Johannesburg: nuovi membri e monete locali per i BRICS
di Mario Lettieri e Paolo Raimondi - 01/09/2023
https://www.ariannaeditrice.it/articoli/johannesburg-nuovi-membri-e-monete-locali-per-i-brics
Fonte: Arianna editrice
I BRICS sono nati 18 anni fa non per un capriccio del loro
governi, bensì come necessaria e irrinunciabile risposta alla grande
crisi finanziaria e alle illusioni di un mondo unipolare, sotto la guida
Usa. La ragione della loro nascita persiste tuttora e con più forza.
Purtroppo,
vi sono esperti economici e i politici che “gufano” sulla loro capacità
di tenuta o addirittura auspicano il loro fallimento. L’hanno fatto
anche riguardo al XV Summit di Johannesburg.
Negli ultimi tre
decenni il mondo è profondamente cambiato. Sono emersi nuovi attori
economici, a cominciare dalla Cina e dall’India, che intendono incidere e
cambiare i rapporti di forza internazionali. Il gruppo di coordinamento
economico e politico dei BRICS è solo uno di questi nuovi poli
emergenti. Non intendono “sfidare” l’Occidente, come i media affermano,
ma contribuire a creare un nuovo ordine internazionale più equo.
Non
è, quindi, un caso che la Dichiarazione finale di Johannesburg metta in
primo piano “l’impegno per un multilateralismo inclusivo e il rispetto
del diritto internazionale, compresi gli scopi e i principi sanciti
nella Carta delle Nazioni Unite come pietra miliare indispensabile, e il
ruolo centrale delle Nazioni Unite in un sistema internazionale in cui
gli Stati sovrani cooperano per mantenere la pace e la sicurezza, per
promuovere lo sviluppo sostenibile, per garantire la promozione e la
protezione della democrazia, dei diritti umani e delle libertà
fondamentali per tutti e per promuovere la cooperazione basata sullo
spirito di solidarietà, rispetto reciproco, giustizia e uguaglianza.”.
Parole chiare.
Siccome, però, tutto è valutato in “soldoni”,
un’occhiata al loro peso economico nel mondo conferma la loro crescita e
la loro influenza. Tra i BRICS esistono ovviamente molti orientamenti e
percezioni differenti. Un dato consolidato e in crescita è l’utilizzo
delle monete locali nei commerci.
Si è parlato fin troppo
dell’intenzione dei BRICS di creare una loro moneta circolante. Ciò non è
mai stato veramente in agenda. Essi hanno molto operato attraverso le
monete locali. Nella Dichiarazione s’incoraggia il loro uso nel
commercio internazionale e nelle transazioni finanziarie tra i BRICS e i
loro partner commerciali. Si sostengono il rafforzamento delle reti
bancarie e la possibilità di fare pagamenti nelle valute locali.
La
vera novità è che ora essi stanno studiando la creazione di un’unità di
conto, sul modello dell’Ecu europeo prima dell’entrata in vigore
dell’euro.
L’Ecu non è stata una moneta circolante ma un sistema per
favorire il commercio dentro l’Unione europea e con gli altri paesi,
preparando il processo di unione monetaria, politica e istituzionale
dell’Europa. Il ruolo fondamentale dell’Ecu fu distrutto nel 1992 dai
devastanti attacchi speculativi contro alcune monete, tra cui la
sterlina e la nostra lira. L’Europa paga ancora oggi gli effetti
negativi di quel sabotaggio. I BRICS dovranno tenere in considerazione
ciò che accadde all’Ecu e preparare misure efficaci di difesa contro le
speculazioni. Dimostrano di esserne consapevoli quando affermano che “
il Contingent Reserve Arrangement (CRA) continua a essere un meccanismo
importante per mitigare gli effetti di una situazione di crisi,
integrando gli accordi finanziari e monetari internazionali esistenti e
contribuendo al rafforzamento della rete di sicurezza finanziaria
globale.”.
L’impegno per un nuovo ordine economico internazionale è
evidenziato nell’esplicita richiesta di “una riforma delle istituzioni
di Bretton Woods, compreso un ruolo maggiore per i mercati emergenti e i
paesi in via di sviluppo”.
La New Development Bank è sempre il
centro e il motore delle attività. Per rispondere a chi continua a
parlare di loro come di un club informale senza istituzioni, la
Dichiarazione riconosce, invece, “i progressi compiuti nello sviluppo
istituzionale dei BRICS e che la loro cooperazione deve accogliere i
cambiamenti e restare al passo con i tempi.”.
Da ultimo, e ancora più
importante, è l’annuncio di allargare la membership. “Abbiamo deciso,
si afferma, di invitare la Repubblica Argentina, la Repubblica Araba
d'Egitto, la Repubblica Federale Democratica d'Etiopia, la Repubblica
Islamica dell'Iran, il Regno dell'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi
Uniti a diventare membri a pieno titolo dei BRICS il primo gennaio
2024”.” Inoltre si accoglie con favore la partecipazione agli incontri
di altri 26 paesi emergenti come "Amici dei BRICS". L’Ue può essere
interessata?
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