A Gaza in 3 settimane sono morti più bambini che in tutte le guerre del mondo in un anno
I numeri sono impressionanti, almeno quanto è impressionante la scarsa rilevanza che media mainstream e telegiornali stanno dando alla notizia. Secondo i dati pubblicati ieri, 31 ottobre, dalla agenzia delle Nazioni Unite UNRWA, sono 3.457 i bambini e le bambine uccise a Gaza in appena 23 giorni di bombardamenti israeliani. Significa che in appena tre settimane i bambini palestinesi uccisi sono più di quelli che muoiono in un anno intero in tutti i conflitti militari attivi nel resto del mondo. Secondo l’ultimo rapporto annuale del Segretario generale delle Nazioni Unite sui bambini e i conflitti armati, infatti, in tutto il 2022 furono uccisi in totale 2.985 bambini in 24 Paesi. I bambini rappresentano oltre il 40% delle 8.306 persone uccise complessivamente a Gaza e il bilancio reale è probabilmente molto più alto, poiché ci sono circa 1.000 bambini dispersi che si presume siano sepolti sotto le macerie.
Per comprendere il dramma che si sta consumando sotto gli occhi del mondo, nell’indifferenza dei media e con la collaborazione attiva dei governi Occidentali, incluso quello italiano che si è astenuto dal voto della risoluzione ONU che chiedeva un immediato cessate il fuoco. Riportiamo di seguito alcuni passaggi del discorso tenuto il 30 ottobre davanti all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite da parte di Philippe Lazzarini, Commissario generale dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e il lavoro per i rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA):
«Il livello di distruzione non ha precedenti e la tragedia umana che si svolge sotto i nostri occhi è insopportabile. In tre settimane un milione di persone, metà della popolazione di Gaza, sono state spinte dal nord della Striscia di Gaza verso il sud. Il sud, tuttavia, non è stato risparmiato dai bombardamenti, con un numero significativo di morti. L’ho detto molte volte, e lo dirò ancora, “nessun posto è sicuro a Gaza”. Ora, i civili rimasti nel nord stanno ricevendo avvisi di evacuazione dalle forze israeliane, che li invitano a sud a ricevere una scarsa assistenza umanitaria. Ma molti, tra cui donne incinte, persone con disabilità, malati e feriti, non possono muoversi. Ciò che è accaduto e continua ad accadere è lo sfollamento forzato. Oltre 670.000 sfollati si trovano attualmente nelle scuole e negli edifici sovraffollati dell’UNRWA. Vivono in condizioni spaventose e antigeniche, con cibo e acqua limitati, dormendo sul pavimento senza materassi o all’aperto. La fame e la disperazione si stanno trasformando in rabbia contro la comunità internazionale».
«Signor Presidente, Quasi il 70% delle persone uccise sono bambini e donne. Questo non può essere un “danno collaterale”. Chiese, moschee, ospedali e strutture dell’UNRWA, comprese quelle che ospitano gli sfollati, non sono state risparmiate. Troppe persone sono state uccise e ferite mentre cercavano sicurezza in luoghi protetti dal diritto umanitario internazionale. L’attuale assedio imposto a Gaza è una punizione collettiva.
Due settimane di assedio totale seguite dal rivolo di aiuti la scorsa settimana significano che: i servizi di base sono fatiscenti; le medicine stanno finendo; cibo e acqua stanno finendo; il carburante sta finendo; le strade di Gaza hanno iniziato a traboccare di liquami, il che causerà molto presto un enorme pericolo per la salute. L’ultimo colpo, il blackout delle comunicazioni avvenuto nel fine settimana, ha aggravato il panico e l’angoscia della gente.
Signor Presidente, Gaza conta oltre 2 milioni di persone, la metà dei quali bambini. Gli abitanti di Gaza sono persone vivaci e istruite che aspirano ad avere una vita normale, famiglie, figli, istruzione e sogni di un futuro migliore. Oggi gli abitanti di Gaza sentono di non essere trattati come gli altri civili. Un’intera popolazione viene disumanizzata. Hannah Arendt ha detto: “La morte dell’empatia umana è uno dei primi e più rivelatori segni di una cultura che sta per cadere nella barbarie”.
Signor Presidente, in questi tempi bui non dobbiamo perdere di vista la nostra umanità. La nostra empatia dovrebbe applicarsi a tutti. Palestinesi, israeliani, ebrei, cristiani e musulmani. Le regole della guerra devono essere rispettate da tutte le parti, in ogni momento e in ogni luogo. I civili devono essere protetti, gli ostaggi rilasciati e deve essere agevolata un’autentica risposta umanitaria. Un cessate il fuoco umanitario immediato è diventato una questione di vita o di morte per milioni di persone. Il presente e il futuro dei palestinesi e degli israeliani dipendono da questo. Esorto tutti gli Stati membri a cambiare la traiettoria di questa crisi e a lavorare per una vera soluzione politica. Prima che sia troppo tardi, grazie».
Spesso si accusano le agenzie dell’ONU di essere distratte o inefficaci. In questo caso ci troviamo di fronte a un rappresentate delle Nazioni Unite che invece lancia un chiaro e disperato monito al mondo. A Gaza si sta consumando un genocidio che deve essere fermato. A questo fine centinaia di associazioni stanno chiedendo al mondo di far sentire la propria richiesta di pace in modo concreto, boicottando tutti i marchi che supportano l’occupazione israeliana.
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