Le élite anglosassoni sono in un vicolo cieco
di Luciano Lago
La
perdita del potere è un fatto traumatico e porta ad uno stato di
frustrazione per coloro che detenevano tale potere e che pensavano che
questo gli spettasse di diritto per tempi infiniti.
Non è
così. La Storia procede in avanti in modo inesorabile ed ogni impero,
per quanto potente e duraturo, è destinato a sgretolarsi sotto il peso
dei cambiamenti e delle sue contraddizioni. E’ avvenuto per l’Impero
Romano, per quello Carolingio, per l’Impero Spagnolo e per quello
Ottomano, per l’Impero Russo degli Zar, per l’Impero Britannico, non c’è
quindi da meravigliarsi se adesso è la volta dello sfaldamento
dell’Impero Americano.
I sintomi di questo avvenimento
epocale ci sono già tutti e in particolare lo sfaldamento dell’Impero
Americano viene accompagnato dalla creazione e dal consolidamento di un
mondo multipolare dove i rapporti fra le potenze e gli stati vengono
stabiliti su un livello paritario. Questo porta alla fine definitiva del
colonialismo occidentale e del neocolonialismo che si è sostituito in
forme subdole al vecchio colonialismo con le stesse finalità di
sfruttamento e di assoggettamento dei paesi del sud del mondo alle
centrali del potere dominante.
Il
“destino manifesto” o “il paese eccezionale” sono ormai vecchi slogan
che non fanno più presa e che sono ormai rigettati dai popoli del mondo
che hanno aperto gli occhi e che vogliono essere protagonisti del
proprio sviluppo e della propria sovranità.
I tentativi di
restaurazione del vecchio ordine unipolare vengono rigettati e
contrastati con la forza o in forma pacifica ma è inevitabile che si
creino nuovi equilibri.
Russia e Cina sono le nuove potenze di
riferimento e verso queste si orientano una buona parte dei paesi
emergenti che fanno sponda per ottenere l’affrancamento dai vecchi
dominatori.
Crolla anche l’ideologia dei dominatori occidentali, quella liberal, globalista ed arcobaleno che
pretendeva di imporre nuove forme di assetto economico per gli
interessi del grande capitale e, con questi, le nuove regole morali
che pretendevano di capovolgere la natura umana, le leggi naturali, la
famiglia tradizionale, la sessualità, la stessa vita spirituale e la
sopravvivenza delle culture tradizionali. Il transumanesimo predicato
dai propagandisti delle centrali LGBT, con le sue forme abnormi di
deviazione, viene considerato una barbarie dissacrante e abnorme dai
popoli attaccati alle proprie religioni, culture e credenze.
Truppe USA in missione in tutto il mondo
Nel
contempo, come reazione a questo processo, quale tentativo di rimanere a
galla, assistiamo ad una strategia americana del caos controllato,
che include l’attuale gioco di Washington in Medio Oriente, con
l’aggiunta di alcune operazioni “marginali” in altre aree contese.
Il
degrado delle élite occidentali, sia a livello americano che a livello
occidentale, ha raggiunto un grado tale che la macchina ancora potente,
che si trova sotto il loro controllo si è impantanata, non solo nel
circuito della politica estera, ma anche in patria. Lo vediamo
dal misero fallimento della guerra Ucraina, pianificata e istigata per
sconfiggere la Russia, come dalle vicende Medio Orientali dove USA e
Israele lottano per riprendere il controllo della regione, ormai uscito
fuori dalla loro gestione.
Il mondo unipolare americano si
restringe ogni giorno che passa, tuttavia, questa allentamento della
dominazione USA non offre particolare stabilità, anzi rende sempre più
pericolosa la situazione internazionale, con Washington che cerca di
incendiare varie zone del mondo, dall’Europa dell’Est al Medio Oriente e
all’Asia centrale ed orientale.
Un animale ferito, in preda alle convulsioni, è di certo più pericoloso di un animale morente.
Si
possono accettare le varie teorie sui gruppi elitari o le oligarchie
finanziarie che manovrano da dietro lo schermo gli avvenimenti ma, se
lo schermo è fratturato, questo significa che le élite hanno perso il
controllo.
Loro, l’élite anglo USA, “non ottengono più i risultati
che vorrebbero ottenere.” Questo significa che non riescono più a far
fronte al ruolo di egemone.
Gli Stati Uniti e l’occidente sono
caratterizzati dal moderno capitalismo globale e finanziario che loro
stessi hanno imposto come sistema internazionale a una buona parte del
mondo. Da almeno 30 anni riescono a restare a galla esclusivamente
saccheggiando sempre più “colonie” sul pianeta. E l’intero
sistema economico dell’impero del dollaro” è stato a lungo costruito
come una piramide finanziaria: non crolla soltanto perché la macchina
militare USA, per quanto inchiodata dai debiti, sta inviando le sue
portaerei a tagliare le onde degli Oceani Mondiali.
Portaerei USA nel Mediterraneo
La
situazione interna degli Stati Uniti d’altra parte è quasi
catastrofica con il super indebitamento, la deindustrializzazione, la
povertà in cui è stata gettata la classe media, il sistema economico
finanziarizzato, lo sgretolamento delle istituzioni, la criminalità
dilagante e immigrazione senza freni. La pretesa di dominio mondiale appare irrealistica e patetica.
In
ogni caso i sintomi dell’imminente crollo del dominio USA sono ben
visibili dagli ultimi avvenimenti, con la debacle in Afghanistan, il
fallimento della guerra in Ucraine e il vicolo cieco in cui si trovano
in Medio Oriente. In particolare la complicità con la
politica criminale di genocidio attuata da Israele a Gaza, allontana
tutti i paesi islamici e non soltanto quelli dalla partnership con gli
USA ed i loro alleati.
La Russia e la Cina, con la politica
di contrasto e resilienza alle pressioni occidentali, hanno contenuto le
pretese dell’espansionismo americano e del suo braccio armato, la Nato,
ma il colpo decisivo sembra quello dell’allargamento dei BRICS
che mette in minoranza le potenze occidentali legate al carro americano
e segna una nuvo equilibrio mondiale economico, militare e geopolitico.
La
prevedibile reazione degli Stati Uniti di coalizzare i propri alleati
in una crociata contro i regimi definiti “totalitari” non ha altro
effetto che coalizzare in blocco i paesi del sud del mondo, stanchi di
subire le direttive e la dominazione americana, con le sue guerre e le
sue imposizioni di sanzioni e blocchi contro i paesi dissidenti.
Lo
specchio di questa ribellione è nel rifiuto di accettare la versione
americana della guerra in Ucraina e nella condanna dell’aggressione
Israelo americana contro la Palestina, con il programmato genocidio di
Gaza.
Il mondo è stanco della tracotanza dell’élite anglo statunitensi e della loro ipocrisia manifestata in ogni occasione.
L’esito
di questa nuova e definitiva lotta per l’egemonia si trova nella
capacità dei paesi emergenti di fare blocco, assieme a Russia e Cina,
contro le pretese e l’arroganza del vecchio egemone per ridimensionarlo
al suo perimetro e neutralizzare le minacce. Da questo dipenderanno i
destini e l’assetto del nuovo mondo diviso fra pace e guerra.
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