città sciamano tutte insieme centinaia di migliaia di persone, i telegiornali di Stato neppure se ne accorgono, se non per mostrare qualche sequenza di tafferugli, naturalmente attribuiti ai facinorosi. Sempre per mezzo dell’informazione zdanoviana si è diffusa la carognata di definire no-vax chiunque dissenta in merito alla conduzione sciagurata dell’emergenza; laddove no-vax sta per squilibrato, terrorista, cannibale.
Ogni giorno l’asticella del servilismo si alza. I numeri sconfessano qualsiasi stato emergenziale, la popolazione si avvia ad una copertura vaccinale dell’80 per cento e così il governo decide per la riapertura più o meno completa dei cinema e dei teatri. Anche questa una misura doverosa, scontata, che nel resto del mondo non è stata mai messa in discussione e che ci fa figurare come un popolo di paranoici, legati ad una sorta di approccio magico o scaramantico. Ma, ancora una volta, per i notiziari governativi, non solo della tivù pubblica, si tratta di una magnanima concessione, della quale saremmo tenuti a rendere grazie e a regolarci per il futuro.
Una democrazia formale, negativa, paternalistica che ricorda sempre più un regime autoritario. Tutto viene imposto per il nostro bene e tutto viene allentato o ammorbidito come per una concessione del potere che si è mosso a pietà dei sudditi. Una democrazia ottriata, che ormai non fa specie più a nessuno o quasi, che ci è entrata nel sangue. Una democrazia che ha sostituito la propaganda all’informazione e l’invenzione a qualsiasi obiettività. Non da oggi, d’accordo, ma oggi come non mai. E c’è chi non è soddisfatto, chi vorrebbe ancora più controllo, più menzogne, più censura, più paternalismo. Ma di una specie forcaiola, aggressiva.
Guai a contemplare soluzioni alternative o da affiancare alla crociata del vaccino e del lasciapassare, guai a rilevare che l’Italia non aveva un piano pandemico, non si è decisa per tempo nel contenere l’afflusso di potenziali infetti dalla Cina, non ha mai incoraggiato anzi ha apertamente boicottato le terapie domiciliari e i vari protocolli curativi suggeriti da esperti considerati non ortodossi. Tutto questo è costato 130 mila morti in larga parte evitabili, ma a dirlo si passa subito per disfattisti, per sovversivi ed è pronto il plotone d’esecuzione mediatico. Il risultato è di aver trasformato un popolo storicamente irresponsabile in insicuro, sospettoso, incapace di assumere qualsiasi decisione, appeso alle bizzarrie e agli intrighi di chi lo comanda. Che è una forma di irresponsabilità anche peggiore.
Ma che ci frega? Questa estate abbiamo vinto tutto, campionati europei di calcio, Eurofestival, campionati di pallavolo, e pioggia di medaglie alle Olimpiadi. Significa che quelli giusti siamo noi, non il resto del mondo. “Siamo noi, i più forti siamo noi”, come urlano i tifosi allo stadio.
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