Tre attacchi in 24 ore: cosa sta succedendo in Transnistria, al confine con l'Ucraina?
Tre attacchi nelle ultime 24 ore. La tensione sale in Transnistria. Cosa succede nell’autoproclamata Repubblica che si definisce ancora orgogliosamente sovietica? Alle 17:00 di questo lunedì (ora locale), sono state registrate diverse esplosioni nella sede del Ministero della Sicurezza dello Stato, situata nella capitale Tiraspol. Secondo il ministero dell'Interno della repubblica, l'edificio è stato oggetto di un attacco effettuato con un lanciagranate.
Inoltre, nelle prime ore di questo martedì, sono state segnalate altre due esplosioni che hanno distrutto potenti antenne di un centro radiofonico regionale che trasmette in russo.
Nel frattempo, sono emerse notizie di un altro attacco a un aeroporto militare nei pressi di Tiraspol, secondo quanto riferito, colpito da mine da 60 mm, utilizzate dalla NATO, secondo il corrispondente di guerra Semion Pegov.
Sebbene le esplosioni abbiano causato danni agli edifici e alle strutture del luogo, le autorità hanno escluso che abbiano causato vittime o feriti.
Il Consiglio di Sicurezza della Transnistria —che confina con la Moldova e l'Ucraina — convocato dal suo presidente, Vadim Krasnoselski, ha quindi attivato l'allerta terroristica massima per i prossimi 15 giorni.
"I colpevoli saranno perseguiti per terrorismo, tentato omicidio e possesso illegale di armi", ha detto Krasnoselski. Allo stesso tempo, le autorità hanno decretato la ripresa delle lezioni a distanza per le scuole locali e l'annullamento degli esami di laurea e della parata del 9 maggio in onore della vittoria dell'URSS sulla Germania nazista.
Pista ucraina
"Dopo tre decenni di vita pacifica dopo la guerra del 1992, la Transnistria è diventata il bersaglio di attacchi terroristici", ha detto Krasnoselski. "Come hanno mostrato le prime conclusioni delle attività investigative e operative di emergenza, le tracce degli attacchi portano in Ucraina", ha affermato il presidente.
Il presidente ha poi ricordato che la repubblica è stata neutrale sin dall'inizio dell'operazione russa nel paese vicino e ha sottolineato che continuerà ad astenersi dall'intervenire. "Credo che coloro che hanno organizzato questo attacco abbiano l'obiettivo di coinvolgere la Transnistria nel conflitto. E posso dire con certezza che non ci riusciranno. La Transnistria saprà difendersi", ha affermato.
Allo stesso tempo, Krasnoselski ha esortato le autorità ucraine a indagare sugli "spostamenti illeciti di alcuni gruppi combattenti" e sugli "atti terroristici" da loro commessi nel territorio della Transnistria. Inoltre, ha invitato la Moldova a "non cedere alle provocazioni" e a non permettere al Paese di essere coinvolto in alcuna aggressione contro la repubblica.
Gli organizzatori dell'attacco terroristico vicino all'edificio del Ministero della Sicurezza dello Stato della Transnistria a Tiraspol sarebbero infatti arrivati ??dal territorio dell'Ucraina, afferma l’agenzia RIA Novosti citando una fonte negli ambienti governativi transnistriani.
"L'atto terroristico è stato compiuto da tre persone non ancora identificate che hanno guidato dal territorio dell'Ucraina fino alla zona di Novovladimirivka, otto chilometri a nord di Tiraspol”, ha affermato la fonte.
Hanno poi sparato diversi colpi contro l'edificio con un lanciagranate e sono tornati in Ucraina per la stessa via.
Secondo la fonte, gli altri due attacchi terroristici realizzati lo stesso giorno in Transnistria sono una "logica continuazione" del bombardamento del ministero della Sicurezza dello Stato.
In un comunicato apparso su Telegram, la direzione principale di intelligence del ministero della Difesa di Kiev invece sostiene che i servizi russi continuano a pianificare "attacchi terroristici" in Transnistria nell'ambito di una campagna di provocazione che sarebbe volta a coinvolgere anche la Transnistria nell’operazione militare in corso in Ucraina.
Il Cremlino a sua volta ha comunicato di stare seguendo da “vicino” la situazione in Transnistria e il portavoce Dmitri Peskov ha sottolineato che le notizie che arrivano sono “preoccupanti”. "Al momento, non sono stati previsti contatti tra il presidente russo Vladimir Putin e l'omologa moldava Maia Sandu”, ha poi aggiunto Peskov.
Escalation nella regione
Da parte sua, la presidente della Moldavia, Maia Sandu, ha convocato una sessione di emergenza del Consiglio supremo di sicurezza a causa delle esplosioni in Transnistria, che il Paese considera parte del suo territorio. La presidente ha suggerito che gli attacchi sono stati perpetrati da forze che cercano di destabilizzare la situazione.
"Quello che sta accadendo nella regione significa un'escalation", ha avvertito Sandu.
"Secondo le nostre informazioni, i tentativi di escalation sono collegati con le forze all'interno della Transnistria, favorevoli alla guerra e interessate a destabilizzare la situazione", ha affermato dopo la riunione del Consiglio supremo di sicurezza.
"Voglio sottolineare che Chisinau chiede una soluzione pacifica del conflitto", ha aggiunto la presidente.
Gli USA vogliono aprire un secondo fronte per la Russia?
Gli attacchi alla Transnistria potrebbero essere i preparativi per una vera e propria invasione. Sia dalla Moldavia che dalla Romania, così come dall'Ucraina. Con l’obiettivo principale principale di distrarre la Russia dal Donbass, dicono gli esperti citati dal quotidiano Komsomol'skaja Pravda.
L'ex ministro della Difesa della DNR Igor Strelkov ha scritto sul suo canale Telegram che secondo i suoi dati, "intere unità militari sul territorio della Romania si stanno preparando per un'invasione. Ci sono anche informazioni sulla concentrazione di unità e sottounità ucraine al confine con la Transnistria". Le fonti valutano come "alta" la probabilità di un attacco nemico su Tiraspol già in aprile o all'inizio di maggio.
L’analista politico Igor Dimitriev evidenzia che l'Ucraina e la Moldavia stanno effettuando ricognizioni e preparativi in Transnistria: "Incidenti, esplosioni sulle infrastrutture, rivolte, per poi 'imporre un ordine costituzionale' basato sui numerosi appelli di cittadini a unire le nazioni fraterne come risultato di un referendum. Questo, secondo Dimitriyev, è esattamente ciò che la Russia avrebbe dovuto fare prima di lanciare l’operazione speciale in Ucraina.
L'attacco all'edificio dell'MGB e alle stazioni di trasmissione a Tiraspol è un "sondaggio del secondo fronte" da parte degli alleati dell'Ucraina, ha affermato Vladimir Bruter, un esperto dell'Istituto internazionale di studi umanitari e politici, in una conversazione con Sergei Mardan su Radio KP:
“Penso che questi attacchi siano una conseguenza diretta della visita del segretario di Stato USA Anthony Blinken e del capo del Pentagono Lloyd Austin a Kiev. Hanno fatto delle raccomandazioni per cercare di creare un secondo fronte”.
Questo "secondo fronte" non sarebbe gestito dall'esercito rumeno o moldavo, ma dall'esercito ucraino. E non con un'invasione diretta, ma con provocazioni e attacchi da lontano.
“Vedranno come la Russia reagisce, se accelera l'operazione su Mykolaiv e Odessa”, assicura Bruther. “E se non ci muoviamo in qualche modo, ci saranno altre provocazioni. È molto importante per loro capire fino a che punto la Russia è disposta a spingersi. E se segue una reazione, cercheranno di ‘infangare’ l'operazione militare russa”.
Allo stesso tempo, i "gestori" ucraini avrebbero diverse opzioni sulla Transnistria - sia un attacco in piena regola che provocazioni ordinarie. La cosa principale è "costringere la Russia ad aumentare la linea di contatto e lanciare operazioni non preparate".
“L’obiettivo principale è creare una situazione in cui la Russia sarà costretta a rafforzare la sua componente militare in questo settore: artiglieria, aerei", spiega l'esperto.
La Repubblica Moldava Pridnestroviana
L'autoproclamata repubblica si è dichiarata indipendente dopo la caduta dell'URSS, evento che ha scatenato una guerra civile nel 1992. Il conflitto, che ha causato circa 800 vittime, si è concluso dopo l'intervento delle forze di pace russe, che da allora sono di stanza in Transnistria.
Tutto ha inizio proprio al momento dell’implosione dell’Unione Sovietica. E’ allora che l’ultimo Segretario del Soviet di Tiraspol, Igor Smirnov, guida la rivolta di chi ha deciso di non riconoscere la Repubblica Moldava nata dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica.
A Tiraspol lo scenario è ancora quello sovietico. Quasi tutti i simboli della Transnistria sono presi in prestito dall'armamentario dell'URSS: falce e martello, stelle rosse, punte dorate, un inno in lingua russa, monumenti di Lenin e così via. Nonostante il fatto che solo 70 chilometri separino Chisinau e Tiraspol, le differenze sono chiaramente visibili. Mentre a Chisinau si possono vedere aziende occidentali e locali, nelle città della Transnistria ci sono principalmente aziende russe e transnistriane.
Per le strade di Pridnestrovie, il russo è la lingua dominante, mentre in Moldova la lingua più utilizzata è il moldavo, un dialetto del rumeno secondo i linguisti, anche se alcuni sostengono che siano lingue diverse.
Più di 30 anni dopo, il territorio, ufficialmente noto come Repubblica Moldava Pridnestroviana, non è stato riconosciuto dalle Nazioni Unite.
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