La frase (da Varsavia) di Meloni sull'Ucraina che deve farvi gelare il sangue
di Alessandro Bianchi
Varsavia, 5 luglio 2023. Il momento in cui l'Italia sceglie la via del fondamentalismo russofobo.
“Con
la Polonia sull’Ucraina abbiamo posizioni identiche: siamo al fianco
dell’Ucraina, per la difesa e la libertà di un popolo che sta stupendo
il mondo contro una aggressione che non possiamo accettare e che faremo
tutto il possibile per impedire. Saremo al fianco dell’Ucraina fino a
quando sarà necessario, sostenendola a 360 gradi.”
A parlare
è il nostro primo ministro Giorgia Meloni con affianco il premier
polacco Morawiecki. Ma la frase che vi deve far saltare dalla sedia
arriva ora:
“Il vertice Nato di Vilnius deve assicurare “reali garanzie di sicurezza per l’Ucraina”, cosa che è anche “fondamentale per una pace giusta e duratura”
Il vertice Nato a cui fa riferimento il primo ministro italiano -
in visita oggi in Polonia dopo le umiliazioni subite sul tema
migratorio a livello Ue - è quello che inizierà l’11 luglio a Vilnius
(Lituania) e che metterà in scena un momento spartiacque per la storia
del continente europeo, con l'Alleanza Atlantica che dovrà scegliere
l’indirizzo finale da dare allo scontro in Ucraina. Ad opporsi saranno
chi (Gran Bretagna, Polonia e regimi dell’est Europa) vuole accelerare
per l’"opzione apocalisse" - vale a dire l’ingresso di Kiev nella Nato -
e chi (Francia e Germania soprattutto) si oppone; con l’Amministrazione
Usa felice spettatore della trasformazione dei paesi dell’UE in innocui
stati satellite russofobi e sinofobi.
Giorgia Meloni, con
quelle frasi ("posizioni identiche con la Polonia" e "reali garanzia di
sicurezza all'Ucraina") ha di fatto consegnato l’Italia nelle mani degli
estremisti e fondamentalisti, indebolito enormemente il "fronte delle
trattative" e reso ancora più difficile ogni possibilità di negoziato.
Sono
parole, quelle pronunciate dal premier italiano, di una gravità tale
che il Parlamento (ah se solo avessimo davvero un Parlamento degno di
questo nome!) dovrebbe insorgere e convocarla immediatamente in Aula per
chiarirle immediatamente.
Deve chiarire, il primo ministro
italiano, a cosa si riferisca esattamente quando parla di “reali
garanzie di sicurezza per l’Ucraina”. Altre armi alla giunta di Kiev
improbabile, visto che, a detta dello stesso segretario Stoltenberg, si
sono svuotati gli arsenali interni dei paesi europei, tanto che fonti
militari tedesche hanno recentemente affermato di essere impreparati
addirittura alla difesa del territorio nazionale.
Ma allora a
cosa si riferisce la signora Meloni quando parla di “reali garanzie di
sicurezza all’Ucraina” a Vilnius? L’Italia sostiene l’ingresso di Kiev
nella Nato? Scenario che la Russia ha dichiarato da sempre come casus
belli potenziale con tutta l’Alleanza Atlantica. Oppure il primo
ministro italiano ha deciso di avallare un intervento diretto di alcuni
paesi della Nato, in particolare di quella stessa Polonia di Mateusz
Morawiecki? In un magistrale articolo su l’AntiDiplomatico, Fabrizio
Poggi mostra quali siano le reali intenzioni polacche nel breve-medio
periodo. Vi riportiamo uno stralcio che vi esemplifica ancora meglio la
gravità di quanto affermato oggi dal premier italiano:
“D'altronde, era stato proprio pan Kaczynski che da Kiev, nel
marzo 2022, aveva parlato di dispiegamento di "forze di pace NATO" in
Ucraina. Di fatto, sono in allestimento due nuove Brigate, ognuna
composta di tre battaglioni, due dei quali composti da polacchi e il
terzo misto polacco-ucraino, con comando polacco e personale ucraino
addestrato in Polonia. Le due Brigate sono equipaggiate con materiale
NATO, trasferito nell'area di Rzeszow e Lublino durante le manovre
“Defender Europe 23”. A partire dallo scorso 12 giugno, nell'ambito
delle manovre “Anakonda-23”, i battaglioni hanno condotto esercitazioni
sperimentali FEX (Field Experimentation Exercise), con una nuova
struttura organizzativa (Future Task Force), per testare la loro
preparazione alla missione prevista. In sostanza, le nuove unità,
dovrebbero prendere il controllo delle aree di Kovel', Sarny e Vladimir;
il comando di Brigata sarà a Lutsk: di fatto, un distretto militare
rafforzato polacco nella Volynia (per ora) ucraina. Finora, la
dislocazione di tali forze era prevista per l'autunno; con ogni
evidenza, l'arrivo dei reparti “Wagner” in Bielorussia ha accelerato i
tempi. A detta di “Naczelnik Polski”, si dovrebbe cominciare già dopo il
vertice NATO del 11-12 luglio.”
Quando parla di “posizioni identiche” con la Polonia, Giorgia Meloni si riferisce anche a questo.
Dopo gli attentati terroristici al ponte di Crimea e alla diga di
Kakhovka, il regime di Kiev sta cercando di alzare la posta in gioco per
forzare la mano dei membri Nato prima del vertice di Vilnius. Dinanzi
la totale disfatta militare sul campo della cosiddetta “controffensiva” -
con miliardi di armi Nato e miliardi dei contribuenti europei che
potevano essere spesi in sanità, lavoro e istruzione letteralmente
buttati – al regime di Kiev non resta (CON LE ARMI DELLA NATO) che
bombardare ospedali e case (come ieri a Makeevka) e preparare la false
flag finale ad uso dei media filo Nato.
Il sabotaggio
pianificato da Kiev alla centrale nucleare di Zaporozhie potrebbe avere
"conseguenze disastrose". Lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino
Dmitry Peskov a TASS, proprio in contemporanea alle parole a Varsavia
della signora Meloni. La più grande centrale nucleare d'Europa alla
mercé della pazzia della giunta di Kiev, con il nostro premier che,
parlando di “posizioni identiche” con la Polonia riduce ulteriormente i
centimetri che separano il continente europeo dall'apocalisse.
AGGIORNAMENTO
"Speriamo
che gli alleati prendano una ferma decisione che l'Ucraina non ha
bisogno di alcun piano d'azione per l'adesione, che non ha bisogno di
alcun percorso preliminare per aderire alla NATO, ma che questo percorso
sarà abbreviato". Lo ha appena dichiarato il presidente polacco Duda
dopo un incontro con il presidente lituano Gitanas Nauseda che ribadisce
la posizione dei regimi dell'est Europa.
Ora
capite la gravità delle parole del premier italiano Meloni che oggi a
Varsavia ha dichiarato che sull'Ucraina l'Italia ha "posizioni
identiche" a quelle della Polonia?
La posizione dell'Italia e' di un "ingresso facilitato dell'Ucraina nella Nato"?
Avete ben compreso quali conseguenze comporterebbe?
La
Meloni deve essere chiamata a chiarire le dichiarazioni di oggi in
Parlamento immediatamente. Ah se solo esistesse un Parlamento degno di
questo nome in Italia...
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