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LA CRISI PERFETTA. FENOMENOLOGIA DELLA CADUTA DI UN IMPERO
Nonostante l’inflazione, la Banca Centrale Europea continua a mantenere invariati i tassi per scongiurare presumibilmente il più grande crack finanziario della storia
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Nonostante l’inflazione si avvicini sempre più all’8%, la Banca Centrale Europea continua a mantenere i tassi invariati: 0,00% per le operazioni di rifinanziamento principali; 0,25% per le operazioni di rifinanziamento marginale; – 0,50% sui depositi presso la Banca Centrale. Se l’obiettivo del Sistema Europeo di Banche Centrali (SEBC) consiste nel mantenere i prezzi stabili (art. 127 TFUE), perché la BCE non procede ad innalzamento dei tassi di interesse? Un’inflazione all’8% non si discosta forse dal suo obiettivo d’inflazione del 2%? Se la BCE alzasse i tassi, come succederebbe ai mercati finanziari? Le banche riuscirebbero ad attutire il colpo o cadrebbero una dopo l’altra, inaugurando il più grande crack finanziario della storia?
Da molte settimane, assistiamo all’apprezzamento continuo della maggiori valute. Il tasso Euro/USD è sceso a 1,08, l’Euro/CAD a 1,36 e Euro/GBP a 0,829. È solo una questione d’inflazione o il deprezzamento dell’Euro nasconde qualcos’altro? Quanto incidono le elezioni presidenziali in Francia sulle scelte degli investitori esteri? Qualora vincesse la Le Pen, la Francia – che insieme alla Germania e all’Italia contribuisce maggiormente al PIL dell’UE – molto probabilmente avvierebbe la tanto attesa FREXIT, cui seguirebbe il crollo dell’Unione Europea e, quindi, dell’Euro, la moneta senza Stato che tiene in ostaggio degli Stati senza più una moneta.
Chi decide le sorti dei popoli europei e impartisce ordini dall’altra parte dell’Oceano sa bene che la nuova torre di Babele può crollare da un momento all’altro. Per questo non ha perso tempo a dar man forte all’homunculus dei Rothschild, ingaggiando 30 cortei contro una fantomatica estrema destra e la candidata all’Eliseo Marine Le Pen (qui), con la vile speranza di far ripiombare il popolo francese nel cripto-fascismo, come già avvenuto in Canada.
I mercati sembrano non aspettarsi molto da un Euro che non riesce a risalire più la china. La direzione sembra quella di un tendenziale riallineamento dei tassi di cambio tra le principali valute. Caduta la roccaforte ucraina, perdere il controllo della Francia potrebbe innescare un’inarrestabile reazione a catena, cui seguirebbe una probabile caduta del Draghistan in Italia e della stessa Unione Europea, fino alla dissoluzione dell’impero americano e alla fine del mondo unipolare. Non è un caso, che la Germania abbia già da tempo preparato un piano B (qui), stampando marchi tedeschi proprio in vista di un imminente crollo dell’Euro e dell’UE. Che l’Euro sia giunto al capolinea?
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