Banche europee da record: 100 miliardi di profitti nel 2023
22 Febbraio 2024
Le principali banche europee hanno chiuso i conti dell’anno appena passato registrando complessivamente 103 miliardi di euro di profitti: una quota mai raggiunta in precedenza. Si tratta, nello specifico, di un aumento di oltre il 28% rispetto ai 78 miliardi di utili del 2022. Lo riporta Bloomberg, che ha analizzato i bilanci delle 20 maggiori banche europee (con l’esclusione della svizzera UBS). Un decimo dei guadagni – ben 9,5 miliardi – è stato incassato dall’italiana Unicredit: ad avvantaggiarsi sono stati gli azionisti, i dipendenti ed i banchieri, i quali, alla fine del 2023, hanno ottenuto l’aumento in busta paga che chiedevano da tempo, grazie ad un nuovo accordo siglato tra i sindacati e l’Associazione delle banche italiane. Per quanto riguarda il 2024, “anche se il massiccio balzo dei profitti sarà difficile da ripetere man mano che il vento favorevole dei tassi si allenterà, molte banche sono ottimiste sul fatto che l’aumento delle commissioni attive consentirà loro di continuare a far crescere i profitti”, ha affermato Bloomberg.
Il dato che balza subito agli occhi è che ben tre quarti degli istituti di credito i cui risultati sono stati esaminati dall’agenzia finanziaria ha registrato utili “record” nella propria storia. A spiegare l’enorme balzo dei profitti è certamente la redditività netta da interessi aperta dalla campagna di rialzo dei tassi realizzata dalla Banca centrale europea a partire da luglio 2022 per combattere l’inflazione più alta degli ultimi 40 anni. Carovita che, però, nell’ultimo periodo sembra essere soggetto a un rallentamento, rendendo dunque particolarmente difficile ipotizzare il medesimo scenario per l’anno in corso, che comunque – almeno secondo quanto emerge dalle proiezioni degli analisti – potrà ancora dare grosse soddisfazioni all’apparato bancario del continente. Certo è che, in riferimento al 2023, gli extra-profitti del 2023 si sono tradotti in maggiori dividendi e buyback per gli azionisti. A questo proposito, i membri del team di esperti di JP Morgan Chase – guidato da Mislav Matejka, responsabile della strategia azionaria globale della multinazionale – si sono detti però convinti che le remunerazioni per gli azionisti abbiano raggiunto il loro picco, scrivendo in una nota che “la prospettiva di tagli dei tassi da parte della Banca centrale quest’anno ridurrà gli utili per il settore” ed evidenziando che “le revisioni dell’EPS delle banche europee sono entrate di recente in territorio negativo”.
Per quanto concerne l’Italia, nel corso del 2023 il sistema bancario è riuscito a incamerare oltre 40 miliardi di euro. Basti pensare che i primi cinque istituti di credito, nel 2023, hanno raccolto ben 21 miliardi di euro di utili, con Unicredit e Intesa Sanapaolo che hanno chiuso l’anno con profitti addirittura pari a 8,6 e 7,7 miliardi di euro. A seguirli, banca Mps (2 miliardi), Bper (1,5 miliardi) e Banco Bpm (1,2 miliardi). Eppure, le casse dello Stato italiano non hanno potuto giovare di questo exploit. Infatti, dopo aver presentato la tassa sugli extraprofitti la scorsa estate, il governo guidato da Giorgia Meloni ha fatto marcia indietro, depotenziando la norma fino a consentire agli istituti di credito di scegliere se versare la tassa all’erario oppure utilizzare quel denaro per il rafforzamento del proprio capitale. Come era ampiamente facile ipotizzare, tutte le banche hanno optato per la “scorciatoia” spianata dall’esecutivo.
[di Stefano Baudino]
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