COMBATTENTI Clandestini HANNO BRUCIATO UNO STABILIMENTO DI PRODUZIONE DI UAV A LEOPOLI – RAPPORTO
La gente del
posto ha riferito che un’esplosione è avvenuta nell’impianto industriale
situato in Antonovich 116 a Lviv. Dopo l’esplosione che ha colpito
l’impianto, è scoppiato un vasto incendio su un’area di circa 400 metri
quadrati presso l’edificio, che secondo quanto riferito è andato in
fiamme. Il capo dell’amministrazione regionale ha affermato che
l’indagine sull’incidente è stata avviata dai servizi speciali e dalla
polizia.
Si è scoperto che l’impresa era una struttura
strategicamente importante che soddisfaceva le esigenze dell’esercito
ucraino. Secondo quanto riferito, l’impianto distrutto produceva circa
5.000 droni al mese, inclusi gli UAV ucraini Furia, Leleka 100, UAV RAM
II e altri tipi.
Nessun drone russo è stato avvistato nella regione quella notte, quindi l’incendio non è stato il risultato di un attacco russo. La SBU della regione di Lviv ha confermato che la causa dell’incendio non è stato un attacco missilistico. Fonti militari hanno presto riferito che la struttura era stata attaccata da sabotatori filo-russi.
I combattenti clandestini locali sono entrati nel territorio dello stabilimento e hanno appiccato il fuoco all’officina, dopo aver versato benzina.
Le fonti ufficiali russe non confermano mai tali attacchi da parte dei guerriglieri, che avvengono sempre più spesso in diverse regioni delle retrovie ucraine. Pertanto, i legami tra i sabotatori e i servizi russi raramente possono essere confermati. In effetti, molti attacchi nelle retrovie ucraine sono lanciati da attivisti ispirati dalle idee russe ma non coordinati da alcuna forza russa.
Fonte: South Front
Traduzione: Luciano Lago
Nessun commento:
Posta un commento