Kim Jong Un e Vladimir Putin potrebbero incontrarsi di nuovo. Lo avevano già fatto nel 2019, proprio a Vladivostok, dove i due dovrebbero rivedersi per l’Eastern Economic Forum, in programma dal 10 al 13 settembre.
Nel loro primo faccia a faccia in assoluto, risalente ormai a quattro anni fa, il presidente nordcoreano aveva regalato al suo omologo russo una spada coreana. “Questa spada simboleggia la forza. Simboleggia la mia anima e quella del nostro popolo che ti sostiene”, aveva aggiunto Kim rivolgendosi al capo del Cremlino. In tutta risposta, Putin consegnò all’ospite un set da tè, accompagnato da una sciabola russa e dalla promessa di visitare presto la Corea del Nord.
La pandemia di Covid-19 avrebbe poi stravolto piani e promesse. Ma adesso che l’emergenza sanitaria sembrerebbe ormai essere archiviata anche per Pyongyang, e che, soprattutto, lo scoppio della guerra in Ucraina ha offerto a Russia e Nord Corea la possibilità di convergere su punti strategici, ecco che si aprono all’orizzonte inediti scenari. Come quello tratteggiato dal New York Times, che ha parlato di un viaggio in treno di Kim da Pyongyang a Vladivostok.
I viaggi di Kim
L’indiscrezione non è stata confermata e neppure il Cremlino si è fin qui sbottonato più di tanto. “Non abbiamo niente da dirvi in merito”, ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano di confermare l’incontro tra Putin e Kim. C’è però la convinzione, quasi la certezza, che prima o poi i due presidenti si incontreranno faccia a faccia. Per cementare ulteriormente l’amicizia tra i rispettivi Paesi e, probabilmente, per siglare qualche accordo strategico.
Certo è che Kim è un tipo piuttosto sedentario, nel senso che il leader ha effettuato pochissimi viaggi all’estero da quando è salito al potere nel 2011. Quando li ha fatti, erano sempre accompagnati da un motivo ben preciso: dal tentare di raggiungere un accordo con gli Usa all’ottenere l’appoggio di Pechino per le negoziazioni con Washington.
Per quanto è dato sapere, la primissima trasferta istituzionale del presidente nordcoreano risalirebbe al 2018: una visita a Pechino, rigorosamente in treno, per parlare con Xi Jinping e l’allora premier cinese Li Keqiang.
In quegli anni di apparente distensione, Kim ha effettuato altri viaggi, e non sempre in treno: in Corea del Sud, o meglio nella zona demilitarizzata tra le due Coree, per vedere l’ex presidente sudcoreano Moon Jae In; di nuovo in Cina, a maggio dello stesso anno; quindi a Singapore, 10-12 giugno, per un altro storico meeting, quello con l’allora presidente statunitense Donald Trump e il primo ministro di Singapore, Lee Hsien Loong; e ancora in Cina, pochi giorni dopo.
Nel 2019, Kim ha fatto tappa in Cina, dal 7 al 10 gennaio; in Vietnam, a febbraio, per un incontro di alto livello con Trump (finito poi in un nulla di fatto); in Russia per conoscere Putin e di nuovo al confine intercoreano, per un trilaterale con Moon e Trump.
Segretezza e sicurezza
Tenendo conto che Kim viaggia quasi sempre a bordo di un treno blindato (spesso più di uno per confondere gli osservatori), e considerando lo stato della rete ferroviaria nordcoreana, è probabile che Kim impiegherà quasi un giorno intero per percorrere i più di mille chilometri (non in linea d’aria) che separano Pyongyang da Vladivostok.
Tutte le visite del leader nordcoreano sono avvolte nella massima segretezza e accompagnate da elevati standard di sicurezza per garantire l’incolumità del presidente.
Nel 2004, ci fu un’enorme esplosione in una stazione ferroviaria vicino al confine cinese, Ryongchon, che uccise centinaia di persone (alcune fonti parlano addirittura di 3mila). L’allora presidente del Nord, Kim Jong Il, sarebbe dovuto passare sulla tratta saltata in aria poche ore dopo. La vicenda è rimasta avvolta nel mistero. Non è mai stato chiarito se la deflagrazione fosse figlia di un tentativo di omicidio perpetrato a danno del Grande Leader.
Il treno di Kim
Come il padre, Kim Jong Il, e il nonno, Kim Il Sung, anche Kim Jong Un effettua la maggior parte dei suoi spostamenti a bordo di uno treno speciale. Un treno formato da una ventina di carrozze verdi, rigorosamente blindate, ed equipaggiato con un sofisticato sistema di comunicazione per schermare minacce e intercettazioni. Lo ha utilizzato per raggiungere Vladivostok, nel primo incontro con Putin, per andare a Pechino da Xi e pure per arrivare ad Hanoi per il meeting con Trump, in un viaggio durato tre giorni attraversando il territorio cinese.
A differenza di suo padre, che si diceva avesse la fobia di prendere un aereo, in alcuni viaggi Kim ha volato con il suo jet personale Ilyushin (di
fabbricazione russa). Nel maggio 2008, il presidente nordcoreano si è
diretto a Dalian, in Cina, a bordo del suo jet privato, mentre un mese
più tardi utilizzerà un Boeing 747 di fabbricazione americana, operato
da Air China, per raggiungere Singapore, e di nuovo il suo Ilyushin per
visitare Pechino.
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