Le morti dei Windsor e dei leader dei Rothschild: è la fine dell’anglosfera?
29/02/2024
di Cesare Sacchetti
L’ultima notizia è giunta soltanto l’altro ieri e ha scioccato molti dei vari osservatori politici.
A soli 45 anni muore il giovane Tom Kingston, marito di Lady Gabriella Windsor, figlia del principe Michael di Kent.
Michael di Kent, un influente massone, è il cugino della scomparsa regina Elisabetta e questa morte ha lasciato un po’ tutti basiti.
Non sono state rese note le cause di morte e più di qualcuno inizia a pensare che forse i membri della casa reale britannica hanno ricevuto davvero i sieri altrimenti questa scia di malattie o morti improvvise appare difficile da spiegare se non con qualche sorta di improvvisa “maledizione” piovuta dall’alto.
Se per la regina Elisabetta e il suo consorte, Filippo, può certamente essere chiamato in causa il fattore della loro età avanzata per la loro scomparsa, in quanto entrambi ultranovantenni, per tutti gli altri appare alquanto irrituale quanto sta accadendo.
La moglie di William, Kate, erede al trono di Carlo è sparita dalla scena pubblica in seguito alla comparsa di una grave malattia che ha destato non poca preoccupazione tra il personale medico che assiste la famiglia reale.
Circola da qualche tempo l’indiscrezione che Kate Middleton sia addirittura in coma e che le sue aspettative di vita sono piuttosto basse.
Come Tom Kingston, Kate è molto giovane avendo soltanto 42 anni di età. Queste misteriose malattie che affliggono dei così giovani reali sembrano certamente alquanto anomale.
A questi può aggiungersi anche Sarah Ferguson, duchessa di York e nota per occupare spesso le cronache dei rotocalchi rosa della Gran Bretagna, che ha annunciato il mese scorso di avere un tumore alla pelle.
Carlo stesso non se la passa troppo bene di salute e non si può certo dire che sia molto anziano in quanto ha 75 anni, un’età nella quale sua madre, stava di gran lunga meglio di lui.
Il re d’Inghilterra dopo aver subito un’operazione alla prostata ha un tumore, e Buckingham Palace è stata molto criptica sulla natura di questo male tanto da non dire nemmeno dove sarebbe comparso.
Secondo alcune indiscrezioni apparse su qualche giornale inglese, Carlo avrebbe un tumore pancreatico e le sue aspettative di vita non sarebbero superiori ai 6 mesi.
Il quotidiano inglese The Express ha scritto recentemente che c’è già pronto un piano per fare fronte alla morte del re chiamato “Operazione Menai Bridge” in caso di prossima scomparsa del sovrano d’Inghilterra.
Gli occhi ora sono tutti puntati su William che l’altro ieri ha lasciato in fretta una cerimonia per non meglio precisate “questioni personali”.
Non è chiaro se la natura di queste questioni riguardino un improvviso peggioramento delle condizioni di salute di sua moglie, la principessa Kate, ma appare chiaro che sopra il casato dei Windsor si addensano fosche nubi foriere di pessimi presagi.
La morte della regina ha rappresentato una sorta di spartiacque dopo il quale sembra essersi messa in moto una profonda crisi di questa dinastia. Era Elisabetta II la mente della monarchia ed era lei ad essere considerata il capo della massoneria universale.
Era un pezzo davvero “pregiato” per la gerarchia del globalismo che non è stato sostituito degnamente né tantomeno pare poterlo essere in futuro. Dopo la sua morte, diversi Paesi nel mondo che appartengono al Commonwealth hanno iniziato le procedure per divorziare dal regno britannico.
Il Commonwealth può definirsi l’eredità dell’impero britannico sul quale, si diceva, non tramontava mai il sole.
E per molto tempo i Windsor è su tale impero che hanno governato.
I membri di questo casato però non sono stati mai particolarmente amati dai loro sudditi in quanto sono sempre stati visti, a ragione, come distanti dal popolo e molto legati invece a quegli ambienti del mondo bancario e finanziario che sono i veri padroni della Gran Bretagna e dell’anglosfera.
Se si volesse tornare ancora più indietro ai secoli successivi, si potrebbe dire che costoro non sono nemmeno i veri reali d’Inghilterra in quanto il legittimo sovrano del Paese era GIacomo II spodestato nel 1688 dalla “gloriosa rivoluzione” nella quale ebbe un ruolo decisivo la massoneria ansiosa di porre fine al regno di un sovrano cattolico.
I Windsor discendono dal ramo del casato di Hannover e non sono quindi nemmeno originariamente inglesi, ma tedeschi.
Sta di fatto che questa dinastia ha governato quella che per secoli è stata la prima potenza europea e mondiale che si è unita al mondo della finanza già all’inizio del XVIII secolo.
Il matrimonio tra la corona britannica e i Rothschild
Quando nasce nella seconda metà dell’700 la dinastia dei banchieri askenaziti di Francoforte, i Rothschild, precedentemente noti come Bauer, i figli del suo fondatore, Mayer Amschel, si spargono nei vari Paesi europei per aprire nuove filiali di quella che già inizi dell’800 era una delle famiglie più ricche al mondo.
Quando uno dei figli di Amschel, Nathan, approda in Gran Bretagna fonda qui il ramo britannico della famiglia Rothschild che accumulerà attraverso spericolate manovre speculative, e non di rado illegali, una ricchezza smisurata.
Uno dei più celebri episodi di questa spregiudicatezza è quello che vede Nathan entrare in possesso in anticipo delle informazioni sull’esito sulla battaglia di Waterloo del 1812.
Napoleone, com’è noto, perse la battaglia ma Nathan Rothschild iniziò a vendere i titoli britannici per far credere invece che fosse avvenuto il contrario.
Quando anche gli altri speculatori seguirono il suo esempio, Rothschild fece ricomprare quei titoli ad un prezzo stracciato in attesa che fosse divulgata la notizia, stavolta vera, della sconfitta di Napoleone.
Una volta che questo accadde, quei titoli salirono alle stelle e Nathan aveva ora tra le sue mani una immensa ricchezza.
Una ricchezza così grande che lo portò ad essere il dominus della banca d’Inghilterra, della quale i Rothschild sono stati i veri signori sin da quel tempo.
La dinastia dei reali d’Inghilterra si ritrovò ad essere sottomessa ai voleri di questa potente famiglia di banchieri.
In questa fase storica, c’è stato quello che può definirsi un matrimonio tra la corona britannica e l’alta finanza europea con la seconda in posizione di assoluta supremazia rispetto alla prima.
Il passaggio che si consumò tra il XVII e il XVIII secolo è quello che vede l’ascesa dei banchieri di Francoforte ai massimi vertici del potere finanziario europeo.
Nel suo celebre saggio, “Gli ebrei e la vita economica”, l’economista tedesco, Werner Sombart, spiega come tra il 1800 e il 1850 ci fu una vera e propria esplosione dei mercati finanziari che portò i Rothschild ad essere il “solo potere d’Europa.”
Le monarchie, laddove ancora non erano cadute per le varie cospirazioni massoniche, si ritrovarono ad essere sottoposte a questo potere.
Il passaggio tra il vecchio mondo e quello nuovo è quello dove lo scettro del potere passa dalle mani dell’ancien regime rappresentato dalla monarchia e dal clero a quello degli usurai, vilipesi nei secoli passati e ora divenuti la nuova aristocrazia d’Europa.
La monarchia britannica non fa eccezione a questa regola e i Rothschild iniziarono ad essere insigniti di prestigiosi titoli nobiliari a partire da allora.
Il figlio di Nathan, Lord Nathan Rothschild, è stato il primo barone della dinastia dei banchieri originari di Francoforte e tale onorificenza è stata passata ai suoi successori tra i quali c’era anche Lionel Rothschild, l’uomo al quale Arthur Balfour nel 1917 indirizzò la sua celebre dichiarazione nella quale assicurava a Lord Rothschild che la Palestina sarebbe stata la casa del futuro stato ebraico.
La Gran Bretagna si è ritrovata ad essere il braccio armato e militare di questa famiglia che ha da sempre un’ossessione.
Quella di poter dominare il mondo e di poter, un giorno, ricevere quel moschiach di cui parla la potente setta ebraica dei Chabad e così tanto atteso dal sionismo messianico.
L’ultimo Lord Rothschild, il quarto, era Jacob Rothschild, protagonista assoluto della vita politica e finanziaria della Gran Bretagna nella seconda metà del 900.
Jacob era il presidente della RIT Capital Partners, uno dei più grossi fondi di investimento della borsa londinese, ma era anche molto di più di questo.
Era quella che si può definire l’eminenza grigia della famiglia e che contribuì a far affluire i fondi ad Israele per costruire la sua corte suprema e la sua biblioteca nazionale.
Lord Rothschild aveva una visione più propriamente “spirituale” dello stato ebraico in quanto esso nell’idea del sionismo dovrà essere nazione tra le nazioni, come rivelò un altro dei suoi padri fondatori, Ben Gurion, in una intervista rilasciata a Life nel 1962.
Soltanto poco più di un anno fa moriva un altro membro di primissimo piano di questa famiglia, ovvero Evelyn de Rothschild, che veniva descritto come il consigliere particolare della regina Elisabetta.
Una definizione ipocrita per non dire che era l’ex editore della celebre rivista The Economist l’uomo che comandava davvero la monarchia britannica e che decideva quale corso politico dovesse seguire.
Adesso non si sa nemmeno con certezza chi sarà il futuro re d’Inghilterra, se Carlo o Wiliam, e l’erede di Lord Rothschild, suo figlio Nathaniel, è ora il quinto barone Rothschild ma si nutrono dubbi sul fatto che abbia la “statura” necessaria per poter guidare la famiglia in una fase di crisi profonda dell’ordine finanziario che aveva dominato il 900.
Il mondo sta cambiando e non nella direzione auspicata da questi banchieri. Non c’è stato quel trasferimento di potere nelle mani di una governance mondiale come avrebbero voluto i vari club e istituzioni legati ai Rothschild, quali Davos, il Club di Roma e il comitato dei 300, soltanto per citarne alcuni.
Si è verificato un processo di natura opposta a quello che avrebbe dovuto portare alla nascita del supergoverno globale e Israele, la nazione eletta dai Rothschild, si trova invischiata in una permanente crisi politica e militare che la vede completamente isolata nel contesto internazionale.
L’altro fondamentale perno dell’anglosfera, gli Stati Uniti, hanno preso una strada diversa a quella voluta dal mondialismo e ora lo stato ebraico si ritrova privo del necessario sostegno di cui ha sempre avuto bisogno per esistere.
La Gran Bretagna è troppo debole e troppo ininfluente per poter sostituire da sola la leadership americana.
Il XXI secolo dunque sembra essere veramente iniziato in questi anni 20. Il vecchio ordine uscito dalla seconda guerra mondiale continua a perdere pezzi giorno dopo giorno.
Il matrimonio stesso tra i Windsor e i Rothschild sembra essere in discussione in quanto a questo punto non si hanno più certezze sulla sopravvivenza di questo casato e non si hanno più certezze che i Rothschild riusciranno ad avere il controllo di tale Paese come hanno fatto per più di due secoli.
I cambiamenti ai quali stiamo assistendo sono realmente incredibili e senza precedenti negli ultimi 100 anni.
Coloro che affermano che nulla sta cambiando o sono degli stolti che non sono in grado di vedere questi cambiamenti epocali oppure sono gli stessi professionisti della menzogna che, al solito, cercano di demoralizzare le masse con le loro campagne terroristiche ordinate dai soli asfittici servizi di intelligence.
A coloro che invece sanno apprezzare sul serio quanto sta accadendo, suggeriamo soltanto una cosa.
Godetevi lo spettacolo perché avete il privilegio di vivere in una epoca storica unica.
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