08 Nov 2021
Italia. Il governo Draghi/Speranza in difficoltà: non si fermano le proteste nelle città contro il Green Pass ed anche la UE ne chiede la sospensione
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premier Draghi non riesce a soffocare le proteste, nonostante il
tentativo di repressione e la campagna di criminalizzazione dei
manifestanti svolta dai media di regime.
Il governo
ci aveva provato prima a Trieste con le cariche della polizia e con gli
idranti contro i manifestanti pacifici, poi con il DA.SPO contro Stefano
Puzzer, il rappresentnte dei portuali. Da ultimo ha cercato di mettere
contro i manifestanti le categorie dei commercianti che richiedono di
lavorare senza i cortei, ma tutto è stato inutile. Il cortei di protesta
proseguono e l’ultimo sabato la gente è stata tanta a Milano come a
Trieste, Torino, Verona, Bologna, Pordenone, Padova e persino ad Assisi.
I
media non riescono più a nascondere o minimizzare i fiumi di persone
che si radunano e seguono in protesta i cortei al canto del “quelli come
noi non mollano mai”.
In più è arrivato un grave smacco dalla UE:
il
Tribunale dell’Unione Europea decreta la sospensione del green pass
seguito del ricorso presentato da 4 deputati europei fra cui Francesca
Donato (ex della Lega) che era fra i ricorrenti. D’ora in poi si potrà
accedere ai palazzi del Parlamento senza green pass e tale provvedimento
potrebbe essere esteso anche i palazzi pubblici italiani.
L’Italia
è l’unico paese dove, per entrare a lavorare al chiuso o all’aperto,
persino per raccogliere le pere e le mele in campagna, occorre il green
pass. Questo provvedimento stride con gli altri paesi europei e
con il buon senso, visto che in tutti gli altri paesi non c’è questa
misura e che in tantissimi altri ambienti, come nei trasporti urbani e
regionali, la gente si affolla senza alcun green pass.
Tuttavia
Draghi e Speranza sono stati irremovibili, sordi alle proteste e
insistono nel perdurare con tale obbligo, mentre proseguono con la nuova
campagna per la terza dose che rappresenta la scarsa efficacia dei
vaccini nel tempo.
Tutti
i grandi media esaltano la capacità di Draghi, l’uomo solo al comando,
che prosegue nel suo lavoro, non guarda in faccia a nessuno e calpesta
qualsiasi norma costituzionale che stabilisce le libertà inviolabili,
fra cui quella di manifestazione ed espressione delle libere opinioni.
Il tutto avviene senza alcuna reazione della magistratura e delle
autorità di garanzia che sono sprofondate nel più profondo letargo.
Nonostante
tutto la protesta degli italiani contro il regime di Draghi non conosce
sosta. La frattura tra il mondo virtuale dei media e quello reale è
ormai semplicemente incolmabile. Nel primo tutti sarebbero vaccinati,
felici e orgogliosi di portare il marchio del regime. Nel secondo,
quello reale, c’è una parte sempre più vasta di italiani che non
accettano di essere discriminati e criminalizzati da parte dei portatori
d’acqua del regime e che sfidano il governo scendendo in piazza e
protestando rumorosamente.
Non è un caso che sia Milano, la capitale economica del paese, che vede scendere in piazza le maggiori concentrazioni di dimostranti anche piuttosto arrabbiati, un
segnale inequivocabile per il regime della dittatura sanitaria e
finanziaria che vede scendere il suo consenso proprio dove doveva essere
più forte. La classe politica ha perso qualsiasi legittimità e
non rappresenta più i cittadini la cui maggioranza ha dimostrato il suo
disgusto astenendosi dal partecipare alle ultime elezioni
amministrative. Un segnale preciso per il potere politico.
Si vanno
organizzando nuove formazioni sull’onda della protesta e tutto indica
che questa ondata di protesta contro il governo troverà un suo sbocco
prima o poi, nonostante il terrore dei partiti di sciogliere il
Parlamento e dare la parola al popolo.
Il tentativo di sopprimere la libertà è ormai troppo scoperto per essere lasciato senza reagire
e chi ha un minimo di spirito critico lo ha da tempo compreso. Per
questo si è formato uno schieramento trasversale senza distinzioni fra
destra e sinistra (schemi ormai del tutto obsoleti) che oppone
resistenza contro il regime autoritario ed i suoi ossequiosi
fiancheggiatori, politici in carriera, giornalisti, opinionisti
d’accatto e pseudo esperti e tuttologhi.
La resistenza è
soltanto all’inizio e non mancherà di sorprendere chi pensava di aver
già cloroformizzato il popolo con le campagne di terrore e di ricatto.
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