La Russia nuova arca di Noè?
di Antonio Catalano - 07/04/2024
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Fonte: Antonio Catalano
Si capisce sempre meglio perché l’Europa che parla con la
voce di Stoltenberg consideri la Russia la sua nemica giurata, motivo
per cui bisogna fare fronte comune per metterla in ginocchio e
riportarla ai bei tempi di Eltsin in cui spadroneggiavano i gangster
della finanza internazionale si rubavano materie prime e bambini.
Per
questa Europa in caduta libera nel precipizio del nulla la Russia è la
memoria storica da distruggere, la tradizione da azzerare, l’incubo
della comune civiltà negata e rinnegata. Per questa Europa che nega e
rinnega sé stessa, la Russia è l’ossessione della propria falsa
coscienza, la memoria del proprio sé perduto, l’immagine della propria
identità smarrita.
Parliamoci chiaro, l’Occidente è un mondo in piena
decomposizione, economica sociale culturale morale, il suo principale
obiettivo sembra essere quello dell’annullamento di ogni barlume di
resistenza umana basata sulla difesa dell’ovvio. Un mondo che ha deciso
di sfidare la stessa natura umana, che si compiace di andare
contro-natura, che per giunta si arroga il diritto di imporre questa sua
perversione al resto del mondo.
Un mondo infatti che ritiene massima
espressione di libertà l’introduzione volontaria di gravidanza nella
Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea; come ritiene
affermazione di libertà, contro le discriminazione di genere, indurre
minori a bloccare il proprio sviluppo ormonale in attesa che si
chiarisca la propria identità di genere; o che adotta, come
all’università di Trento, il “femminile sovraesteso”, per cui
all’interno dell’ateneo saranno usati solo termini femminili, “per un
linguaggio rispettoso delle differenze”; o che boccia, con il Comune di
Milano, una statua della maternità rappresentata da una donna che
allatta al proprio seno un bambino perché “la scultura rappresenta
valori non universalmente condivisibili da tutte le cittadine e i
cittadini”, come ha proclamato il sindaco Sala. Un elenco che,
purtroppo, potrebbe andare avanti per giorni.
Ecco perché in molti
cresce l’idea che l’Occidente combatte contro la Russia una crociata per
abbattere il mondo “tradizionale”, il mondo che permetta all’uomo di
sentirsi parte di una koinè universale e non ingranaggio di un sistema
trans e post umano in cui l’individuo diventa appendice di
un’intelligenza artificiale guidata da menti folli e perverse.
Secondo
l’analista Dmitry Trenin la Russia è tornata a una situazione
rivoluzionaria. Dopo aver provato ad adattarsi all’ordine mondiale
voluto dagli Usa essa si è resa conto che così non si andava da nessuna
parte, ha quindi cominciato a contrattaccare. Trenin sostiene che per la
prima volta dai tempi della rivoluzione bolscevica, sebbene in modi
molto diversi, il paese è tornato a essere una potenza rivoluzionaria.
Mentre la Cina ancora pensa di migliorare la propria posizione
all’interno dell’ordine mondiale esistente, la Russia vede questo stato
di cose come irreparabile, per questo si sta muovendo per un’alternativa
globale. Invece quindi di costringerla a cambiare per adattarsi al
modello occidentale, la pressione russofobica ha indotto la Russia a
ritrovare sé stessa, a riconsiderare la propria identità in termini di
distinta civiltà da quella dell’Occidente politico.
È un dato di
fatto che la Russia diventi sempre più un riferimento per tutti quei
popoli che avvertono la necessità di sganciarsi dalla dominanza
occidentale. Si pensi ai rapporti con i paesi africani, curati dalla
Russia con estrema attenzione, dal ruolo della gestione del debito al
ruolo di fornitore di sicurezza (armamenti). La Russia, come dice Pino
Cabras, ha ormai maturato una consapevolezza mondiale, e la stessa
sicurezza militare non è più questione che riguardi solo i propri
confini, per questo ha necessità di tessere un sistema di relazioni. E,
fatto da considerare con attenzione, in Russia si sta considerando con
estrema attenzione l’ipotesi di aprirsi a nuovi flussi migratori.
Insomma
la Russia sembra non avere più quel timore riverenziale nei confronti
dell’Occidente, mostra di aver maturato una nuova consapevolezza
storica, contrappone all’isteria delle classi dirigenti europee la
propria ferma intenzione di non aver più riguardi per gli stessi
santuari occidentali. Classi dirigenti europee che sembrano disposte a
sacrificare i rispettivi popoli in nome di un ordine che non promette
nulla di buono, sia sul piano economico-sociale che su quello umano, e
direi anche “spirituale”.
Con gli Usa che, come sono stati
cinicamente disposti a combattere fino all’ultimo ucraino, sembrano
altrettanto cinicamente disposti a combattere fino all’ultimo europeo,
pur di evitare di intervenire direttamente.
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