Comitato investigativo russo: Il-76 abbattuto da un missile MIM-104 Patriot
di Eliseo Bertolasi
Come
riportato da RIA Novosti, sulla base di quanto riferito dal Comitato
investigativo russo, le Forze Armate Ucraine hanno utilizzato un missile
guidato antiaereo MIM-104A del complesso Patriot per distruggere
l’aereo Il-76:
“A conclusione degli esami effettuati durante
l’indagine, i frammenti sequestrati sulla scena dell’incidente, secondo
le loro caratteristiche progettuali, caratteristiche geometriche e
marcature disponibili, sono elementi strutturali del missile guidato
antiaereo MIM-104A del complesso Patriot”, si legge nel comunicato
stampa.
Durante la visita sul luogo dell’incidente, gli esperti hanno trovato 116 frammenti di strutture e di meccanismi di due missili con iscrizioni e segni in inglese.
Contrassegni presenti sulle parti prelevate: “ASSY 11455748”, “SN740179”, “ASSY 11461343”, “SN740206”, “ASSY 11461865”, “SN740207”, “Raytheon”, “CONFIDENTIAL classified by PATRIOT SECURITY CLASSIFICATION GUIDE DATED: 9/22/83 ADDENDA DATED 11/28/83 8/8/84 CONTRACT NO/DAAH01-86C-A018”, nonché “18876 ASSY”, “MARTIN MARIETA” e “10253043-39 02 S/N 80025”.
Comitato investigativo sul luogo incidente
Durante la perizia il Comitato investigativo ha mostrato che sugli oggetti sono state rinvenute tracce di esogene con impurità fino al 10% di ottogene, – tipico degli esplosivi di fabbricazione straniera. L’indagine penale sull’attacco terroristico continua.
Per avviare
un’indagine internazionale sullo schianto dell’Il-76, gli europei
chiedono carte (documenti), ma è già chiaro che non sono interessati a
condurla, ha affermato il portavoce della presidenza russa Dmitrij
Peskov.
“Questa è già una situazione paradossale. Il
Presidente ieri ha dichiarato apertamente e pubblicamente che siamo
pronti per un’indagine internazionale su questo atto orribile e che
siamo interessati a questo. Ora stiamo già ascoltando le voci degli
europei – dicono, dateci una carta, non prenderemo in considerazione
nulla senza carte”, ha detto Peskov ai giornalisti.
Peskov ha inoltre
sottolineato che nessuno di loro sarebbe interessato a “condurre
un’indagine e ritrovarsi in quell’indagine” come risultato.
“La
nostra posizione è assolutamente trasparente e comprensibile, ed è
ovvia anche la posizione dell’Occidente collettivo, che partecipa
direttamente a questo conflitto armato”, ha concluso Peskov.
La Russia insiste per un’indagine internazionale, ha sottolineato Vladimir Putin, ma secondo lui tra le organizzazioni internazionali non c’è chi lo desideri:
“Lo dico ufficialmente: vi chiediamo d’inviare esperti internazionali e di condurre questa analisi, valutare le prove materiali disponibili che l’aereo è stato abbattuto dal sistema Patriot”.
In Occidente si sta cercando di mettere a tacere la storia dello schianto dell’Il-76 coi prigionieri; Putin
ha notato che non ci sono pubblicazioni relative a questo argomento sui
media, cancellato come con un clic nello spazio dell’informazione, ma
la Russia non dimenticherà i crimini commessi contro i suoi cittadini.
Parlando
delle cause del disastro, Putin ha osservato di non sapere e di non
capire perché Kiev abbia abbattuto l’aereo coi suoi prigionieri:
“Si
può anche immaginare il motivo per cui stanno bombardando città
pacifiche. Gli obiettivi sono diversi: distogliere l’attenzione dalla
loro stessa popolazione e dai loro sponsor dai fallimenti della
cosiddetta controffensiva; dimostrare che possono fare qualcosa;
provocarci in azioni speculari di ritorsione per colpire obiettivi
civili sul territorio stesso dell’Ucraina. Quello che stiamo
facendo: usiamo armi ad alta precisione per colpire infrastrutture,
militari soprattutto, e l’industria militare. Vogliono provocarci in
azioni di ritorsione, probabilmente, la penso così”.
Frammenti del missile che ha colpito l’aereo
Il
24 gennaio, le Forze Armate Ucraine hanno abbattuto un aereo da
trasporto militare Il-76 delle Forze Aerospaziali Russe sopra la regione
di Belgorod, che trasportava 65 prigionieri ucraini per uno scambio di
prigionieri. Tutti loro, così come tre ufficiali russi al seguito e sei
membri dell’equipaggio, hanno perso la vita.
È stato
accertato che l’esercito ucraino ha attaccato l’aereo con due missili
antiaerei dalla zona di Liptsy, nella regione di Kharkov.
Vladimir
Putin ha definito l’incidente un crimine di Kiev contro i suoi stessi
cittadini. Secondo lui, la parte ucraina sapeva che a bordo dell’Il-76
si trovavano prigionieri di guerra delle Forze Armate Ucraine e tuttavia
ha colpito, o per negligenza o di proposito.
Il presidente russo ha annunciato che la Russia insisterà per compiere un’indagine internazionale.
La logica dei doppi standard
Valutando
questi risultati in un’ottica meramente razionale e sistematica, quindi
andando oltre l’aspetto umano ed emotivo per l’orrore che suscita
questo atto terroristico e il cinismo assoluto privo di ogni freno
morale mostrato dai suoi esecutori, lo schema indicherebbe: un missile americano (ma l’esercito ucraino dispone di specialisti in grado di utilizzare questi sistemi?) che abbatte un aereo militare russo, sul suolo russo.
Provando a ribaltare la situazione:
missile russo che abbatte aereo militare americano in territorio
americano, potremmo immaginare le conseguenze? Quali potrebbero essere
le reazione degli USA? Quale sarebbe la reazione del mainstream
occidentale? Lecito ipotizzare un enorme clamore mediatico, un’immediata
reazione con una rapida evoluzione verso un conflitto mondiale, anche
di tipo nucleare.
Ogni qualvolta si tenti questo tipo di analisi (di casi da analizzare ce ne sono veramente molti e non sempre obbligatoriamente legati al conflitto ucraino) è impossibile non rilevare la presenza dei cosiddetti “doppi standard”.
La ragione di questi doppi standard, risiede nell’egemonia globale degli Stati Uniti, determinata
dal loro dominio sulla finanza globale e dalla loro pervasiva presenza
militare, con 750 basi militari in tutto il mondo. Inoltre, Washington dispone di uno strumento armato come la NATO.
Questo
è l’esito del mondo unipolare, nato dopo la dissoluzione dell’URSS,
quando gli USA iniziarono ad arrogarsi il diritto di giudicare e di
sottomettere, con le buone o le cattive, ogni paese che si poneva di
traverso ai loro interessi egemonici; il diritto, insomma, di diventare
una sorta di gendarme universale, senza alcuna potenza mondiale in grado
di controbilanciare il loro potere. Esiste una lunga serie di
esempi relativi a questo approccio, che ha caratterizzato e insanguinato
la storia mondiale degli ultimi trent’anni: Jugoslavia, Afghanistan,
Libia, Kosovo..
La Russia attuale, tornata ad essere una
super potenza mondiale politica, militare ed economica, non configura
certo il tipico paese sul quale finora gli USA sono riusciti a far
valere la loro condotta. Ora tale approccio sta giungendo al termine, proprio la guerra in Ucraina è l’elemento catalizzante di questo processo.
Gli esiti del conflitto ucraino mostrano un capovolgimento degli iniziali obiettivi pianificati dall’Occidente collettivo. Se le intenzioni iniziali degli USA per poter continuare ad agire come unica potenza mondiale erano, infatti, quelle di sconfiggere sul lungo termine, o perlomeno contenere e ridimensionare la Russia, creando mediante il colpo di stato di “Euromaidan”, a Kiev, nel 2014, un’anti-Russia ai confini della stessa Russia, ora, invece, constatiamo che la Russia non solo è sempre più forte, ma rappresenta anche l’acceleratore del processo di creazione di un mondo multipolare.
Eliseo Bertolasi
Fonte:
https://ria.ru/20240201/il-76-1924776375.html
https://ria.ru/20240201/es-1924788775.html
https://ria.ru/20240131/il-76-1924629169.html
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